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Napoli, tunisino tenta di strappare borsa a una ragazza: inseguito e arrestato

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Napoli. Ieri pomeriggio, gli agenti della Polizia di Stato dell’Ufficio Prevenzione Generale “Volanti” e della “Squadra Mobile” hanno arrestato Nidhal Bechek , tunisino, di anni 24, per il reato di tentata rapina.Gli agenti della volante mentre transitavano per Piazza Mancini sono stati attirati dalle urla di alcune persone, che indicavano Bechek colui il quale aveva tentato di strappare la borsa ad una ragazza, quindicenne, la quale disperata stava cercando aiuto. I poliziotti della Squadra Volanti insieme ad una pattuglia della Squadra Mobile, dopo un breve inseguimento, sono riusciti a bloccare l’extracomunitario, in via Postica alla Maddalena, dove lo stesso, come ultimo tentativo, tentava di nascondersi all’interno di un portone. Il tunisino annovera pregiudizi di polizia, in quanto già nel 2016 era stato condannato con giudizio per direttissima a 10 mesi di reclusione , pena sospesa. Stamane, dopo il rito direttissim0, Nidhal Bechek è stato condannato, dall’Autorità Giudiziaria ad 1 anno e 8 mesi di pena sospesa e 600,00 euro di multa.

Gli Evì Evàn, band italo-greca, presenta 'Chiacchiere al tekès'

Venerdì 9 febbraio alle ore 21.00, in occasione della III Giornata Mondiale della Lingua Greca e della Cultura Ellenica, la band italo-greca degli Evì Evàn presenta "Chiacchiere al tekès": musica, aneddoti e racconti per la rassegna organizzata da all'interno dello SPAZIO X di Via Petrarca 25 (Parco dei Pini) a Caserta.
Il Tekès era un locale con finalità e natura ambigue: un bancone da taverna, due o tre bottiglioni di liquori colorati e le saracinesche sempre mezze abbassate. Un posto dove ci si incontrava per fumare il narghilé, chiacchierare, trovare l’amore a pagamento e perdere il tempo con gli amici. Un piccolo spazio oscuro e fumoso dove l’illegalità si mescolava con l’intrattenimento; la borghesia con la malavita. Un modo di passare le serate importato in Grecia dagli immigrati cacciati dalla Turchia dopo la Katastrofì del 1922; un punto di incrocio tra Oriente e Occidente.
Con l’ensemble composto da Dimitris Kotsiouros (bouzouki, cumbus saz), Giorgos Strimpakos (baglamas, canto) e Valerio Mileto (chitarra, oud) ci troviamo in un tekès nella periferia di Caserta per una serata dal sapore orientale; per ritrovare ritmi di vita lenti e il piacere di ascoltare insieme canzoni di storie di amore maledetto, di porto e di periferie cittadine; di prigioni, di zingare, passione per musica, vino e narghilè dove i ritmi dell’allegria si alternano alle melodie melanconiche. Un viaggio nel tempo che con le canzoni rebetike, i canti urbani, la musica dei negri ellenici, ci riporta alla prima metà del secolo scorso, in un’epoca dove la povertà e la fatica di vivere si vincevano cantando e stando insieme. Una musica alternativa, mistikì, nascosta, rispetto alla globalizzazione delle proposte contemporanee.
Nel 2007 gli Evì Evàn esordivano a Roma con il primo concerto di musica rebetika, un genere musicale conosciuto da pochi ellenofili, sebbene la sua tradizione sia lunga quasi un secolo. Dai tavoli delle taverne greche al grande palco dell’Auditorium del Parco della Musica, dai festival di paese alle trasmissioni con radio e televisioni nazionali, anno dopo anno gli Evì Evàn sono diventati “il riferimento del rebetiko in Italia”, come li ha definiti Pier Andrea Canei sul settimanale Internazionale. Al loro ultimo album intitolato Rebetiki Diadromì (Itinerario Rebetiko), orgogliosamente autoprodotto, hanno voluto collaborare anche Moni Ovadia, Daniele Sepe, Vinicio Capossela, Sofia Labropoulou e Nikos Nikolopoulos. In questi sette anni gli Evì Evàn hanno portato il rebetiko in tutta Italia contribuendo a diffondere la conoscenza di una musica che nasce dal cuore e la cui arteria passa per il bouzouki. Attivi anche nel teatro, gli Evì Evàn hanno lavorato con Moni Ovadia e Antun Blazevitc negli spettacoli teatrali Progetto Odissea e Lo zingaro felice.
Le radici del Rebetiko affondano nei ghetti delle città e nelle vicissitudini del sottoproletariato urbano. Nulla a che vedere con la musica rurale, delle isole o del folklore. Vietato dalla dittatura di Metaxas per i suoi forti contenuti ribelli, il rebetiko si suonava al buio delle taverne e della notte; si ballava senza sorridere; si consumava come uno stordimento dei sensi, accompagnato da vino e hashish. È stato definito il blues ellenico perché come il jazz non è solo un genere musicale, ma è prima di tutto un modo di affrontare l’esistenza. Nel rebetiko si entra attraverso la porta stretta della povertà; attraverso uno stile di vita intrinsecamente anarchico dove il canto serve a esorcizzare la mancanza e a mettere in comune i propri dolori in un rito cui partecipano solo gli adepti del culto. Rebetiko, come il jazz delle comunità afroamericane degli inizi del Novecento, è ribellione, un desiderio insieme di affermazione e di perdizione.
Un modo di vivere non convenzionale, finché c’è ouzo, retsina e narghilé, poiché tutto il resto è andato perduto. Così il rebete è tornato ad essere il ribelle, il guappo e l’anticonformista in cui oggi si identificano anche le giovani generazioni che alle fabbriche tedesche preferiscono le taverne, il vino, l’amore, l’hashish e il narghilé. Non c’è taverna, nell’Atene di oggi, a Salonicco o nella più piccola isola dell’Egeo, dove dopo la mezzanotte gli uomini, sospinti dall’ouzo, non si mettano a danzare assieme ai loro vecchi le antiche danze come il hasapiko.
Le canzoni rebetike sono storie vere di amore maledetto, disavventure della vita, passione per danza, vino e narghilè, e trovano espressione in musiche dove i ritmi dell’allegria si alternano alle melodie melanconiche in un viaggio che si snoda fra Istanbul e Atene; Smirne e Salonicco, fondendo insieme sonorità orientali, balcaniche, ebraiche.  É il “virus di una grecità eccentrica” ha scritto Moni Ovadia, che ha trascinato con sé ogni tipo di cultura esule e meticcia così come il jazz ha incorporato nel suo linguaggio il ragtime, il blues, la musica leggera e quella colta mescolandosi con tutti i generi musicali come la samba, i ritmi caraibici e il rock.

