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Proteste nelle carceri: a Sollicciano 8 detenuti sui tetti

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Proteste nelle carceri: a Sollicciano 8 detenuti sui tetti, clima incandescente dopo il caso di Santa Maria Capua Vetere.

Sono sui tetti da ieri sera, otto detenuti del carcere di Sollicciano a Firenze. Si sono rifiutati di rientrare nelle celle alle 21 e hanno divelto le inferriate del locale docce arrampicandosi sui tetti.

Gli 8 detenuti, ristretti nella 12ma sezione, hanno incendiato anche i materassi delle loro celle. Gli otto detenuti sono ancora sul tetto, sorvegliati a distanza dalla polizia penitenziaria che cerca di negoziarne il rientro.

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“Non si placano le tensioni nei penitenziari. I motivi sarebbero riconducibili al non aver ottenuto alcuni benefici richiesti alla magistratura di sorveglianza”. A darne notizia è Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. De Fazio spiega: “dopo i drammatici video di Santa Maria Capua Vetere il clima nelle nostre carceri è ancora più incandescente. Da un lato il Corpo di polizia penitenziaria colpito nell’orgoglio, mortificato e ancor di più demotivato, dall’altra alcune frange della popolazione detenuta animate da sentimenti di rivalsa e convinte anche di poter infrangere impunemente le regole. Questi elementi, di per sé fortemente destabilizzanti, divengono assolutamente pericolosi in un carcere come quello di Firenze Sollicciano da mesi senza né Direttore né comandante della Polizia penitenziaria titolari e con ben 650 detenuti presenti, di cui 451 stranieri, a fronte di una capienza regolamentare inferiore a 490 posti”.

Proteste nelle carceri: a Sollicciano 8 detenuti sui tetti

”Al momento – prosegue il Segretario della Uilpa Pp – gli otto detenuti sono ancora sul tetto, sorvegliati a distanza dalla Polizia penitenziaria che cerca di negoziarne il rientro. È di tutta evidenza, però, che il Governo, la Ministra Cartabia e il sottosegretario Sisto non abbiano molto tempo per le teorizzazioni accademiche e servano immediati interventi concreti. Non è tollerabile, per esempio, che a fronte di sei diverse dirigenze annoverate nell’Amministrazione penitenziaria, cui aggiungere i magistrati fuori ruolo, si lascino carceri con migliaia di detenuti e operatori privi di una guida stabile e certa, tanto più se, proprio come nel caso di Sollicciano, il Comandante titolare della Polizia penitenziaria viene per scelta destinato a compiti non operativi”.

“Lo avevamo detto in tempi non sospetti, lo ripetiamo adesso che non ha certo le sembianze di un vaticinio: per le carceri servono misure immediate e concrete, noi ne abbiamo indicato ben trentatré, altrimenti saranno inevitabilmente destinate a divenire la moderna Sagunto. Si aprano immediatamente i tavoli tematici annunciati dalla Ministra Cartabia, ma soprattutto – conclude De Fazio – si dispongano gli interventi a portata di mano assegnando, subito, un direttore e un comandante della polizia penitenziaria in ogni carcere”.


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