Chiedeva tangenti dei 50% sui lavori del post-alluvione il sindaco di Cusano Mutri arrestato oggi

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Mazzette sui lavori del post-alluvione: e’ l’accusa che ha portato agli arresti domiciliari il sindaco di Cusano Mutri in provincia di Benevento, Giuseppe Maria Maturo, 52 anni, e un suo tecnico di fiducia esterno al Comune, il geometra Remo Di Muzio, di 43. A far partire le indagini della procura di Benevento, guidata da Aldo Policastro, e’ stata la denuncia di un imprenditore edile che aveva ricevuto la richiesta di una tangente del 50 per cento sull’importo dei lavori affidatigli per somma urgenza. Stamane i carabinieri di Benevento hanno eseguito l’ordinanza del gip: l’accusa per entrambi gli arrestati e’ di concussione in concorso. Indagati anche un consigliere comunale di Cusano Mutri ed il dirigente dell’Ufficio tecnico municipale. L’alluvione devasto’ una vasta area del territorio sannita nell’ottobre 2015. Nell’aprile 2017 giunse la denuncia ai carabinieri di “un sistema concussorio posto in essere dal primo cittadino in concorso con un tecnico esterno all’amministrazione comunale”, si legge nell’ordinanza. Le opere appaltate a seguito dell’alluvione riguardavano due affidamenti di lavori di somma urgenza: la sistemazione della fognatura lungo il torrente Titerno, per un importo di 22mila euro, e la sistemazione dell’alveo dello stesso corso, in localita’ Limata, per una cifra di 13mila euro. Le indagini, durate dieci mesi, hanno consentito agli inquirenti di raccogliere vari elementi contro il sindaco. Da parte di Maturo ci sarebbero state pressioni e minacce (“Come ti metti dopo?”) di non far piu’ lavorare l’impresa del denunciante per conto del Comune. Un video dei carabinieri documenta il pagamento da parte dell’imprenditore di duemila euro (prima tranche di una mazzetta di 6.500 euro) al geometra che faceva da intermediario. Al sindaco Maturo sono contestati anche altri episodi. Avrebbe costretto l’imprenditore, nell’ambito del consolidamento della scuola elementare della frazione di Civitella Licinio, ad affidare i lavori dell’impianto elettrico ad una ditta, piu’ costosa, diversa da quella scelta dall’impresa; e infine ad eseguire gratuitamente lavori di terrazzamento nel terreno di proprieta’ della moglie. “E’ una vicenda amara – ha commentato il procuratore Policastro nel corso della conferenza stampa cui hanno preso parte il comandante provinciale dell’Arma Puel e il comandante del Nucleo Operativo dei Carabinieri Zerella – perche’ riguarda la limitazione della libera imprenditoria in un periodo particolare come e’ stato quello seguito all’alluvione del 2015”.


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