L’effetto domino sulle Borse: cosa sta accadendo ai mercati?

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Per chi si occupa di Borsa o vive di investimenti, quanto stiamo per dire non rappresenterà certo una sorpresa; il mondo delle azioni è da sempre caratterizzato da alti e bassi, salite rapide e discese altrettanto repentine.
Nelle ultime settimane sui mercati si è assistito ad un qualcosa di particolare, noto come effetto domino così da essere comprensibile ai più. Paradossalmente il tutto è partito da una serie di notizie positive in materia di economia: ovvero l’aumento dei salari tanto in Germania quanto negli Usa.
Notizie positive che il mercato ha interpretato in maniera negativa; perché il mercato interpreta anche, come meglio crede, on si limita a leggere i dati in modo oggettivo. Sarebbe troppo semplice, basta pensarci un attimo: se una notizia positiva fosse prodromica ad un rialzo, tutti attenderebbero la buona novella per poi comprare.
Ma così non è; men che mai da quando il mondo degli investimenti si è aperto in modo evidente alla rete offrendo la possibilità di investire sul web con il trading online. Una realtà che ha contribuito a rendere i mercai più volatili di quanto non lo fossero già.
Ma tornando all’altalena in Borsa delle ultime settimane, non sempre le notizie positive sono lette e interpretate nel modo corretto dai mercati. E basta che un tessera del mosaico vada a gambe all’aria per generare poi quello che viene comunemente definito effetto domino, per l’appunto.
Perché i mercati oltre che volatili sono anche profondamente sensibili, nel senso che una contingenza negativa che riguardi un dato comparto può portare un allargamento a macchia d’olio anche su altri segmenti.
E ciò che è accaduto nelle ultime settimane è esattamente questo: uno ad uno sono caduti tutti i caselli che compongono il quadro macroeconomico del mercato. Si è partiti dai fondi di investimento, spauracchio di ogni investitore; si è andati poi avanti con le Cta, le commodities. Per andare poi via via a contaminare tutti gli altri strumenti finanziari.
Lo scorso 5 febbraio è stato ribattezzato, con poca fantasia, il lunedì nero di Wall Street: la borsa Usa è crollata a seguito della notizia dei salari ai massimi livelli e di un prossimo rialzo dei tassi. Fattori che, secondo gli investitori, contribuiranno a far alzare l’indice dell’economia Usa nei prossimi mesi. Quello che per anni aveva garantito scenari più prevedibili, ovvero tassi d'interesse bassi e bassa inflazione, da oggi va in archivio. Con tutte le conseguenze del caso anche per il nostro paese: perché da queste manovre sui mercati mondiali dipendono anche le sorti della nostra economia.

 

I Social che cambiano: le novità di Facebook

È il re dei social, lo strumento universalmente più utilizzato per condividere i propri momenti con gli altri. Facebook sta cannibalizzando buona parte delle attività che prima venivano svolte su internet, ad esempio sui motori di ricerca diventando egli stesso uno strumento per consigliare contenuti agli utenti.
Un colosso mondiale da tempo quotato in Borsa e che sta affinando il proprio meccanismo così da offrire performance sempre più elevate. Vediamo le principali novità riferite al funzionamento di Facebook.
Interessante è l’aspetto legato ala possibilità di auto verifica da parte degli utenti: un modo intelligente per garantire sicurezza e affidabilità dei vari profili presenti sul social. E il 2018 è iniziato all’insegna di un’altra novità: quella che vede l’algoritmo di Fb andare a consigliare maggiormente i post degli amici rispetto a notizie da siti istituzionali.
Rientra tutto nell’ottica della guerra personale che il social sta portando avanti contro la piaga delle cosiddette fake news: al riguardo nel tentativo di contrastarle, Facebook negli scorsi mesi ha posto in essere diverse iniziative. Come quella di raccogliere diversi pareri e suggerimenti riferiti al livello di fiducia delle varie fonti di informazione andando così a creare una sorta di classifica delle testate con maggiore autorevolezza.
Restando sul tema, ha destato grande interesse poi il meccanismo lanciato da poco del news feed: come si può leggere al seguente link https://www.marcoloprete.it/blog/social-media/come-funziona-news-feed-facebook/ si tratta della sezione principale, quella dove appare il flusso di notizie quando effettuiamo il login. Comprendere i meccanismi ci è utile a capire come funziona la popolarità di un post.
Ciò che Fb ha cambiato in riferimento a questo strumento è l’incentivazione di interazioni tra i vari utenti, rendendo meno visibili i post organici provenienti dalla pagine; preso misure contro le pagine che mirano al cosiddetto clickbait, ovvero incentivare a cliccare proponendo titoli spesso distorti o menzogneri; introdotto la possibilità di leggere post di pagine a cui non si è messo like ma che potrebbero interessare; aumentato la visibilità delle news locali; lanciato un meccanismo per segnalare, come detto, eventuali fake news.
Sintetizzando il concetto, il tentativo è quello di affinare la proposta andando a mostrare i post che possono interessare maggiormente l’utente sulla base delle sue esperienze pregresse. Una scrematura, dato che non si potrebbero mostrare tutti i post degli amici e delle pagine seguite in quanto risulterebbe impossibile.
In sostanza tanti nuovi aspetti per regolare in funzionamento del social network più utilizzato in rete; un modo per rendere la navigazione più sicura, piacevole e funzionale allo scopo finale.

