Con ‘Lino Cannavacciuolo Quartet’ termina ‘Antichi Scenari’

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Sabato 18 settembre alle 20.30 a Villa Avellino Residenza Storica, ultimo appuntamento, con il concerto di Lino Cannavacciuolo Quartet, nell’ambito del festival di danza, teatro e musica Antichi Scenari.

Il Quartet è composto da Cannavacciuolo stesso, al suo formidabile violino, insieme con Gigi De Rienzo al basso elettrico, Piero De Asmundis alle tastiere e Vittorio Riva alla batteria.

Dopo l’uscita del nuovo disco “Formae” lo scorso 7 maggio 2021, l’artista ha deciso di intraprendere uno “sdoppiamento” della sua personalità artistica. Se il disco, e l’ensemble che lo eseguirà, costituita principalmente da strumenti acustici, rappresenta il lato più compositivo e intimo del suo percorso artistico, questo progetto rappresenta la parte più “rock” nella sua accezione più ampia.



    Nella sua quarantennale carriera ha vissuto e intrapreso esperienze musicali e teatrali di ampio respiro, dalle prime esperienze con Peppe Barra, fino alla fondazione nei primi anni ‘90 dei Solis Sting Quartet, passando per le diverse esperienze e le molteplici collaborazioni.

    Le sue composizioni sono state anche spesso oggetto di remix dance: il disco Segesta, uscito per la collana Buddha Bar, il brano Aballabbà remixato da Stefano Mieleaka Riva Starr, altre collaborazioni con Mario Bianco. Questo lo ha portato a maturare una poliedricità che travalica i confini della musica “suonata” fino a giungere al mondo della musica elettronica. Esperienze che vengono condensate in questo esperimento musicale che vede Cannavacciuolo affiancato da un trio molto semplice – basso, tastiere e batteria – di chiara matrice blues jazz, nel quale il suo violino è la voce portante per esprimere tutte le sfaccettature della sua multiforme personalità musicale.

    Dopo una formazione di tecnica classica e un’innata capacità eclettica, versatile e creativa, debutta giovanissimo nella compagnia di Luca De Filippo per la messa in scena di “La donna è mobile” di Eduardo. Il legame con il teatro non si arresta e collabora con Peppe Barra per lo spettacolo “Peppe e Barra” del 1981.

    Dopo essersi dedicato negli anni alla composizione di varie colonne sonore tra cui: “Giuseppe Moscati” con Beppe Fiorello, regia Giacomo Campiotti, “Crimini” con Lina Sastri, regia Stefano Sollima, “La nuova squadra” per Rai3, i documentari “Un Principe chiamato Totò” e “Un treno per Auschwitz” di Carlo Lucarelli ed aver ricevuto vari riconoscimenti tra cui il premio “Eti gli olimpici del teatro” come miglior spettacolo musicale “la Cantata dei Pastori” e il premio “Capri Hollywood”, il suo tango “Tanos” entra a far parte della colonna sonora del film “Napoli Velata” di Ferzan Ozpetek .


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