La Finanza scopre nel Vesuviano 23 ‘furbetti’ del bollo auto per disabili

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 I militari del comando provinciale della guardia di finanza di Napoli hanno scoperto, nell’hinterland di Torre Annunziata e vesuviano, un giro di persone che continuavano a fruire dell’esenzione sulla cosiddetta ‘tassa automobilistica’, anche dopo la morte del familiare disabile: scoperti 23 ‘furbetti’.Le fiamme gialle di Torre Annunziata – che hanno sviluppato le indagini esaminando le posizioni di centinaia di persone (residenti nei Comuni di Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase, Trecase, Poggiomarino, Pompei e Striano) – hanno ricostruito “un chiaro e preciso quadro indiziario” dal quale è emerso che 23 autovetture, intestate ad altrettante persone portatrici di handicap risultate morte da diversi anni, continuavano a beneficiare dell’esenzione in questione, visto che gli eredi avevano omesso di comunicare l’avvenuto decesso del familiare. I presunti responsabili, visto “l’illecito conseguimento di un’agevolazione a danno dello Stato, sono ora obbligati, tra l’altro, al pagamento del triplo dell’indebito benefico ottenuto, per un importo pari ad oltre 30.000 euro (somma segnalata per il recupero alla Regione Campania)”.In alcuni casi, i finanzieri hanno appurato anche il coinvolgimento di alcuni agenti assicurativi, che avrebbero facilitato gli eredi nello sfruttare la più vantaggiosa classe di merito assicurativa, firmando i relativi contratti assicurativi a nome e per conto del defunto.Per ottenere l’esonero dal pagamento della ‘tassa automobilista’ – che si applica, per legge, sia ai veicoli condotti da disabili sia a quelli utilizzati per il loro accompagnamento – bisogna presentare una domanda alla Regione Campania, indicando la targa del veicolo e il soggetto beneficiario. Nel momento in cui vengono meno le condizioni per aver diritto all’agevolazione (per esempio se il veicolo viene venduto o radiato oppure se ci sia un miglioramento patologico o se il titolare del beneficio decede) spetta all’interessato o agli eredi dello stesso darne tempestiva comunicazione all’ufficio competente.”L’indagine in argomento – segnala la Gdf in una nota – costituisce un esempio di attività investigativa realizzata a difesa della finanza pubblica da ogni forma di illegalità, con l’obiettivo di continuare ad accrescere la cultura della legalità e consolidare il dovere civico di partecipazione di ognuno alla spesa pubblica nel rispetto della legge”.


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