Al Teatro Elicantropo di Napoli, Salatore Cantalupo in 'Maledetti'

Domani, giovedì 8 alle ore 21.00, Salvatore Cantalupo in "Maledetti" al Teatro Elicantropo di Napoli.
L'attore e regista napoletano sarà in scena con Gianluca Guarino, Alessia Guerriero, Ambra Marcozzi, Amelia Longobardi, Cristina Messere, Ramona Pisano, Anna Ragucci, Carolina Romano, Bruno Toro, Sara Volpe. Le coreografie sono a cura di Ambra Marcozzi, le musiche saranno eseguite dal vivo da alcuni degli interpreti con Carl Marino Robinson alla batteria, Rosario Di Lullo e Vittorio Zimardi alle chitarre.
Lo spettacolo induce lo spettatore ad alcune riflessioni su chi o cosa governi la condizione attuale della vita umana. Presentato da Teatro del Sottosuolo e Memini Mutamenti Teatro, usa i linguaggi di danza, teatro e musica per raccontare di storie fantastiche e incredibili, spietate e crudeli.
"Il testo è stato uno spartiacque - ha dichiarato il regista - che ha mutato il nostro sguardo sul mito e sulla struttura del tempo e in generale su tutto ciò che si è soliti definire pensiero arcaico, introducendoci a miti, leggende, tradizioni presenti in tracce nella cultura originaria di ogni popolo della terra". Un contributo decisivo alla messinscena è stato dato dagli scritti biblici e sumeri, restituiti dai traduttori Giovanni Pettinato, Zacharia Sitchin e Mauro Biglino, dalla Bibbia e dall'ironica satira dell'autore di fantascienza Robert Scheckley.

Napoli, richiedente asilo politico aggredisce gli agenti con un maniglione di ferro: arrestato

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Napoli. Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Vicaria Mercato hanno arrestato Able Lowe, senegalese di 24 anni, responsabile dei reati di rapina, resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale. Stanotte gli agenti, nel percorrere con la volante del commissariato il Corso Umberto, hanno notato l’extracomunitario che armeggiava con un oggetto contundente inserendolo nella feritoia di due porte d’ingresso di un esercizio commerciale di telefoni cellulari.L’allarme sonoro e visivo del negozio e l’arrivo della volante hanno messo subito in fuga l’uomo nella direzione di Piazza Garibaldi. Quando gli agenti lo hanno raggiunto il senegalese non ha esitato ad aggredirli con l’oggetto contundente che aveva tra le mani e pesante oltre 5 chili. Quest’ultimo era un maniglione in ferro pieno dell’esercizio commerciale. I poliziotti sono riusciti comunque a bloccare il 24enne dopo una violenta colluttazione. Lowe, con precedenti di polizia e con una richiesta di asilo politico, è stato arrestato ed accompagnato presso la Casa Circondariale di Poggioreale. Gli agenti invece, perable lowe le forti contusioni riportante dai colpi del maniglione sferrati dall’uomo, sono stati medicati in ospedale.

Corruzione: domani l'interrogatorio di garanzia del magistrato napoletano arrestato

Corruzione: domani l'interrogatorio di garanzia del magistrato napoletano arrestato. L'ex pm di Siracusa Giancarlo Longo, accusato di corruzione, associazione a delinquere e falso, sara' interrogato domani dal gip di Messina che ne ha disposto l'arresto. L'interrogatorio di garanzia si terra' nel carcere di Poggioreale dove il magistrato, che da mesi era stato trasferito al tribunale civile di Napoli, sezione distaccata di Ischia, e' detenuto da ieri. Longo e' coinvolto in una indagine congiunta delle procure di Messina e Roma che ha fatto luce su un?associazione criminale di cui avrebbero fatto parte anche alcuni avvocati siracusani e romani. Tra loro l'avvocato dell'Eni Piero Amara il cui interrogatorio e' fissato per venerdi' a Roma. Secondo i pm, in cambio di soldi e regali, l?ex pm si sarebbe messo al servizio di Amara e di un altro legale, Giuseppe Calafiore, pilotando procedimenti penali in favore di loro clienti ?importanti. Tra le altre accuse contestate anche quella di aver creato ad hoc una indagine su un falso complotto ai danni dell'Eni e del suo ad Descalzi per intralciare una inchiesta milanese di corruzione internazionale che coinvolge proprio l?amministratore delegato della societa'. Coinvolti nelle inchieste messinesi e romane anche un imprenditore e un ex presidente del consiglio di StatoUno dei legali di Longo, l'avvocato messinese Candido Bonaventura, dice: "Nel merito intendo da subito evidenziare la sproporzione della misura tenuto anche conto che il mio assistito, da diversi mesi, e' stato trasferito a Napoli (sezione distaccata di Ischia) dove svolge funzioni non piu' di pm bensi' di Giudice dell'esecuzione civile. Ictu oculi l'ordinanza non puo', quindi, non essere carente dei requisiti di attualita' e pericolo di reiterazione di reati".

