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Il museo delle Scienze e delle Tecniche di Morcone viaggia nella psicologia percettiva

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Il Museo delle Scienze del Sannio dal beneventano arriva anche alla Nuova Accademia Olimpia che ospiterà la conferenza a cura dell’ente museo dal titolo “percezione sensoriale e realtà immaginata”. Il 10 febbraio 2018 ore 18:15 presso aula magna del Liceo A. Manzoni di Caserta avrà luogo un lavoro di sintesi che percorre trasversalmente tre importanti comparti della conoscenza che oggi abbiamo acquisito. Il relatore, Vincenzo Iorio (Direttore del Museo S.A.S.), si occuperà di aspetti della psicologia percettiva, biologia delle funzioni nervose e cognitive insieme coniugati con alcuni argomenti di fisica quantistica.
Questa conferenza è alla terza edizione. Infatti la relazione fu proposta la prima volta il 9 maggio del 2015 proprio presso il Muso di Morcone e la seconda volta, con grande successo di pubblico, fu presentata all’EPT di Caserta, presso la sala degli specchi del Palazzo Reale, il 17 dicembre 2015.
Il Museo Scuola Achille Sannia di Morcone grazie all’aiuto dei mezzi di informazione si premura di far recapitare l’invito a tutti coloro i quali potrebbero mostrarsi interessati a questo argomento.

Bus nella scarpata, Autostrade: 'Le barriere protettive erano ok'

I dirigenti di Autostrade per l'Italia si difendono al processo per la tragedia del bus caduto nella scarpata lungo il tratto della A16 Napoli-Canosa. Per il dirigente le barriere protettive lungo il tragitto erano ok. L'incidente che il 28 luglio del 2013 costo' la vita a 40 persone nel bus precipitato dal viadotto "Acqualonga" dell'A16 Napoli-Canosa, in provincia di Avellino, non e' stato causato dalla presunta scarsa manutenzione delle barriere protettive. Lo hanno sostenuto i periti della societa' Autostrade nel processo davanti al tribunale di Avellino, nel corso del controinterrogatorio da parte della pubblica accusa. A turno, e secondo le proprie specifiche competenze, Francesco La Torre, Lorenzo Domenichini, Marco Anghileri e Dario Tangi, rispondendo alle domande del pm Cecilia Annecchini, hanno ribadito che se avesse funzionato l'impianto frenante il bus si sarebbe fermato prima di infrangere le barriere protettive e precipitare nel vuoto. In particolare, i periti della difesa hanno contestato l'usura dei "tirafondi", i bulloni che assicurano al suolo la barriera, che non avrebbe garantito la tenuta della struttura: i "tirafondi", hanno spiegato, sono stati trovati spezzati in seguito all'urto del bus e la loro funzione e' soltanto quella di limitare il suo spostamento trasversale in caso di urto. I periti della difesa hanno anche confermato la dinamica che ha portato il bus contro la barriera: a spingerlo e' stato l'effetto cuneo in seguito al tamponamento di una Bmw che procedeva nella stessa direzione. Il controinterrogatorio da parte dell'accusa continuera' nella prossima udienza, fissata al 7 febbraio. Il processo, cominciato il 28 settembre 2016 davanti al giudice monocratico di Avellino, Luigi Buono, vede 15 imputati che a vario titolo devono rispondere di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e falso in atto pubblico. Quest'ultima ipotesi di reato e' relativa alla falsa attestazione di revisione del bus. Tra essi anche l'ad di Autostrade, Giovanni Castellucci, e il direttore generale Giovanni Mollo.

Baby gang, la mamma di Arturo: "Da forze dell'ordine capacità investigative"

"Oggi è una giornata positiva, le forze dell'ordine hanno dimostrato celerità e capacità investigativa assicurando alla giustizia i responsabili di questo episodio gravissimo. Siamo in attesa di un'ulteriore conferenza stampa con buone notizie (in riferimento all'aggressione subita dal figlio Arturo a via Foria, ndr). C'è poi un problema di ordine culturale: l'omertà è un processo che si è stratificato in centinaia di anni: diventa difficile demolire questa stratificazione in poco tempo.". Così Maria Luisa Iavarone, madre del 17enne Arturo vittima di un'aggressione in via Foria ad opera di baby gang, a margine della conferenza stampa in Questura sulle ordinanze a carico dei responsabili del ferimento di un quindicenne alla metro di Chiaiano.
"Ho favorito l'incontro con la stampa per andare oltre la positività dell'indagine: la paura è un alibi, vorrei che cadesse la potenziale sfiducia nelle forze di polizia. Noi siamo sul pezzo, ma è necessaria la collaborazione con foto e video che sollevano la responsabilità di chi ce li manda. Dopo manifestazioni e fiaccolate, bisogna fare di più collaborando". Così il questore Antonio De Iesu alla conferenza stampa sulll'arresto dei minori per aggressione a Chiaiano.

