Conte ad Assisi, meno tasse per onesti.Scontro con Renzi

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La lotta alla poverta’, la ricostruzione post terremoto, ma anche le fibrillazioni che rischiano di distrarre la maggioranza dall’obiettivo primario di “realizzare un Paese piu’ giusto in cui gli onesti paghino meno tasse”. Nella “Citta’ della pace” Giuseppe Conte arriva di buon mattino, partecipa all’eucarestia nella Basilica superiore e, al ‘Missa est’, si affaccia alla loggia del Sacro convento per tenere il suo discorso. La celebrazione e’ presieduta dall’arcivescovo metropolita di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, e anche l’olio per accendere la lampada votiva che arde davanti alla tomba del santo – che ogni anno viene donato da una regione diversa – quest’anno arriva dalla Toscana cosi’ come molti degli ‘ospiti’, dal presidente della Regione, Enrico Rossi, al sindaco di Firenze, Dario Nardella, che accende la lampada. Ad Assisi, sono arrivati circa 4 mila pellegrini e 50 sindaci dalla Toscana. Il primo pensiero di Conte e’ alla popolazione umbra e denuncia “l’intollerabile lentezza della ricostruzione” post terremoto invitando a procedere “senza ulteriore indugio”. Legato a questo tema c’e’ quello della tutela dell’ambiente, divenuto centrale con il ‘green new deal’ contenuto dei 26 punti del programma del Conte II e che dovra’ rappresentare “una autentica conversione” rispetto alla cultura del clima. Poi, nella citta’ del ‘Poverello’, il premier si sofferma su chi povero lo e’ non per vocazione: “Non e’ la poverta’ a bussare alle porte del governo ma sono le istituzioni che devono intercettare i bisogni dei cittadini e contrastare sul campo la poverta’ assoluta. L’anno scorso abbiamo varato il reddito di cittadinanza. Faremo ancora di piu’, affiancandoci l’Inps, abbiamo elaborato un progetto. Andremo in sei citta’ dove ci sono 50 mila persone senza tetto che non usufruiscono del reddito di cittadinanza pur avendone diritto. Sono persone invisibili, le vogliamo rendere visibili”, sottolinea Conte che ha fatto di San Francesco “un punto di riferimento. Francesco parla a tutti con un linguaggio semplice”, spiega ancora: “Lavoriamo in silenzio per produrre un cambiamento che deve fare rumore, un rumore che deve arrivare fino alle prossime generazioni”. E’ al termine del suo discorso che Conte si sofferma con i giornalisti per rispondere a Matteo Renzi. Se il senatore di Rignano definisce “un pannicello caldo” il taglio al cuneo fiscale immaginato dal governo, Conte ribatte di non aver “bisogno di fenomeni” e chiede “rispetto per i lavoratori”. A ‘Tg2Post’, ieri sera, l’ex premier ha rivendicato come sua vittoria la sterilizzazione dell’aumento dell’Iva. “Aumentare le aliquote dell’Iva sarebbe stato un bel pasticcio per i consumi. Quindi bene cosi’, giriamo pagina”, ha detto, poi proseguendo: “Tutti parlano di ridurre il cuneo fiscale: con il mio governo abbiamo fatto gli 80 euro, 6 miliardi in meno di costo del lavoro e altri interventi per 22 miliardi di riduzione cuneo fiscale”. “Proporre 3,4 miliardi in meno e’ pannicello caldo”, ha sentenziato. “Se tornassimo a spendere per beni e servizi quello che spendevamo con il nostro governo avremmo magicamente servita sul piatto una cifra per il cuneo fiscale degna di questo nome. Non gli spiccioli proposti quest’anno”, rincara poi Renzi, in una lettera al ‘Corriere della sera’. La ‘picconata’ di Renzi provoca la reazione di Enrico Letta, il quale tiene ad avvisare Conte, riconoscendo la ‘mano’ di cui lui fu ‘vittima’ nel febbraio 2014. “Voglio dare un consiglio non richiesto a Conte e a Nicola Zingaretti. E’ evidente che la lettera di Renzi e’ per dissotterrare l’ascia di guerra: ‘Io vi faccio ballare’ – e’ la lettura dell’ex premier -. Penso che loro non debbano accettare questo gioco, non facciano come me. Conte e Zingaretti hanno il coltello dalla parte del manico. Non e’ possibile che una maggioranza vada avanti in un Vietnam quotidiano”. L’avvertimento di Letta suscita la pronta risposta di Conte: “Io non sto mai sereno, si tratta di avere responsabilita’. Questo alto ufficio mi da’ la possibilita’ ogni giorno di dover rispondere a 60milioni di italiani che hanno urgenze, quindi come posso stare sereno?”