Incendio doloso al 'Rummo': dalle telecamere la verità sui piromani

E’ arrivata la relazione del comando provinciale dei vigili del fuoco che da un’ulteriore conferma della natura dolosa del doppio incendio che ha interessato, nella notte tra domenica e lunedì, l’ospedale “Rummo” di Benevento. Nei locali dove è scoppiato l’incendio non sono stati trovati cavi elettrici che avrebbero potuto innescare un corto circuito. I due locali erano di facile accesso. Infatti le porte non erano chiuse a chiave. Ora si cerca di capire il movente che abbia potuto spingere qualcuno ad appiccare le fiamme con il rischio che un raid incendiario potesse trasformarsi in una vera e propria tragedia. Gli agenti della squadra mobile si stanno concentrando sull’attività dell’azienda ospedaliera, partendo dall’appalto alla ditta che stava eseguendo i lavori di riqualificazione alle imprese che tutti i giorni prestano il proprio contributo alla struttura. Gli inquirenti stanno concentrando l'attenzione su tutti i vari appalti espletati o da rinnovare per capire se c'è qualcosa che possa aver scatenato una reazione. La convinzione è che chi abbia appiccato il fuoco abbia agito con l’intenzione di intimidire qualcuno. Al vaglio degli inquirenti ci sono le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Intanto si lavora per rendere agibili i locali interessanti.

Usura ai commercianti di Salerno e del Vesuviano: 22 avvisi di garanzia

Si è conclusa l’indagine che vede iscritte 22 persone sul registro degli indagati della Procura di Salerno con le accuse che vanno dall’usura all’esercizio abusivo di credito, emissione di assegni a vuoto, contraffazione di atti pubblici, sigilli e uso di valori bollati alterati. Un danno nei confronti di attività commerciali di Salerno e della provincia sud. A firmare il provvedimento è stato il sostituto procuratore della DDA Silvio Marco Guarriello al termine delle indagini effettuate dagli agenti della Direzione Investigativa Antimafia salernitana. Entro le prossime tre settimane tutti gli imputati dovranno farsi interrogare. Sono stati iscritti nel registro degli indagati Vito Oristano 79 anni di Capaccio, Sabatino Gravinese 49 anni di di Stigliano (Matera), Salvatore Caldarelli 57 anni di Terzigno, Antonio Bosco 69 anni di Campagna, Ivana Mirra 31 anni di Eboli, Lucia La Torraca 40 anni di Eboli, Vincenzo Citro 35 anni di Capaccio, Antonio Rita 50 anni di Battipaglia, Francesca Caldarelli 50 anni di Terzigno, Rosa Caldarelli 30 anni di San Giuseppe Vesuviano, Giuseppe Ontano 58 anni di Battipaglia, Gaetano Pirozzo 48 anni di Capaccio, Antonio Salerno 59 anni di Altavilla Silentina, Antonio Abagnara 28 anni di Pagani, Matteo Antonio Sicignano 34 anni di Pagani, Adriano Pellegrino 44 anni di Napoli, Maurizio Rossomando 57 anni di Capaccio, Franco Sabia 48 anni di Capaccio, Luigi Terruzzi 35 anni di Sala Consilina, Francesco Esposito 79 anni di Pagani, Vincenzo Capuano 60 anni di Castel San Giorgio e Felice Rescigno 40 anni di Roccapiemonte.
Al vertice del gruppo, secondo gli inquirenti, c’era Salvatore Caldarelli di Terzigno e il 69enne Antonio Bosco. I fatti contestati risalgono agli anni 2013-2015. Sono stati falsati o alterati numerosi valori bollati in più occasioni. E’ stato alterato anche il timbro del Comune di Agropoli, utilizzato in calce ad una quietanza liberatoria relativa ad un assegno bancario. Il sodalizio, secondo gli inquirenti, si sarebbe anche impossessato di un assegno bancario rubato. Uno dei vertici del sodalizio, approfittando della situazione di bisogno e difficoltà di imprenditori, dietro la promessa di posticipare di mesi la riscossione, pretendeva interessi altissimi. Gli indagati ora potranno chiedere di essere interrogati nell’arco di 20 giorni dal pm Guarriello prima che il magistrato chieda per tutti il rinvio a giudizio.

Salerno, nuova rissa in carcere tra detenuti: tre feriti

Ancora una lite in carcere a Fuorni. Ancora detenuti che si prendono a botte. Questa volta è accaduto all'interno di una cella, sempre per futili motivi. Ma uno di loro è finito in ospedale con una prognosi di trenta giorni. Una lite che segue di poche ore un'altra discussione animata causata da un disaccordo per una partita a carte. Episodi che, stando a chi vive e lavora all'interno dell'istituto penitenziario, sarebbero legati ad un tentativo, da parte di alcuni, di far valere il proprio potere sugli altri.
In particolare, dicono i beninformati, ad alcuni dissidi campanilistici legati a provenienze geografiche diverse. E tutti gli episodi di violenza avverrebbero quasi sempre nella sezione media sicurezza, tra detenuti che non hanno una grosso spessore criminale. Una «motivazione», questa, che non condivide il direttore della casa circondariale di Fuorni, Stefano Martone, che parla «di situazioni congenite al regime carcerario». Però, intanto, i provvedimenti non mancano: si va di quindici giorni di isolamento al trasferimento coatto di istituto con tutte le conseguenze che ne possono derivare, non per ultimo un eventuale ulteriore allontanamento dalla famiglia.
Negli ultimi tempi le liti si sono susseguite l'una all'altra. Soltanto la scorsa settimana, dopo un colloquio, un uomo ebbe una discussione con un agente penitenziario e iniziò a picchiarlo. Intervennero gli altri colleghi in divisa, compreso il comandante, e il detenuto ne ebbe per tutti. Una situazione che, stando alle denunce dei sindacati di categoria oltre che a quanto riferisce lo stesso direttore, dipende molto anche da cause legate al sovraffollamento e alla mancanza in organico di personale della penitenziaria.
«Credo che ci siano alcuni episodi che vadano visti con una chiave di lettura diversa - precisa il direttore Martone - di recente stanno aumentando i casi di ritrovamento di hashish e di telefoni cellulari nella disponibilità dei detenuti. E questo non perché siano cambiate le abitudini dei reclusi, ma perché nonostante le carenze in organico, la polizia penitenziaria sta lavorando molto bene».
È di qualche giorno fa il ritrovamento di un pacchetto di cento grammi di hashish in prossimità del campo di calcio. L'ipotesi è che sia stato lanciato da qualcuno e che il diretto interessato non abbia avuto il tempo di recuperarlo. Ma anche su questo ci sono ora indagini in corso.
Intanto il direttore Martone continua a programmare una permanenza diversa per i detenuti di Fuorni. «Stiamo continuando ad intercettare fondi per migliorare le loro condizioni all'interno dell'istituto e offrire loro una possibilità di riscatto sociale una volta fuori. È vero che il regime aperto può aumentare le occasioni di contatto ma è anche vero che ci sono detenuti capaci di avere comportamenti corretti. Per questo motivo, a breve, apriremo un padiglione per trenta posti per una custodia aperta fondata esclusivamente su patti di responsabilità».