Universiadi: ipotesi copertura cantiere metro al porto Napoli

Il cantiere della metropolitana davanti alla Stazione Marittima dovrebbe essere ricoperto e usato per la logistica e gli autobus per gli atleti delle Universiadi nel mese di luglio 2019. E' uno degli aspetti che e' emerso dalla presentazione dell'avanzamento dei progetti per i giochi universitari che oggi i responsabili dell'Aru, guidati dal direttore generale Gianluca Basile, hanno fatto alla commissione della Fisu (la Federazione internazionale degli sport universitari) nella seconda e conclusiva giornata di visita a Napoli. La logistica sul villaggio "galleggiante" degli atleti (che sara' aperto dal 27 giugno al 16 luglio 2019) e' uno dei temi trattati con maggiore approfondimento dalla Fisu che ha avuto assicurazioni che gli atleti arriveranno alle gare "in tempo e ben riposati", ha spiegato Roberto Outerino, direttore dell'area sport dell'Aru. I lavori della metropolitana nello spazio davanti alla stazione marittima, infatti, non saranno ancora terminati per il periodo delle gare nel 2019 e l'Aru ha chiesto alla Metropolitana di poter ricoprire quella zona e usarla solo per quel mese, per poi far riprendere i lavori. La Stazione Marittima sara' il centro delle attivita' a Napoli. Le navi dove alloggeranno gli atleti saranno attraccate alla banchina, mentre l'intera struttura sara' usata per uffici e stanze per le delegazioni. "Confidiamo - ha spiegato Basile - che l'area del cantiere della metro si potra' usare per i trasporti, altrimenti ci sono spazi per la sosta dei bus a cinque-sei minuti di distanza dalla stazione marittima. Nell'area intorno alla stazione installeremo dei container per le stanze mediche e gli uffici". I container, nel progetto dell'Aru, occuperanno una vasta area nella zona della stazione. Ogni container avra' bagno chimico e aria condizionata. Nell'edificio della stazione marittima ci sara' invece la main accreditation area, il policlinico e per gli scopi di organizzazione e uffici sara' usato tutto il centro congressi. Anche l'aeroporto di Capodichino sara' coinvolto, visto che l'Aru chiedera' di poter usare per gli atleti un terminal dedicato, anche per motivi di sicurezza. L'Agenzia per le Universiadi ha preso in considerazione anche i rischi connessi all'organizzazione tra cui, sottolineano, la possibilita' che le navi per alloggiare gli atleti non arrivino in tempo, i molti cantieri aperti nella zona del porto di Napoli, ma tra i problemi e' anche messa in preventivo una scarsa affluenza di pubblico agli eventi sportivi.

Dipendenti comunali sorpresi a sversare rifiuti speciali

Cinque dipendenti del comune di Lagonegro (Potenza) sono stati denunciati a vario titolo per reati ambientali e sequestrati un'area di circa 200 metri quadrati ed un furgone di proprieta' comunale. E' il risultato di controlli effettuati dai militari della Compagnia di Sala Consilina (SALERNO), unitamente ai colleghi della locale stazione Carabinieri Forestale. Tre operai comunali sono stati sorpresi mentre da un autocarro, con scritte identificative del Comune, scaricavano materiale di risulta da demolizioni in un fondo agricolo comunale, ubicato nel territorio di Lagonegro, non destinato allo stoccaggio di rifiuti speciali. La situazione giudiziaria delle cinque persone, due dirigenti responsabili della tutela del territorio e della manutenzione cittadina e tre operai, e' al vaglio dell'autorita' giudiziaria del tribunale di Lagonegro.

Il Miglio d'Oro, docufilm in 3d su storia delle Ville Vesuviane

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La storia delle Ville vesuviane con i successivi interventi di restauro che hanno dato nuova luce al litorale e ai paesaggi circostanti, dove compare anche uno spettacolare Vesuvio in eruzione: e' il documentario in 3d 'Il Miglio d'Oro', presentato alle Scuderie di Villa Campolieto, sede della Fondazione Ente Ville Vesuviane. Il filmato, scritto da Benedetto Sicca e diretto da Marco Farace, commissionato dalla Fondazione Ente Ville Vesuviane e realizzato da Insonnia Team Animation Studios con il contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, ha per narratore un artigiano, Roccoco', a cui ha prestato la voce l'attore Lucio Allocca, presente all'evento. Sullo schermo si susseguono alcuni ambienti della Reggia di Portici, Villa Vannucchi a San Giorgio a Cremano, il Parco sul Mare di Villa Favorita e l'esedra di Villa Campolieto con lo scalone che conduce al piano nobile, cosi' come era un tempo e successivamente interessata da importanti interventi di restauro che l'hanno restituita all'antico splendore. Tra le immagini anche la prima ferrovia che nel 1839 collegava NAPOLI a Portici, la fase di decadenza con l'avvio delle costruzioni edilizie tutto intorno fino all'epoca in cui e' avvenuto il recupero e il restauro delle ville storiche. Dopo la proiezione del filmato in 3d, sono stati illustrati i nuovi percorsi didattici e di fruizione delle Ville a cura della Fondazione che si snoderanno tra Villa Campolieto e Villa delle Ginestre, dimora leopardiana a Torre del Greco (NAPOLI). "Una azione coordinata tra Villa Campolieto e Villa delle Ginestre per offrire una accoglienza maggiore a studenti e visitatori anche attraverso la proiezione di un filmato in 3d", dice il direttore generale della Fondazione Ente Ville Vesuviane, Paolo Romanello. I percorsi prevedono, tra l'altro, una caccia al tesoro in Villa Campolieto per far conoscere la residenza vanvitelliana e i suoi personaggi storici. A Villa delle Ginestre sono in programma laboratori didattici sulla scrittura creativa oltre ad attivita' nell'orto e in cucina, per finire a dicembre con le creazioni artigianali di presepi. L'evento chiude la 17/a edizione di 'Natale in Villa' promossa per il Festival delle Ville Vesuviane.

