Fughe di notizie e competenza ad indagare: giorni decisivi al Csm e alla Procura di Roma per il caso Consip

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Giornate importanti per il caso Consip che ha aperto un vero e proprio scontro istituzionale. Il Csm domani tornerà sulla vicenda, mentre il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone farà un vertice con gli aggiunti Paolo Ielo e Mario Palazzi, titolari del fascicolo, per valutare le dichiarazioni del Procuratore di Modena Lucia Musti fatte al Consiglio superiore della magistratura. Le polemiche dopo la pubblicazione dei verbali del magistrato al Csm non sono mancate.

Il Csm, domani mattina, ha convocato gli aggiunti della Procura di Napoli, Alfonso D’avino e Giuseppe Borrelli, nell’ambito del procedimento per incompatibilità ambientale nei confronti di John Woodcock. Le contestazioni riguardano, in particolare, la competenza ad indagare da parte della Dda, di cui il magistrato che ha avviato le indagini su Cpl-Concordia e Consip fa parte. Sulla competenza ad indagare si era espresso in modo molto critico il Pg di Napoli Luigi Riello che ha poi chiamato in causa il collega D’Avino che dovrebbe fare chiarezza sulla vicenda.

Riello avrebbe sostenuto, secondo quanto anticipato oggi il Corriere della Sera, che D’Avino fece una nota in cui era palese il disaccordo con i metodi di Woodcock. “Ci si trova di fronte ad una patologia – diceva la nota – peraltro grave, che riguarda i reati contro la pubblica amministrazione costantemente ricercati per mesi ed anzi anni, sistematicamente, al di fuori della propria competenza e delle regole interne all’ufficio”. Sempre a luglio è stato sentito l’aggiunto Nunzio Fagliasso. Il magistrato ha raccontato al Csm che le intercettazioni nei confronti del padre di Renzi, Tiziano, disposte dal decreto nel novembre 2016, furono ritardate dalla procura per ragioni di opportunità visto che di lì a qualche settimana ci sarebbe stato il referendum costituzionale e, dunque, quella poteva essere una linea calda quanto a conversazioni di natura politica. A disporre il rinvio fu lo stesso Woodcock. La richiesta fu inviata l’8 novembre, il Gip diede l’ok il 17 novembre ma il via alle intercettazioni venne dato il 5 dicembre, il giorno dopo il referendum.



    Intanto, domani ci sarà un nuovo vertice a Piazzale Clodio per valutare le dichiarazioni del procuratore Lucia Musti nei confronti del Colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il Cpitano Ultimo, e il maggiore Gianpaolo Scafarto, mentre arriva la presa di posizione del colonnello De Caprio che tramite il suo avvocato Francesco Romito, dice basta “alle gravissime accuse infondate mosse nei miei confronti” sulla vicenda Consip e si dice pronto ad un confronto pubblico per poter “esercitare i diritti di difesa e di informazione al cittadino”. Con un unico obiettivo: dissipare, dice ancora Ultimo, ogni dubbio rispetto a “paventate minacce alle Istituzioni ed altre azioni eversive” cui hanno fatto riferimento “diversi parlamentari”, “il presidente del Pd, il ministro della Difesa e infine il premier”. Il procuratore Giuseppe Pignatone incontrerà dunque domani mattina l’aggiunto Paolo Ielo e il pm Mario Palazzi, titolari del fascicolo Consip: sul tavolo le carte inviate dal Csm e contenenti anche il verbale di audizione del procuratore di Modena Lucia Musti sui casi Consip e Cpl Concordia nel quale il magistrato definisce il maggiore Giampaolo Scafarto, già indagato dalla procura per rivelazione del segreto d’ufficio e falso, e il capitano Ultimo, il colonnello Sergio De Caprio, all’epoca dei fatti comandante del Noe, due “esagitati”, “spregiudicati”, come “presi da un delirio di onnipotenza”. In quell’audizione, il 17 luglio, a Musti, come ai dirigenti degli uffici giudiziari di Napoli, il Csm chiede chiarimenti sulla trasmissione dalla Campania all’Emilia, per competenza territoriale (siamo nell’aprile 2015), del fascicolo sul caso Cpl-Concordia, al centro di una famosa fuga di notizie: quella sulla telefonata tra Renzi e il generale della Gdf Michele Adinolfi. Solo dopo aver visionato l’intero carteggio arrivato dal Csm, Pignatone e gli altri magistrati decideranno se inserirlo nel fascicolo relativo alla vicenda della centrale di acquisti della pubblica amministrazione o aprire un fascicolo apposito.


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