Lo studente che ha accoltellato la prof 'cacciato' dalla scuola

Dopo la carcerazione disposta dal Gip, per il 17enne studente dell'istituto 'Bachelet-Majorana' di Santa Maria a Vico (CASERTA) che giovedi' scorso ha accoltellato la prof d'italiano in classe, arriva anche la dura sanzione disciplinare decisa dal Consiglio d'istituto. "Allontanamento dalla comunita' scolastica con esclusione dallo scrutinio finale": questa la punizione disposta, la piu' grave nel novero di quelle previste dal regolamento degli studenti e delle studentesse, che non preclude pero' al 17enne la possibilita' di reiscriversi il prossimo anno, sempre previo pronunciamento del consiglio. Gia' nell'assemblea d'istituto tenutasi il giorno dopo la violenta aggressione, gli studenti del Bachelet-Majorana erano stati espliciti, chiedendo una sanzione dura ed esemplare verso il loro compagno, reo di aver introdotto un coltello in classe e di averlo usato contro una prof, la 57enne Franca Di Blasio, peraltro molto rispettata dagli stessi alunni, la cui unica colpa e' stata quella di aver messo una nota al 17enne perche' non voleva farsi interrogare. Ieri intanto la Di Blasio, dopo la giornata romana di lunedi', in cui e' stata ricevuta dal premier Paolo Gentiloni e dalla ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli, e' stata risentita dagli inquirenti. Al pm dei Minori Ugo Miraglia, la docente ha raccontato nuovamente la sua versione dei fatti, ormai riscontrata, ripercorrendo dunque gli attimi tragici di giovedi' scorso. Il pm ha visto anche il registro con la nota data dalla prof al 17enne che non voleva farsi interrogare, in quanto preoccupato per la nonna malata. Per ora il minore resta nel carcere minorile di Arpaia (Benevento). Domani intanto i suoi compagni, con altri studenti attesi da tutta la provincia, parteciperanno alla manifestazione indetta da alunni e genitori contro ogni violenza, che partira' dal plesso principale di via Caudio (ore 11.30).

Droga: spaccio cocaina nel Sannio, due arresti e sequestro beni

Una indagine sullo spaccio di droga a Benevento anche a minorenni ha portato il gip sannita a emettere due misure cautelari e un provvedimento di sequestro. Ai domiciliari N.D.L., 64 anni, e G.F., 47 anni, che devono rispondere di spaccio di cocaina e hashish nel capoluogo del Sannio e nella provincia. L'indagine ha documentato numerosi episodi tra settembre 2016 e marzo 2017. Contestualmente alle notifiche dei provvedimenti restrittivi, eseguito un sequestro beni nei confronti dei due indagati, per la sproporzione tra i redditi dichiarati e il tenore di vita, per complessivi 500mila euro. Sigilli a 5 appartamenti e 2 vetture, oltre al blocco di diversi rapporti bancari.

Torre del Greco: attesa per la canonizzazione del beato Romano

C'e' grande attesa a Torre del Greco per l'ufficializzazione della decisione della Congregazione per le cause dei Santi sul riconoscimento di un miracolo attribuito all'intercessione del beato Vincenzo Romano. La Congregazione per le cause dei santi avrebbe infatti valutato con favore la guarigione di un uomo del posto; un marittimo ammalato di tumore e' guarito, nel 1989, senza aver fatto la chemioterapia. A quanto si apprende nella cittadina del Vesuviano la Congregazione, presieduta dal card. Angelo Amato, ha valutato positivamente la vicenda ed ora si attende solo la firma di papa Francesco, che dovra' fissare la data della canonizzazione. Vincenzo Romano (Torre del Greco, 3 giugno 1751 - 20 dicembre 1831), conosciuto dalla popolazione con il nome di prete lavoratore (per la sua instancabile opera a favore della popolazione locale) fu parroco della basilica di Santa Croce nella cittadina del Vesuviano. E' stato beatificato da Paolo VI nel mese di novembre del 1963, a seguito del riconoscimento di due miracoli e potrebbe essere canonizzato nei prossimi mesi proprio con papa Montini. L'iter per la canonizzazione si e' chiuso con il miracolo avvenuto nel 1989 che e' stato posto all'attenzione della Congregazione per le cause dei santi dal cardinale Agostino Vallini, gia' vicario del papa per la diocesi di Roma, (in qualita' di ponente), che in passato e' stato vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di NAPOLI.