Mugnano, inclusione a scuola: i circoli Siani e Sequino aperti anche il pomeriggio

MUGNANO – Inclusione a scuola, gli istituti Siani e Sequino ottengono il finanziamento per le attività extracurriculari. Al progetto ha partecipato l’Amministrazione Sarnataro, che si è impegnata con un apposito protocollo a realizzare uno sportello di ascolto presso le strutture scolastiche con l’intervento di professionisti psicologi che, a titolo gratuito, seguiranno i ragazzi. Con i fondi europei, inseriti nel Pon 2014/2020, le scuole potranno restare aperte anche nel pomeriggio attivando una serie di laboratori per gli studenti. Il Circolo Sequino ha ottenuto il contributo economico con il progetto “La Scuola siamo noi”, che prevede l’attivazione di ben 9 laboratori: 3 di matematica, 2 di scacchi, 2 di coding e robotica e infine 2 di scrittura. “In totale saranno coinvolti 180 alunni – spiega la dirigente della Sequino Maria Grazia Mele – selezionati tra quelli a maggior rischio di esclusione. Ogni modulo sarà svolto tramite l’utilizzo di tecniche e metodologie partecipative, così da rendere più accattivante l’esperienza didattica”. Il Circolo Siani si è invece aggiudicato i fondi con il progetto “Viva le differenze! La scuola per valorizzare ed integrare”, che prevede 8 attività extracurriculari: 1 di scrittura creativa, 2 di matematica e robotica, 2 di sport, 2 di arte e fotografia e 1 incentrato sul territorio. “L’obiettivo – spiega la preside Maria Micelisopo – è combattere i motivi che spingono gli allievi in difficoltà ai margini della scuola e favorire la stabile inclusione attraverso momenti che facciano leva sulla creatività come motore della conoscenza”. Alle proposte dei due circoli scolastici ha aderito con entusiasmo l’Amministrazione comunale, firmando due diversi protocolli d’intesa. “Garantiremo agli studenti la presenza di psicologi che potranno seguirli da vicino e gratuitamente – dichiara il sindaco Luigi Sarnataro – Le scuole sono un importante centro di aggregazione e la possibilità di tenerle aperte anche nel pomeriggio va sfruttata a 360 gradi. Solo con la diffusione della cultura, della legalità, della condivisione si può combattere la violenza, l’illegalità, il bullismo e il cyber bullismo. Siamo sempre a fianco delle istituzioni scolastiche del nostro territorio”.

Arriva in Italia oggi il latitante scoperto in Messico la scorsa settimana

Arriva a Roma, all'aeroporto di Fiumicino, nel primo pomeriggio odierno, scortato da personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, Salvatore Longo, il 45enne di Napoli rintracciato alcuni giorni fa in Messico, latitante dal maggio 2007, poiché condannato dal Tribunale di Verona a oltre 9 anni di reclusione per i reati di usura ed estorsione. Le attività criminali di Longo, legato al clan camorristico Licciardi, sono state sviscerate dagli investigatori della Squadra Mobile di Verona, in collaborazione con la Dia di Padova, e poi estese in campo internazionale attraverso lo SCIP e la rete degli Ufficiali di collegamento. Il rintraccio di Longo è stato frutto della collaborazione e dell'interoperabilità delle strutture del Dipartimento della Pubblica Sicurezza dislocate sul territorio nazionale ed all'estero. All'arrivo a Fiumicino verranno espletate le formalità dell'arresto presso l'Ufficio di Polizia di Frontiera Aerea e successivamente Longo sarà portato in carcere, a disposizione dell'autorità giudiziaria scaligera.

