Cronaca Giudiziaria

Nicola Schiavone per la prima volta in video-collegamento parla in tribunale contro Michele Zagaria

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Schiavone si è presentato in video collegamento ed ha risposto alle domande del p.m. Belluccio in cui, principalmente, ha spiegato i motivi che lo hanno portato ad avviare il suo percorso di collaborazione con la giustizia, iniziato lo scorso mese di luglio. Schiavone ha parlato di una spaccatura all’interno della sua famiglia in seguito alla quale ha deciso di iniziare a collaborare con la giustizia perché “non volevo fare più questa vita”, ha detto in aula, ribadendo la sua volontà di voler dare un futuro diverso ai suoi figli.
Il rampollo di casa Sandokan ha anche ripercorso il suo passato criminale partendo dal 1999, quando ha fondato un gruppo criminale autonomo. Successivamente Schiavone è entrato nelle fila del clan. Un ingresso senza la cerimonia d’affiliazione, fatta di sangue, santini e formule ben precise, sia perché era figlio del capoclan sia perché i tempi erano cambiati ed il cerimoniale d’ingresso nella camorra era ormai superato. Dopo l’arresto dello zio, Francesco Schiavone, Schiavone jr, secondo quanto da lui stesso ammesso, ha assunto un ruolo via via più apicale fino alla leadership, condivisa con Nicola Panaro che però aveva meno “libertà di movimento” essendo latitante.
Il primo contatto con Zagaria, secondo il racconto del neo collaboratore di giustizia, avviene nel 2001 in merito a problemi relativi agli interessi della gestione di un distributore di benzina. E sull’omicidio di Michele Iovine, referente del clan a Casagiove e nei comuni limitrofi, Schiavone ha spiegato che fu Zagaria ad ordinarlo per “punirlo” per alcuni raid incendiari ai danni di imprenditori vicini a Capastorta. Il processo è stato dunque rinviato alla fine di gennaio.

Gustavo Gentile


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