Baby gang, D'Amelio: "Togliere patria potestà a famiglie è sempre una sconfitta"

"Da tempo come Regione abbiamo approvato la legge sul bullismo e sul cyber bullismo prima che lo facesse il Governo nazionale. Avevamo chiaro che fosse necessario, a fronte di tanti episodi che si sono verificati nella nostra Regione. Lanciamo questo spot e lavoriamo seriamente. Gli ultimi episodi di violenza a Napoli sono gravissimi, forse perchè famiglie e società non si sono rese conto del disagio. Sono episodi tuttavia che non si sono verificati solo a Napoli, l'ultimo per esempio si è registrato ad Avellino. Bisogna intervenire anche contro la dispersione scolastica, ci sono già delle iniziative ma non sono sufficienti. Noi ci impegneremo per la formazione delle coscienze". Così il presidente del consiglio regionale Rosetta D'Amelio a margine della presentazione di "Uno spot contro il cyberbullismo" realizzato dal Co.Re.Com. Campania. "Bisogna intanto lavorare affinchè i figli dei camorristi capiscano che ci sono alternative alla delinquenza. E la scuola in questo deve fare la differenza. Dobbiamo lavorare soprattutto in questa direzione, poi se ci sono gravi problemi di irresponsabilità delle famiglie può intervenire la giustizia ma credo che sia comunque una sconfitta perchè il vero lavoro va fatto sull'educazione e noi su questo dobbiamo impegnarci". Così il presidente del consiglio regionale Rosetta D'Amelio a margine della presentazione di "Uno spot contro il cyberbullismo" realizzato dal Co.Re.Com. Campania.

Napoli, Ferlaino: 'Sarri è il Maradona di questo Napoli"

"La vera forza di questo Napoli è l'allenatore: Sarri è per il Napoli quello che ai miei tempi era Maradona. Ed è per questo che sono molto preoccupato, visto che a fine stagione potrebbe andarsene, allettato dalle offerte di altre grandi società", così l'ex presidente del Napoli Corrado Ferlaino nell'intervista odierna rilasciata ai microfoni di Tele Radio Stereo. "Nuovi acquisti? Al Napoli servirà un portiere in estate, visto che Reina dovrebbe andarsene. Ad ogni modo è fondamentale che il presidente parli sempre col proprio allenatore, anche sul mercato", ha aggiunto.
"La figura del presidente è una figura importantissima, più di quella dell'allenatore, dell'attaccante o del portiere. Io con De Laurentiis non ho punti in comune, siamo diversissimi, ma lui ha un grande vantaggio: quello di non vivere a Napoli, bensì a Roma. Napoli è sì una città scaramantica, ma ti mette anche tanta pressione. Lo scudetto? Sono convinto che chi tra Napoli e Juventus sbaglierà per primo, vedrà l'altra fuggire irrimediabilmente. Insomma: il tricolore andrà a chi non farà errori", così l'ex presidente del Napoli Corrado Ferlaino nell'intervista odierna rilasciata ai microfoni di Tele Radio Stereo.
"La figura del presidente è una figura importantissima, più di quella dell'allenatore, dell'attaccante o del portiere. Per questo credo che per il Napoli di De Laurentiis, unico presidente italiano fra quelli dei club che provano a contrastare la Juventus, possa in questo momento essere meno complicato contendere lo scudetto ai bianconeri. Perché il presidente deve essere presente, non solo per avere sotto gli occhi le partite, il mercato, ma anche semplicemente per controllare i calciatori, tutto quello che accade attorno alla squadra, giorno dopo giorno". Sono le parole di Corrado Ferlaino, presidente del Napoli di Maradona, a Tele Radio Stereo 92.7. "Poi De Laurentiis ha un grande vantaggio, quello di non vivere a Napoli, ma di vivere a Roma, questa è la sua grande fortuna. Perché Napoli ti mette pressione, non è vero che sia una città scaramantica, è una città che bada al sodo. Ma comunque De Laurentiis, col quale io non ho punti in comune, siamo diversissimi, sta in Italia, mentre Roma, Inter e Milan hanno presidenti che quelle realtà non le vivono. Poi il Napoli ha Sarri. Sarri è per il Napoli quello che ai miei tempi era Maradona. Sarri oggi è come Maradona al tempo degli scudetti. E per questo sono anche molto preoccupato, perché Sarri a fine stagione potrebbe andarsene, allettato da grandi società", ha aggiunto Ferlaino.
Su chi vincerà lo scudetto, l'ex presidente ha spiegato che "vincerà chi non commetterà il primo errore. Sono convinto che chi tra Napoli e Juventus sbaglierà per primo, vedrà l'altra fuggire irrimediabilmente". Poi sul mercato Ferlaino ha aggiunto: "se fossi il presidente del Napoli oggi prima di comprare un giocatore che soddisfi i miei gusti, fra quelli di Serie A, parlerei col mio allenatore. Al Napoli in estate servirà un portiere, perché Reina dovrebbe andarsene". Infine l'ex presidente del Napoli ha parlato di "Messi non è ai livelli di Maradona, perché Diego ha fatto la differenza ovunque, da noi e in Nazionale. Messi, fortissimo, fa la differenza soltanto nel Barcellona". Poi sui presidenti di una volta: "mi mancano i presidenti della mia epoca. Dino Viola e Paolo Mantovani erano miei grandi amici. Avevo meno rapporti con Gianni Agnelli, semplicemente perché era più schivo". "Il NAPOLI ha Sarri e Sarri e' per il NAPOLI quello che ai miei tempi era Maradona. Sono anche molto preoccupato perche' il tecnico a fine stagione potrebbe andarsene, allettato da grandi societa'". Cosi' l'ex presidente del club azzurro, Corrado Ferlaino, ai microfoni di Tele Radio Stereo 92.7. "Chi vincera' lo scudetto? Chi non commettera' il primo errore. Sono convinto che chi tra NAPOLI e Juventus sbagliera' per primo, vedra' l'altra fuggire irrimediabilmente", spiega il presidente che ha regalato due scudetti ai partenopei. "La figura del presidente e' una figura importantissima, piu' di quella dell'allenatore, dell'attaccante o del portiere. Per questo credo che per il NAPOLI di De Laurentiis, unico presidente italiano fra quelli dei club che provano a contrastare la Juve, possa in questo momento essere meno complicato contendere lo scudetto ai bianconeri. Perche' il presidente deve essere presente, non solo per avere sotto gli occhi le partite, il mercato, ma anche semplicemente per controllare i calciatori, tutto quello che accade attorno alla squadra, giorno dopo giorno. Poi De Laurentiis ha un grande vantaggio, quello di non vivere a NAPOLI, ma di vivere a Roma, questa e' la sua grande fortuna. Perche' NAPOLI ti mette pressione, non e' vero che sia una citta' scaramantica, e' una citta' che bada al sodo. Ma comunque De Laurentiis, col quale io non ho punti in comune visto che siamo diversissimi, sta in Italia, mentre Roma, Inter e Milan hanno presidenti che quelle realta' non le vivono".
Se Ferlaino oggi fosse il presidente del NAPOLI "prima di comprare un giocatore che soddisfi i miei gusti parlerei col mio allenatore. Al NAPOLI in estate servira' un portiere, perche' Reina dovrebbe andarsene". Ferlaino parla anche del duello tutto argentino tra due fuoriclasse che hanno scritto la storia del calcio: "Messi non e' ai livelli di Maradona, perche' Diego ha fatto la differenza ovunque, da noi e in Nazionale. Messi, fortissimo, fa la differenza soltanto nel Barcellona". Chiusura nostalgica: "mi mancano i presidenti della mia epoca. Dino Viola e Paolo Mantovani erano miei grandi amici. Avevo meno rapporti con Gianni Agnelli, semplicemente perche' era piu' schivo".