Inquinamento: sequestrata l'area della società che ha in appalto la raccolta dei rifiuti a Giugliano

Giugliano. Inquinamento ambientale: sequestrata un'area di 10mila metri quadrati al consorzio che si occupa della raccolta dei rifiuti nel Comune di Giugliano. Stamane, i carabinieri del Noe di Napoli hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro prevetivo, emesso dal Gip del Tribunale di Napoli Nord di un'area denominata Palmentiello, concessa all'ATI "Teknoservice S.r.l. (capogruppo) - Consorzio GEMA", per il deposito dei mezzi. I militari, nel corso delle indagini, hanno riscontrato che l'area sottoposta a sequestro era invece utilizzata per lo stoccaggio di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, con scarico abusivo delle acque reflue del percolato, derivanti dagli autocompattatori, nei campi agricoli confinanti. Ai titolari della Ati è stato contestato il reato di inquinamento ambientale. In particolare, sono stati svolti alcuni accertamenti tecnici che hanno consentito di raccogliere indizi in base ai quali ritenere che nell'area sottoposta a sequestro - deputata al solo parcheggio degli automezzi aziendali - veniva effettuata, invece, un'illecita attività di gestione e di stoccaggio di rifiuti. Le acque reflue del percolato, inoltre, si riversavano nei fondi agricoli confinanti con pericolo di compromissione e deterioramento dei campi a causa del continuo accumulo di ferro e di cloruri.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, infine, tali condotte - illecita attività di gestione dei rifiuti e inquinamento ambientale - sarebbero da addebitare direttamente alla Ati Teknoservice srl-Consorzio Gema.

'Basta che fai il nome mio...', così la Farelli, 'Brioches' diceva ai clienti per vendere la droga. LE 4 PIAZZE DI SPACCIO

La 'quota rosa' della camorra aveva un peso importante nelle attività di spaccio di stupefacenti tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli a Napoli. Su quattro piazze per la vendita di cocaina ben tre erano gestite da donne. In un caso e' coinvolto anche un ragazzino di 14 anni che, su disposizione, della madre vendeva bustine con la cocaina. Il giudice per le indagini preliminari di Napoli Giuliana Pollio, ha ricostruito grazie all'attività investigativa dei carabinieri, il ruolo che svolgevano nell'economia della cosca che aveva basi per la vendita di sostanze stupefacenti aperte 24 ore su 24. Innanzitutto Angela Farelli, detta brioches, che controllava la zona di vico Tre Re a Toledo. Era li' che aveva creato una vera holding per lo smercio sia di cocaina che di marijuana. Con le Rosa Balsamo, detta Rosettina, la quale gestiva la cassa. Nella piazza lavorava anche la sorella Anna, ex moglie di Salvatore Maggio, ora pentito, con Emilia Lenti, entrambi indagate a piede libero. Quest'ultima era la vicina di casa di Angela Farelli e per i carabinieri faceva da vedetta. A sovra intendere il lavoro c'era la capostipite, Maria Tomei, detta Maruzzella, con il fratello Angelo, entrambi ora ai domiciliari.

Secondo gli investigatori questa era la piazza più importante. L'attività di spaccio si svolgeva all'interno dello stabile ubicato in Vico Tre Re a Toledo  41, dove l'organizzazione manteneva il "deposito" delle sostanze stupefacenti di pronto impiego, bensì in modo "itinerante", ossia con consegne di stupefacente a mezzo di corrieri che, in sella a ciclomotori, raggiungevano il cliente nel posto che questi ultimi avevano precedentemente pattuito a telefono con gli organizzatori dell'associazione. Scrive il gip Pollio nelle 157 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare: "Il ruolo di Farelli Angela come capo dell'associazione, emerge dalle numerose conversazioni telefoniche che lei intrattiene sia con i clienti abituali sia con i membri del sodalizio. Il linguaggio criptico e metaforico, utilizzato in entrambi i casi, documenta l'esistenza di una collaudata attività di spaccio di stupefacente, che si avvale di una rete di collaboratori con distribuzione dei compiti e dei ruoli, in modo da ridurre il rischio delle conseguenze penali in caso di scoperta da parte delle forze dell'ordine. Le intercettazioni hanno altresì rivelato la stabile occupazione dei membri del sodalizio, dediti quotidianamente all'attività di spaccio diretta dalla Farelli secondo uno schema di suddivisione dei ruoli e parcellizzazione dei compiti. Parimenti, in caso di richieste di droga da parte degli acquirenti, l'intera contrattazione (spesso confermata dal sequestro dello stupefacente da parte delle forze de li' ordine) si esaurisce in poche, ermetiche battute, sintomatiche dell'esistenza di pregressi e collaudati rapporti tra le parti".

Il gruppo capeggiato dalla Farelli e da suo figlio Francesco Valentinelli, riforniva una clientela ormai fidelizzata, avvezza ad ordinare telefonicamente lo stupefacente che veniva recapitato, nella maggior parte dei casi, fino a domicilio. Emblematiche, risultano le conversazioni intercettate nel merzo del 2016 quando Angela Farelli veniva contattata sull'utenza telefonica da Francesco D'Angelo soprannominato "Brigida" che fa intendere di volere acquistare sostanza stupefacente dalla Farelli, che prontamente risponde dicendo di recarsi presso la sua abitazione dove, ad attenderlo, avrebbe trovato suo figlio Francesco. "Basta fare il nome mio per avere quello che devi avere e dare quello che devi dare'', aveva spiegato "Brioches" al telefono al cliente. Ma  dalle intercettazioni si evince in modo assolutamente chiaro, malgrado il linguaggio criptico utilizzato, che l'oggetto effettivo delle stesse è il traffico di stupefacenti. Infatti, negli sms, cosi come nelle conversazioni tra presenti, gli indagati indicavano la sostanza stupefacente del tipo cocaina con i termini"super", "baci", "vestitini", "magliette", "giacche", "scarpe", "palloncini", "tipi allisciati'', "pizze", "bollette". Le piazze di spaccio erano dotate di una cerchia di clienti, per così dire, fidelizzati,per i quali non era necessario ricorrere a parole criptiche per ottenere una consegna, bastando il solo invito a "passare" da lui per far comprendere allo spacciatore quale fosse il numero delle dosi e dove dovesse avvenire la consegna.