. “Sbarchi triplicati, una tassa al giorno e litigi continui, con il Conte in fuga dal Parlamento e che oggi da’ del ‘fenomeno’ a Renzi”, commenta, invece, dall’opposizione, Matteo Salvini. “Spettacolo indegno, purtroppo a spese degli italiani”. Mentre il capo politico del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio dice di “fidarsi” di Conte sul tema del taglio del cuneo. “Accanto all’auspicio” di ridurre il cuneo fiscale, come ipotizzato anche da Renzi, “bisogna indicare dove trovare le risorse. Perche’ solo cosi’ si risolvono i problemi”, afferma il segretario Pd Zingaretti. “Abbassare le tasse sul lavoro e alzare gli stipendi e’ una delle priorita’ per pensare a chi in questo paese non ce la fa e per riaccendere i consumi in questo senso i messaggi sono non solo giusti ma sono anche la nostra battaglia”. Sul taglio del cuneo fiscale, fonti di Palazzo Chigi, precisano che l’ipotesi alla quale l’esecutivo Conte sta lavorando “conduce a un beneficio medio di 40 euro mensili in busta paga per i lavoratori” e che, “considerando il quadro della finanza pubblica italiana, che impone scelte oculate, si tratta di un sostegno importante al potere d’acquisto delle famiglie. “Non parlerei di pannicello caldo, stiamo parlando di lavoratori che hanno bisogno di acquistare potere d’acquisto. Oggi abbiamo un quadro di finanza pubblica molto delicato e complesso che ci impone scelte molto oculate, pero’ rispettiamo i lavoratori”, precisa il premier, sempre da Assisi. “Non voglio preventivare in quale cifra finale si tradurra’, ma se per Renzi, che ha uno stipendio consistente, 20-40 euro al mese sono pochi, per carita’. Lui ha dato in passato molto di piu’, ha utilizzato le risorse pubbliche ampiamente, ma non parlerei di pannicello caldo”. “Gli ottanta euro al mese – gli replica poi Renzi – erano una mancia elettorale, adesso basta preannunciare che ci saranno forse 15 euro in busta paga ed e’ una grande rivoluzione per il proletariato. E’ una cosa bellissima, pero’ e’ una roba che non si spiega”. Ad Assisi, il premier parla anche della situazione di Alitalia, definendola “complicata”. Ma “faremo il possibile per assicurare alla compagnia di bandiera di poter ri-volare ad ali spiegate”, assicura. “Il governo e’ stato molto chiaro sin dall’inizio: Alitalia e’ una questione; Autostrade e il procedimento amministrativo, che e’ gia’ in corso da tempo, altra questione. La commistione tra i due piani, per noi del governo, e’ inaccettabile: sono stato chiaro sin dall’inizio”, ha poi assicurato. Il presidente del Consiglio garantisce poi che la tutela dell’ambiente e la lotta alla poverta’ saranno tra le priorita’ del suo governo. “Non e’ la poverta’ a bussare alle porte del governo ma sono le istituzioni che devono intercettare i bisogni dei cittadini e contrastare sul campo la poverta’ assoluta. L’anno scorso abbiamo varato il reddito di cittadinanza – dice -. Faremo ancora di piu’, affiancandoci l’Inps, abbiamo elaborato un progetto. Andremo in sei citta’ dove ci sono 50 mila persone senza tetto che non usufruiscono del reddito di cittadinanza pur avendone diritto. Sono persone invisibili, le vogliamo rendere visibili”. Infine, Conte riconosce come, “purtroppo, l’opera di ricostruzione dopo il terremoto proceda con intollerabile lentezza”. “Dobbiamo imprimere una svolta decisiva. Dobbiamo affrontare un rischio maggiore, cioe’ che questi territori, anche dopo il recupero, vengano abbandonati per sempre, non abbiano piu’ una comunita’ per abitarli. Per questo la ricostruzione deve andare avanti senza altri indugi”, esorta.


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