Cronaca

Violentava una bambina di 5 anni: parcheggiatore abusivo condannato a 9 anni di carcere

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Nove anni da scontare in carcere per il parcheggiatore abusivo di Fratte accusato di violenza ai danni di una bambina di cinque anni e per aver molestato e minacciato di morte il fratellino di sette che cercava di difenderla. A decretarlo  la terza sezione penale della Cassazione che ha respinto il ricorso avanzato dal legale dell’imputato confermando a carico dell’uomo di sessantanove anni la pena già stabilita in primo e secondo grado. La terribile vicenda si è consumata dal 2009 al 2011, anche se l’imputato avrebbe continuato a lungo a perseguitare le piccole vittime. Abusi  consumati presumibilmente nella casa paterna, nel popoloso rione di Fratte a Salerno in quanto l’uomo era ospite della famiglia alla quale corrispondeva un canone di fitto per un posto letto. In questo scenario la piccola di cinque anni, sarebbe stata costretta a soddisfare le richieste dell’uomo che la obbligava ad avere rapporti sessuali con lui imponendo al fratello il silenzio puntandogli un coltello alla gola. I due bambini, tolti intanto alla famiglia per sottrarli da un contesto di grande degrado, e affidati ad una comunità, avrebbero taciuto le violenze fino al dicembre 2013 quando si confidarono con la direttrice della casa famiglia che aveva intuito che la piccola, che mostrava atteggiamenti palesemente erotici, era vittima di abusi. Fu infatti proprio quell’intuizione a fare scattare una prima inchiesta contro ignoti archiviata però dalla magistratura che, non avendo alcun elemento probatorio, non poté andare avanti. I sospetti rimasero tali fino a quando la bambina iniziò a fidarsi della direttrice e delle operatrici della casa famiglia confidandosi con loro e raccontando i giochi erotici che faceva con l’amico del padre. Consulenze mediche e psicologiche hanno dimostrato che non si trattasse di ipotesi. Poi il fratellino della bambina ha confermato il racconto affermando di essere stato minacciato e palpeggiato. L’uomo fu arrestato il 31 maggio del 2014, quando le accuse furono confermate dai minori nel corso dell’incidente probatorio.