La seconda piazza era quella della parte alta dei Quartieri Spagnoli, gestita da Maria D'Amico,  sorella dei frauella del rione Conocal di Ponticelli e sorellastra di Enrico Ricci, considerato il ras dei Quartieri, soprannome fraulella. La donna ha avuto l'obbligo di dimora, mentre il figlio e il marito sono solo indagati a piede libero. Lei e' ritneuta dagli inquirenti il trait d'union tra la camorra dei Quartieri Spagnoli e quella di Ponticelli, quartiere del quale e' originaria. Infine la piazza del clan Elia del Pallonetto di Santa Lucia, gestita da Adriana Blanchi, gia' in carcere per associazione a delienquere di stampo mafioso con una richiesta di condanna a dieci anni di reclusione. La donna era la referente del gruppo, moglie del capoclan Renato. Aveva messo a lavorare il figlio Antonio Michele, agli arresti domiciliari, e un minorenne cui faceva spacciare cocaina. La donna usava come 'protezione' dalle forze dell'ordine l'abitudine di vedere droga solo a chi conosceva. Ma nonostante questo e' stata intercetta e incastrata. La quarta piazza di spaccio sgominata dall'indagine dei carabinieri è quella di Massimo Capasso in via Correra gestito dalla stesso e che utilizzava la moglie Flora Fierro per ricevere gli ordini e il figlio 22 Giovanni per le consegne a domicilio.

(nella foto da sinistra Angela Farelli, Maria D'Amico, Adriana Bianchi)

 

Spacciava dai domiciliari, pregiudicato di Pontecagnano colleziona il secondo arresto in pochi giorni

Pontecagnano. Secondo arresto in pochi giorni per Carlo Vitale: il pregiudicato di Pontecagnano spacciava nuovamente nonostante fosse agli arresti domiciliari. Nel primo pomeriggio di ieri i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato nuovamente, sempre per detenzione di stupefacenti, Vitale.
Il 48enne era sottoposto agli arresti domiciliari sia per l’arresto del 10 agosto 2017, quando venne trovato alla guida della sua auto con 1 chilo e 200 grammi di cocaina nascosta nella ruota di scorta, sia per l’arresto di domenica scorsa, 28 gennaio, per essere stato trovato in possesso, durante un controllo presso la sua abitazione, di 32 grammi di hashish e 590 euro. Ieri pomeriggio, durante una perquisizione i militari hanno sequestrato 35 grammi di hashish e due coltelli nascosti in un locale, nei pressi dell'abitazione e nella sua disponibilità. Dopo le formalità di rito, Carlo Vitale è stato trasferito nel carcere di Fuorni con l'accusa di detenzione e spaccio di sostanze stuefacenti.

Ria Rosa - Il viaggio: la sciantosa del Cafè Chantant raccontata in uno spettacolo al Caos Teatro

Al suo quinto appuntamento, la stagione “Oltre i Margini” del Caos Teatro di Villaricca, ha in programma per sabato 3 febbraio 2018 alle ore 21.00, lo spettacolo “RIA ROSA – Il viaggio”. Presentato da Casa del Contemporaneo, lo spettacolo vede in scena Antonella Romano, Rino De Masco e Rosario Sparno, che ne cura anche la regia, accompagnati al pianoforte Giosi Cincotti.
“Ria Rosa” è un viaggio che è una rivoluzione in musica, che parte da Napoli e arriva a New York attraverso i versi di canzoni osate, cantate, suonate, provate e respinte.
Ria Rosa, sciantosa del Cafè Chantant, nasce a Napoli con il nome di Maria Rosaria Liberti. Debutta nel 1915 a sedici anni ed è subito contesa da impresari ed editori musicali per le sue capacità recitative e la voce scura e teatrale.
Uguaglianza, giustizia e libertà sono concetti che trovano ampio spazio nei versi delle canzoni da lei interpretate; libertà di fumare, di ballare, di vestirsi e truccarsi, contravvenendo al moralismo del tempo che vede la donna relegata al ruolo di madre e moglie devota.
“Ria Rosa” racconta uno straordinario periodo storico di grandi cambiamenti, collocandolo in una cornice contemporanea, per poterlo così osservare con occhi nuovi e sentirlo molto più vicino di quanto si possa immaginare.

