Dipendente di Poste Italiane muore di covid contratto allo sportello: è infortunio sul lavoro

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A un lavoratore di Poste Italiane, vittima del covid, è stato riconosciuto l’infortunio sul lavoro e alla sua famiglia arriverà un indennizzo economico.

Soldi che non restituiranno la perdita subita, questo è evidente, ma che erano dovuti. E’ accaduto a Torino a gennaio del 2021, nel pieno della pandemia, un addetto allo sportello di Poste Italiane si ammala di covid. Questo succede nonostante tutte le tutele che in quei giorni e nei mesi precedenti furono messe in atto. L’uomo viene ricoverato in ospedale e dopo un mese muore.

È a quel punto che la famiglia, supportata dalla SLC Cgil, apre la pratica per l’infortunio sul lavoro, anche grazie al sostegno delle stesse Poste Italiane. L’Inail pochi giorni fa ha dato il via libera alla pratica: “È stato così permesso di affermare un principio imprescindibile per cui il sindacato si è battuto a partire dalla definizione dei protocolli per la salute e la protezione dal contagio nei luoghi di lavoro, ma ha anche permesso alla famiglia di ricevere la rendita ai superstiti prevista dalla legge”, commentano dal sindacato.



    Non solo però perché si crea anche un importante precedente: “Si tratta del primo caso di Poste Italiane a Torino e forse in Italia al quale è stato riconosciuto l’infortunio”, spiega Nunzia Mastropasqua della SLC Cgil, “Crea un precedente che può invogliare le persone a credere di più alla possibilità di aprire una causa di infortunio per morte per covid. Gli altri infortuni sono facilmente dimostrabili, in questo caso era più difficile, ma ci siamo riusciti”.




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