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Percepivano il reddito di cittadinanza pur essendo in carcere o al lavoro: 30 denunciati

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Percepivano il Reddito di cittadinanza pur lavorando o essendo detenuti in carcere, vantandosi apertamente del raggiro posto in essere.

L’operazione Apate, che prende il nome dallo spirito dell’inganno contenuto nel vaso di Pandora ha portato questa mattina alla denuncia di 30 persone ad Africo Nuovo, in provincia di Reggio Calabria. I carabinieri della locale stazione hanno deferito i soggetti alla Procura della Repubblica di Locri in quanto ritenuti responsabili di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o altrui. Le attività di indagine avviate e condotte dal gennaio 2020 ad oggi dai militari della stazione carabinieri di Africo Nuovo, di natura prevalentemente tradizionale e documentale, avvalorate da numerosi servizi di osservazione e controllo, hanno consentito di accertare che gli indagati si sarebbero procurati un ingiusto profitto derivante dalla indebita percezione del Reddito di cittadinanza.

Gli indagati nel tentativo di indurre in errore l’Inps hanno attestato falsamente ovvero omesso dettagli inerenti alla situazione anagrafica, patrimoniale e reddituale propria o del proprio nucleo familiare, così da rientrare nei parametri previsti per l’assegnazione del beneficio. Le indennità indebitamente percepite avrebbero comportato un danno erariale pari ad euro 90.240 euro. Gli indagati sono stati segnalati agli uffici competenti dell’Inps al fine di sospendere alla fonte l’erogazione dei benefici, in attesa di esperire gli opportuni accertamenti finalizzati alla definitiva revoca degli stessi. 

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