Associazione Culturale Caos Teatro è in via Della Libertà, 412 C a Villaricca (di fronte al Liceo De Carlo)

Tel. 081 199 73 853  - 328 45 66 017
www.caosteatro.com - info@caosteatro.com

L'Arcivescovo Sepe sulle baby gang: "Pagare la pena è un occasione di trasformazione e di crescita"

Napoli. Baby gang e arresti: nessuna clemenza secondo l'Arcivescovo Crescenzio Sepe con i giovani che hanno sbagliato. "Credo che pagare la pena, il fio di quello che hanno compiuto possa essere anche un'occasione di trasformazione per questi ragazzi che probabilmente non hanno avuto un minimo di aiuto nè dalle loro famiglie, nè dalla scuola nè dalla chiesa per crescere nella loro vita". Ha detto l'Arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, in relazione all'operazione che ha portato alla scoperta della baby gang che lo scorso 12 gennaio ha pestato il giovane Gaetano all'uscita della stazione della metropolitana di Chiaiano. Dal cardinale Sepe anche l'appello "a tutti coloro che sono istituzionalmente impegnati a fornire un'educazione ai giovani affinchè ci si impegni veramente e con tutte le forze perchè - ha affermato - il fenomeno della violenza giovanile è esploso ma potrebbe non arrestarsi qualora preventivamente non riuscissimo a mettere in campo tutte le misure per evitare simili episodi".
L'Arcivescovo di Napoli si è soffermato anche sulla sua permanenza in servizio dopo l'invito ricevuto da Papa Francesco a proseguire il suo mandato per altri due anni, oltre il compimento del suo 75esimo anno di età: "Vado avanti fino a che il Signore mi dà la forza" ha sottolineato Sepe. "Quando, al termine di un colloquio cordiale e familiare, ho salutato il Papa dicendogli che lo avrei disturbato il 2 giugno per consegnargli la mia lettera di dimissioni - ha raccontato Sepe - il Santo Padre mi ha detto: 'Portala ma tu dovrai restare almeno altri due anni e poi vedremo'. Il Papa - ha concluso il cardinale - mi ha detto che se sono in buona salute devo andare avanti".

Ruba un’ auto e chiede al carro attrezzi di portargliela fin sotto casa: arrestato

Ruba un’auto e chiede al carro attrezzi di portargliela fin sotto casa. I carabinieri arrestano un 40enne incensurato. i carabinieri di piano di sorrento hanno dato esecuzione a un’occ ai domiciliari per furto aggravato e falsità materiale emessa dal g.i.p. di torre annunziata nei confronti di a.o., un 40enne di Castellammare di Ctabia.
il 20 luglio aveva forzato la portiera di un'auto fiat 500 l parcheggiata in strada a meta di sorrento e vi aveva apposto targhe false per dissimulare il furto. poi però si era presentato il problema di come portarla via, quindi aveva pensato di chiamare un carroattrezzi fingendosi il proprietario dell’auto e chiedendo di trasportarla fin sotto casa sua, comodamente, a castellammare.
l’impiegato della ditta era rimasto perplesso quando aveva trovato infilato nel blocco d’accensione un coltello da cucina ma a.o. aveva spiegato di aver perso le chiavi e di esser ricorso a quell’espediente per accendere la “propria” auto.
le indagini dei carabinieri hanno tuttavia ben presto svelato il furto e le bugie, concludendosi con l’esecuzione della misura cautelare e la restituzione dell’auto all’avente diritto.

Aggressione della baby gang a Chiaiano, il questore: 'Nessuno ha collaborato'

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Nella mattinata odierna gli agenti della Polizia di Stato dei Commissariati di Scampia e di Chiaiano, sapientemente coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, hanno eseguito 9 ordinanze cautelari emesse dall’Ufficio G.I.P, su richiesta della medesima Procura, nei confronti di altrettanti soggetti minori, gravemente indiziati del reato di lesioni gravissime in danno del giovane Gaetano.Il quindicenne veniva trasportato dai familiari nel pomeriggio del 12 gennaio u.s. presso il nosocomio San Giuliano di Giugliano in Campania, ed operato d’urgenza per asportazione della milza, perchè aggredito selvaggiamente da un folto gruppo di giovani nei giardinetti antistanti la stazione metropolitana di Chiaiano, ove si trovava in compagnia dei suoi cugini, entrambi minorenni, a loro volta aggrediti e minacciati.L’attività investigativa espletata dai citati uffici, coordinati dalla Procura minorile napoletana, ha consentito di accertare che l’azione criminosa posta in essere in danno del minore veniva realizzata per futili motivi da parte di un branco costituito da dieci adolescenti, tutti minorenni.L’analisi dei filmati estrapolati dagli impianti di videosorveglianza ha evidenziato la presenza dei dieci giovani, tutti identificati, che alle ore 18.30 di quel 12 gennaio, con modalità di branco, aggredivano senza motivazione alcuna Gaetano, che soccombeva alla feroce azione posta in essere in suo danno.I soggetti, in esito ad incessanti attività investigative realizzate dalla Polizia di Stato, venivano tutti progressivamente individuati e sottoposti ad interrogatori anche nei giorni successivi all’evento; venivano altresì effettuate ricognizioni fotografiche ed acquisite dichiarazioni da parte di alcuni indagati, che hanno consentito una puntuale ricostruzione dei fatti nonchè dei singoli contributi soggettivi posti in essere dai concorrenti.I nove provvedimenti cautelari interessano minori di età compresa tra i 14 ed i 17 anni, tutti incensurati, sei dei quali iscritti ad istituti scolastici. Per 8 di essi è stata emessa la misura cautelare del collocamento in Comunità dislocate sul territorio della provincia di Napoli, mentre per uno soltanto la permanenza in casa. Il decimo minore che ha preso parte all’aggressione risulta essere infra quattordicenne non imputabile.

