Pompei. Mr Qualunque ci ha portati in giro per il Foro da ormai quattro articoli su queste colonne digitali di Cronache della Campania. Quindi procediamo con il quinto articolo dedicato alla visita del nostro turista “alla spicciolata”, Mr Qualunque. Egli aveva appena tirato un sospiro di sollievo per l’imminente sosta all’Autogrill, pregustata dopo averlo sbirciato più volte attraverso l’arco onorifico di mattoni, al fianco del Tempio di Giove nel Foro pompeiano. Mr Qualunque sta quindi per avviarsi finalmente ad attraversare il fornice dell’Arco che lo separa ancora dal Posto di ristoro. A pochi passi ormai. Stanco di cercare con il cellulare la rete WIFI del Parco Archeologico che continua a latitare. Mr Qualunque sbircia in extremis la guida illustrata acquistata da una delle bancarelle dei Souvenir fuori dagli Scavi e legge che quell’arco d’onore era probabilmente dedicato a Germanico e sostituiva quello che era dedicato prima a Caligola.
La guida cartacea non gli racconta altro. Nemmeno che - prima che il Capannone di ferraglia da lui visto nel Foro divenisse l’unica Sala di esposizione di Pompei - i tanti reperti ivi ammassati erano precedentemente esposti nell’ Antiquarium. Mr Qualunque non lo saprà mai. Come non saprà mai che l’’Antiquarium funzionava da… Antiquarium, prima che un gravissimo furto ne portasse via ori e preziosi, negli anni Settanta del Novecento. Né saprà che l’Antiquarium, dopo un lungo periodo di “chiusura per furto” doveva essere interessato da lavori di ristrutturazione per la sua riapertura nei successivi anni Ottanta, con i fondi del famoso terremoto.Fu a quel punto che i suoi reperti scampati al furto furono trasportati in quel capannone di ferraglia “temporaneamente”. Circa quaranta anni or sono! Siamo quindi a un’era geologica fa.
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In quell’Antiquarium angusto e modesto - pur con il limiti di spazio e allestimento che esso aveva - ci sono però passate la maggiore intellighenzia internazionale e decine di milioni di Mr Qualunque. Nessuno, letteralmente nessuno faceva a meno di visitarlo. Un capannone di ferraglia non può raccogliere una tale eredità.Il Problema di un Museo Pompeiano si pone. Se ne deve discutere. Dentro e fuori delle mura della Città antica. Noi lo faremo anche dalle colonne di questo giornale. Intanto però dobbiamo tornare da Mr Qualunque, il quale non si pone il problema anche perché finalmente vede - al di là di ogni possibile e residuo dubbio - le ampie vetrine del Posto di Ristoro Autogrill degli Scavi di Pompei.Egli rimane però un attimo interdetto in quanto - senza essere certamente un esperto, né un esteta - ne coglie il “fuori scala” dimensionale rispetto al contesto urbano antico.
Le altre botteghe pompeiane - disseminate intorno - appaiono dotate di aperture “giuste”. A misura di muri tirati su con la calce, non con il cemento armato, sia pure rivestito di mattoncini pseudo romani, per un evidente soprassalto di pudore di chi autorizzò quelle vetrine in passato. Un passato abbastanza remoto, che ci permette di dire - senza che nessuno se ne dolga - che sono un vero schifo. Un inverecondo “falso storico”, come si potrebbe dire in architettese archeologico. Non andiamo oltre perché MR Qualunque, senza ulteriori remore, si avvia con passo deciso verso l’ingresso al Posto di Ristoro Autogrill. Noi lo seguiremo…
Federico L. I. Federico






