Andes denuncia: ‘Norme troppo stringenti per gli steward stranieri nell’ultimo decreto Salvini’

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«Il decreto del ministero dell’Interno, a firma Salvini, impone troppe restrizioni per i lavoratori stranieri che vogliano diventare steward: molte società sportive in tutta Italia sono in difficoltà». E’ l’appello lanciato da Ferruccio Taroni, presidente dell’A.N.DE.S, l’Associazione Nazionale Delegati alla Sicurezza, che tramite i suoi associati gestisce oltre trentamila steward negli stadi di tutta Italia. Taroni fa riferimento al decreto del 13 agosto scorso, sottoscritto dall’ormai ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, che impone norme più strette per l’accesso al lavoro di steward per i cittadini stranieri. «Le nuove regole – spiega Taroni – impongono la produzione di documenti attestanti la buona condotta prodotti dalle autorità del Paese di origine dei ragazzi (“Per gli aspiranti steward non aventi cittadinanza italiana, i predetti requisiti soggettivi devono essere verificati sia con riguardo al periodo di permanenza in Italia, sia con riferimento a quello nel Paese d’origine. Per gli aspiranti steward provenienti da Stati non appartenenti all’Unione Europea, la verifica dei requisiti soggettivi è eseguita secondo quanto disposto dall’articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, numero 394”, cit. Decreto 13 agosto 2019 “Modifica del decreto 8 agosto 2007, recante Organizzazione e servizio degli steward negli impianti sportivi”, ndr). In molti casi però, come è noto, si incontrano notevoli difficoltà a contattare enti e autorità di Paesi che magari vivono situazioni quantomeno difficili a livello istituzionale. Per assurdo, anche se i ragazzi hanno vissuto solo fino a quattro anni in un Paese straniero, per quei quattro anni devono produrre una documentazione che testimoni una loro buona condotta. Anche se si trovano in Italia da tanti anni. Il risultano è che in molti non possono ottenere i documenti e dunque accedere al lavoro. In più, il danno è anche per le società sportive che non possono contare su di loro, in un periodo storico in cui la domanda di lavoro è alta ma l’offerta di personale non altrettanto. Chiediamo dunque al nuovo governo e al Presidente Giuseppe Conte di rivalutare questa situazione. Anche perché, a livello organizzativo, le società rischiano seriamente di ritrovarsi senza i numeri minimi per la copertura degli eventi sportivi».




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