"Nessuna testimonianza". Questa la lapidaria risposta del questore di Napoli Antonio De Iesu a chi gli ha chiesto se, nelle indagini tese all'individuazione degli aggressori del 15enne picchiato a Chiaiano, fosse intervenuto l'aiuto di qualche testimone. "Non ci è arrivata alcuna testimonianza, né dopo l'evento qualcuno ha aiutato il ragazzo - ha spiegato De Iesu - purtroppo, ed è un dato oggettivo, la disponibilità a collaborare con le forze di polizia è stata pari quasi a zero. E' un dato su cui riflettere. Le fiaccolate, i cortei, le manifestazioni di sostegno sono importanti ma non sufficienti. Sono un punto di partenza, ma apprezzerei che le migliaia di giovani che hanno partecipato alle manifestazioni di protesta si accreditassero come sentinelle sul territorio". De Iesu ha sottolineato come "in città ci siano un milione e mezzo di telefonini e, se ci arrivassero filmati o video che riprendono scene cruente, avremmo più spazio per le indagini. Mi auguro che questi fatti, le risposte che abbiamo dato ai recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto minori, dalla sparatoria di Chiaia al ferimento di Arturo all'aggressione ai danni di Gaetano, siano l'inizio di un processo di consapevolezza".

Stanato dai carabinieri il capo della piazza di spaccio del Parco Verde di Caivano: era latitante da dicembre

Caivano. Arrestato dai carabinieri il capo della piazza di spaccio del Parco Verde di Caivano, Antimo Rolando Vasapollo, 60 anni. L'uomo è stato preso in un appartamento affittato da chi lo copriva il 7 dicembre scorso, quando durante un blitz della polizia al Parco Verde di Mugnano, in provincia di Napoli, si era disfatto di un borsone con un chilo di marijuana e se l'era data a gambe. Da allora Antimo Rolando Vasapollo, un 60enne ritenuto il gestore di una delle piazze di spaccio del quartiere, si era reso irreperibile. Era stata emessa a suo carico dal gip di Napoli Nord un'ordinanza per detenzione di droga a fini di spaccio e per evitare l'arresto si era rifugiato in un appartamento a Mugnano preso in affitto per lui da un conoscente. A stanarlo sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna che lo hanno localizzato e bloccato alla guida di un'utilitaria mentre tentava di nuovo di fuggire dopo essere uscito di casa. Dopo le formalità di rito, Vasapollo è stato portato in carcere.

Caso Cesaro: il ministro Orlando avvia accertamenti sul giudice Cioffi

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Il ministro della giustizia Andrea Orlando, tramite l'ispettorato, ha avviato accertamenti preliminari sulla vicenda del giudice Giuseppe Cioffi fotografato durante una recente convention di Fi. Cioffi e' il presidente del collegio che, presso il tribunale Napoli Nord, dovra' giudicare Aniello e Raffaele Cesaro, fratelli di Luigi Cesaro, parlamentare uscente di Fi ricandidato da Berlusconi al Senato. Intanto dopo  il caso rivelato da “Repubblica” del giudice, parla la presidente del Tri­bunale di Napoli Nord, Elisabetta Garzo. Sta valutando come proce­dere. Ma il giudice rischia una se­gnalazione per incompatibilità per la sua “rischiosa” vicinanza ai Cesaro e a Forza Italia nel suo com­plesso. Sempre a Repubblica la Garza dice: "Il giudice Cioffì? Nelle prossime ore deciderà se avanzare un’istanza di astensione dal processo in cui sono imputati i fratelli di un parlamentare. Ma io come vertice dell'ufficio ho aper­to doverosamente le mie, di valuta­zioni".

