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Napoli, il PG Riello sui murales per i baby rapinatori: “Basta celebrazione di chi delinque”

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Napoli, il PG Riello sui murales per i baby rapinatori: “Basta celebrazione di chi delinque”

“La battaglia” contro murales e altarini dedicati a giovani morti mentre tentavano una rapina “è una battaglia di legalità concreta ma anche simbolica: bisogna lanciare il messaggio che non c’è eroismo nel delitto, non ci può essere la celebrazione di chi delinque”.

Lo ha detto il procuratore generale di NAPOLI Luigi Riello, che già in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario si scagliò contro il proliferarsi di “altarini” dedicati a baby rapinatori. “Massimo rispetto per il dolore delle famiglie – ha aggiunto Riello – ma è un dolore privato. Nel momento in cui il dolore diventa pubblico, e quindi diventa una serie di murales e di altarini e quindi di celebrazione di chi è morto non cadendo da un’impalcatura, non facendo il suo dovere come un poliziotto o un carabiniere, ma durante una rapina, significa lanciare un messaggio molto negativo, diseducativo perché i giovani guardano soprattutto alla notorietà”.

Secondo Riello, “se un ragazzo vede celebrato un rapinatore, si chiederà cosa debba fare per diventare famoso come lui. Questi sono segnali che noi dobbiamo dare per far capire a chi crede che certe zone e certi territori siano suoi che i territori sono dello Stato, che vuole riappropriarsene e lo farà con grande determinazione, giorno dopo giorno. Questo è il cammino che dobbiamo percorrere per raggiungere l’obiettivo di liberarci prima militarmente dei camorristi, e poi culturalmente. Non devono avere la sensazione di poter fare i loro comodi. La ‘città buona’, che c’è e che purtroppo è spesso silente e clandestinizzata – ha concluso Riello – dev’essere molto più presente, molto più forte, molto più vicina allo Stato, perché lo Stato si sta muovendo e si muoverà con grande determinazione”.


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