Marano, città metropolitana: domani consegna bene confiscato alla camorra

Si terrà domani, giovedì 8 febbraio 2018 ore 12 a Marano di Napoli in via Marano Quarto, località Fuoragnano l'inaugurazione delle attività del progetto "Fattoria Sociale" che si realizzerà nel bene confiscato ed assegnato alla associazione "Nuvoletta per Salvatore Società Cooperativa Sociale". Il bene si divide in due lotti per una superficie complessiva di 8300 mq circa: primo lotto è composto da terreno agricolo con depositi e stalle 2700 mq circa mentre il econdo comprende un vigneto dotato di un impianto d'irrigazione per circa 5600 mq. Il progetto "Fattoria sociale" è finalizzato all'affermazione della cultura della legalità e all'assistenza dei soggetti disagiati, e con l'obiettivo di offrire all'interno della struttura attività di carattere formativo e ludico ricreative che siano da sostegno alla vita quotidiana. Il progetto prevede la realizzazione di spazi per attività agricole e di allevamento di animali aperte alla fruizione gratuita per scopi didattici di scolaresche e gruppi organizzati oltre ad una attività di coltivazione della vite e produzione vinicola anch'essa aperta alla fruizione pubblica. Le attività sono già in corso e tra i primi prodotti un vino falanghina intitolato ad Attilio Romanò un giovane imprenditore napoletano vittima innocente della criminalità organizzata. Alla consegna sarà presenti il consigliere metropolitano delegato alla legalità, Carmine Sgambati.

La uccide e poi chiama il portinaio: 'Ho una ragazza morta in casa'

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Uccisa a coltellate dall'uomo che aveva appena respinto. Ci sarebbe un rifiuto dietro l'omicidio di Jessica Valentina Faoro, la 19enne morta questa mattina in un appartamento di via Brioschi, a Milano. Secondo una prima ricostruzione della polizia, la ragazza e' stata aggredita dal 39enne Alessandro Garlaschi, che la stava ospitando nel suo appartamento, dopo un tentativo di approccio. L'uomo avrebbe atteso l'uscita della moglie da casa per approcciare la giovane. Il 39enne, in stato di choc, e' ancora nell'appartamento insieme con la polizia. Secondo quanto riferito questa mattina intorno alle 10.30 il 39enne, principale sospettato dell'omicidio della 20enne trovata morta stamattina a Milano, sarebbe sceso nel cortile coi vestiti sporchi di sangue. "Ho una ragazza morta in casa" avrebbe detto al portinaio. Stando a quanto appreso e' stato poi lui stesso a chiamare i soccorsi. Alcuni colleghi, che abitano nello stesso stabile, riferiscono che l'uomo, guidatore di tram, avrebbe avuto negli ultimi tempi diversi incidenti di piccola entita' e i responsabili avrebbero cercato di sollevarlo dall'incarico.

Napoli, chiedevano il pizzo "per i compagni della zona': 4 arresti

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Napoli Gli uomini della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Napoli hanno arrestato, in due distinte operazioni, quattro soggetti, ritenuti responsabili di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.Lo scorso 1 febbraio, il titolare di una ditta edile impegnata nei lavori di ristrutturazione di un condominio nel quartiere Vomero, ha denunciato le minacce ricevute da due persone che, presentatesi presso il suo cantiere, avevano comunicato ad alcuni degli operai che dopo due giorni sarebbero tornati al fine di riscuotere la somma di 3.000 euro.Il servizio di osservazione predisposto ha consentito agli investigatori di individuare i due uomini nel momento in cui giungevano presso il cantiere a bordo di un’automobile e facevano ingresso nella zona interessata ai lavori alla ricerca degli operai che, in quel momento, si trovavano sul terrazzo del fabbricato, mentre un terzo uomo li attendeva all’interno dell’auto.I tre uomini sono stati immediatamente bloccati dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli e condotti presso gli uffici di polizia, ove hanno confessato la loro responsabilità per la tentata estorsione. Ulteriori riscontri ed elementi investigativi raccolti hanno consentito agli agenti della Squadra Mobile partenopea di sottoporre il trentaseienne CANGIANO Maurizio e il trentottenne CORVINO Raffaele a fermo di indiziato di delitto, oltre a denunciare in stato di libertà il terzo complice che li attendeva all’esterno. Tutti e tre i soggetti annoverano precedenti penali.