(nella foto tratta da Repubblica.it il giudice Giuseppe Cioffi (terzo da sinistra) alla convention di Forza Italia)

Marilù al suo debutto discografico: Avesseme Furtuna, sabato 3 febbraio al Pan

Previsto per il 3 febbraio alle ore 18.00 al Pan (via dei Mille  60, Napoli), il debutto discografico di Marilù. “Avesseme Furtuna” è il suo primo lavoro discografico prodotto dall’etichetta SoundFly. Il progetto, firmato insieme ad Antonio Di Francia (arrangiatore e compositore dei Solist String Quartet, che vanta collaborazioni con Noa e Eugenio Bennato), propone in undici brani storie popolari che trasudano vita, in cui si mescolano sacro e profano. Echi antichi abbracciano un mood fresco e innovativo proprio come l’anima e la voce di Marilù, che così ama esprimersi da sempre, fedele alla tradizione seppur sperimentando. Il lavoro è stato impreziosito da alcune collaborazioni, come la featuring con Enzo Gragnaniello, per il brano inedito che da il titolo all'album, e quella con Gianni Lamagna (NCCP). Modererà l’incontro il giornalista Ciro De Rosa, direttore di Blogfoolk, e seguirà un live in cui accanto a Marilù Poledro (voce e tammorra), suoneranno Antonio Di Francia (chitarra), Corrado Calignano (basso) Franco Perreca (fiati) e Gabriele Borrelli (percussioni).

Il boss Zagaria: 'Non ho più soldi per pagare gli avvocati'

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Il capoclan è al verde. È la parabola discendente del boss, Michele  Zagaria, ex capo dei Casalesi. "Non ho più denaro per pagare gli avvocati, revoco la nomina ai miei due legali Cola e Raucci che ormai da tempo mi difendono gratis. Non li pago da mesi".Così ieri ha annunciato in aula di aver deciso di rinunciare a essere rappresentato da una toga in un processo rispedito a Napoli dalla Cassazione, e ha chiesto al presidente del collegio, Vincenzo Martursi, di nominare un difensore d'ufficio. Lo ha fatto ieri mattina, nell'aula della corte di assise di Appello di Napoli per discutere del duplice omicidio Antonio Cantiello-Domenico Florio.
Ancora una volta, il boss, come riporta Il Mattino, ha puntato il dito contro i magistrati inquirenti della procura Antimafia: "Hanno arrestato tutti i miei familiari - ha detto - quindi non c'è più nessuno che può andare a parlare con i legali, non c'è nessuno che paghi gli avvocati.Io sono innocente, lo ribadisco quindi mi affido alle mani della corte perché nutro piena fiducia nella giustizia. La Dda vuole il mio pentimento, per questo io vivo isolato dal mondo. Io non sono semplicemente al 41bis ma un isolamento totale perché non divido la cella con nessuno e nell'ora d'aria sono solo.  Ci sono quattro livelli di carcere duro a me viene applicato il peggiore. E dopo questa mia affermazione in aula sarà ancora peggio, ma non mi interessa, dovevo dire delle cose".
Da oggi, nel processo per il duplice omicidio, Zagaria sarà assistito dall'avvocato Mauro Valentino, scelto, dal presidente d'ufficio, già impegnato nel procedimento. Zagaria, video-collegato dal carcere di Milano-Opera, è invece rimasto fino alla fine. Durante l'ultima udienza in Appello aveva cercato di impiccarsi con il filo del microfono due mesi fa. E non si esclude che anche stavolta il suo intervento celi un messaggio agli uomini del clan: "Battete cassa al più non posso".

Elezioni, i sindaci della Penisola Sorrentina: 'Non ci sentiamo rappresentati'

Giuseppe Cuomo, berlusconiano della primissima ora, fedele al partito. Un cuore azzurro, ormai infranto, a seguito della sua non candidature alla Camera dei Deputati sotto la bandiera di Forza Italia. Il sindaco di Sorrento, al suo secondo mandato, con un passato politico importante è rimasto fuori dai giochi, così come altri colleghi della penisola Sorrentina. “Mi dispiace non aver potuto offrire un contributo come rappresentante di un'area di eccellenza a livello nazionale - dice Cuomo - La scelta dei candidati rivela la logica che ha mosso la composizione delle liste, senza necessità di commentarle. Serve una profonda riflessione sugli errori commessi per evitare che si ripetano in futuro - conclude il sindaco di Sorrento - Ora spetta agli elettori fare la propria scelta, nella consapevolezza consapevoli che il territorio ha perso un'altra occasione”. Sulla stessa lunghezza d’onda c’è la fascia tricolore di Meta, Giuseppe Tito. Il sindaco fino a pochi giorni fa era in lizza per il posto nel collegio uninominale per la Camera. “La scelta di candidati più vicini ai territori, primo fra tutti la penisola sorrentina, avrebbe rafforzato il Pd che già è atteso da una battaglia difficili”. Probabilmente ad influire sulla sua non candidatura sono state le vicende giudiziarie. Infatti il 28 febbraio il sindaco rischia di essere rinviato a giudizio per presunti appalti pilotati nel comune. Un altro primo cittadino in pole per la candidatura alla Camera ma che poi ha rifiutato è stato Luca Mascolo, lo confermano le sue parole: “Sono stato io a rifiutare la nomination dice il primo cittadino di Agerola Le mie priorità restano il Comune e l'Ente idrico campano di cui sono presidente”. Intanto è ritornata in campo Annalisa Vessella, moglie dell’ex deputato Michele Pisacane schierata dal centrodestra nell’uninominale per la Camera dei Deputati.

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