Per lo stesso reato, nella mattinata di ieri, 6 febbraio, gli uomini della stessa Squadra Mobile di Napoli hanno tratto in arresto PERROTTA Luigi, del ‘60 e NICOSIA Massimiliano, del ‘70, anch’essi con precedenti penali.In particolare, lo scorso 5 febbraio, il titolare di una ditta edile impegnata nei lavori di rifacimento della facciata di uno stabile nei pressi di Piazza Ottocalli, ha denunciato, per il tramite di un’associazione Antiracket, le minacce avanzate, nei giorni precedenti, nei confronti dei suoi dipendenti da alcune persone che si erano presentate presso il cantiere lamentando che i suddetti lavori fossero stati avviati senza l’avallo dei “compagni della zona” e riferendo che sarebbero tornate il giorno seguente al fine di “risolvere” la situazione.Apposito servizio di osservazione ha consentito di individuare il PERROTTA, mentre, in compagnia del NICOSIA, giungeva a piedi presso il cantiere e, rivolgendosi ad uno degli operai, chiedeva se fosse stata riferita la loro richiesta al titolare della ditta. In quel frangente gli agenti della Squadra Mobile sono intervenuti all’interno del cantiere per arrestare in flagranza di reato i due uomini, uno dei quali, il PERROTTA, veniva riconosciuto come colui che il giorno precedente si era recato al cantiere per avanzare la richiesta di denaro

Afragola, sequestrato un chilo di droga: 3 in manette

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Afragola. Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Afragola nel corso dei servizi predisposti al fine di argine lo spaccio di sostanze stupefacenti hanno arrestato tre persone e sequestrato oltre un chilo di droga. Si tratta di Ciro Serpe, di 48 anni, responsabile del reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, e dei cugini Iorio: Marco, di 31 anni, responsabile del reato di spaccio di sostanze stupefacenti, e Francesco, di 33 anni, responsabile del reato di detenzione di sostanze stupefacenti. L’operazione è partita nel pomeriggio intorno alle 15.30 con l’arresto di Serpe, alias “Kappa Kappa”, in via Cinquevie. I poliziotti lo hanno notato seduto su uno sgabello nei pressi di un esercizio commerciale e subito dopo è stato avvicinato da due giovani da cui ha ricevuto una banconota di 20,00 euro come contropartita di una dose di cocaina. Quando gli agenti sono intervenuti, lo spacciatore ha tentato di fuggire ma è stato immediatamente raggiunto, bloccato e trovato in possesso di tre dosi di cocaina e della somma di 190,00 euro. Quindi è toccato ai cugini Iorio. I poliziotti hanno dapprima arrestato Marco, intorno alle 18,30, bloccato in via A. Rocco  di Afragola dopo che lo hanno visto scambiare droga-denaro con un acquirente da cui ha ricevuto una banconota di 20,00 euro. Nel frangente gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato sia la banconota, ancora nelle mani dello spacciatore, che la dose di cocaina (poco meno di un grammo) in possesso dell’acquirente, che è stato sanzionato amministrativamente. Poco dopo un’ora in via I Vicolo Vincenzo Maiello è stato arrestato Francesco. Gli agenti lo hanno notato mentre cercava di nascondere in un seminterrato condominiale una busta blu. Quest’ultima conteneva due cassette di sicurezza portatili, al cui interno è stata scoperta oltre 1 kg di droga. In particolare 153 grammi di cocaina e 932 grammi circa di hashish suddiviso in otto panetti ed 80 stecche. Mentre Circo Serpe e Marco Iorio sono stati sottoposti agli arresti domiciliari in attesa di essere giudicati stamane con rito direttissimo, Francesco Iorio è stato accompagnato presso la Casa Circondariale di Poggioreale.

25 chili di droga nella valigia: arrestata donna del Casertano

Maxi-sequestro di marijuana a Sessa Aurunca, nel Casertano. Circa 25 chilogrammi di stupefacente sono stati rinvenuti in un'auto dagli agenti Polizia di Stato, che hanno poi arrestato una donna di 33 anni, ritenuta un corriere al soldo di personaggi capaci di muovere grandi quantitativi di droga. L'operazione e' scattata dopo che per giorni i poliziotti del Commissariato di Sessa Aurunca guidati da Mario Russo hanno monitorato i movimenti della 33enne. Più volte gli agenti erano stati sul punti di fermarla con la droga, ma la donna era riuscita sempre ad eludere i controlli facendosi trovare "pulita". Ieri pero' il blitz della polizia e' stato fulmineo. Gli agenti hanno prima circondato una vettura sospetta, una Citroen C4, parcheggiata nei pressi dell'abitazione della 33enne, che era in possesso delle chiavi. Nell'auto, di proprietà di un uomo su cui sono in corso accertamenti, e' stata rinvenuta la droga, che era custodita in una valigia in neoprene di colore azzurro e in alcuni contenitori per uso domestico di quelli che si usano in cucina per la conservazione degli alimenti sottovuoto. Oltre all'enorme quantitativo di marijuana, c'erano 200 grammi di cocaina purissima pronta per essere tagliata e 0,5 grammi di crack misto a eroina, sostanza con forti poteri allucinogeni. A quel punto la donna e' stata ammanettata e condotta al carcere femminile di Pozzuoli.

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