L'ANALISI

Scozzafava: “Mi aspetto un Mazzarri 2.0, evoluto rispetto al passato”

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A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Monica Scozzafava, giornalista del Corriere del Mezzogiorno: “Al mio anno al Napoli, c’era Mazzarri come allenatore. All’epoca la comunicazione era già importante, non come oggi, ovviamente, io cercavo di dargli una mano”.

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Mazzarri è ansioso e frenetico in tutto, è l’uomo che toglie la giacca, che guarda l’orologio, è in panchina, ma come se stesse giocando lui, lui è caratterialmente così e questo suo aspetto veniva fuori anche nel rapporto con i giornalisti, ma non mi sento di dire che aveva ansia rispetto alla conferenza stampa, anzi, mi ascoltava molto quando aveva compreso di potersi fidare di me”.

“Parlare oggi del Mazzarri di ieri non è del tutto giusto, il mondo è cambiato, il calcio è cambiato e il mister ha una squadra completamente diversa oggi. Mi aspetto un Mazzarri 2.0 con giocatori molto forti, a lui toccherà creare o ricreare la squadra e lui è molto motivato, ha cominciato da ieri a dettare le sue regole”.

“Mi farebbe tanto piacere se facesse bene a Napoli, sarebbe una bella storia giornalista da raccontare, una storia da romanzo. L’altalena degli umori ci sta, Mazzarri arriva anche temprato da questo punto di vista, rispetto a 10 anni fa: a Milano ne ha subita di ogni, a Torino non tanto, a Cagliari la sua storia è finita in Tribunale. Arriva un Mazzarri diverso”.

“Perché la sua carriera si è bloccata? Ha sempre ammesso che la scelta dell’Inter è stata un errore. Quindi sicuramente lì si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. A Torino non ha fatto male, anzi, ha fatto il record di punti. I miei rapporti con De Laurentiis? Per me è stato complicato il fatto di essere dipendente di un datore di lavoro che ti impone una linea, che ha difficoltà a delegare e devi stargli dietro”.

“In fase finale dell’esperienza, l’ho ritenuta una delle più importanti della mia carriera, io continuo a ringraziarlo anche per gli orizzonti che mi ha aperto. Garcia? Secondo me, ha fallito perché si è posto male. Nella voglia di imprimere la sua linea, la sua impronta, ha resettato tutto quello che era stato fatto fino al giorno prima”.

“L’ha anche detto quando ha ammesso di non conoscere il passato della società e squadra, aggiugendo di voler dare la sua impronta. C’è da dire, però, che fare quello che ha fatto l’anno scorso il Napoli, probabilmente, sarebbe stato difficile anche per Spalletti. Alla fine, però, Garcia ha alzato un muro e si è isolato”.

“Il giocatore più simpatico? Tra Aronica e Paolo Cannavaro. Umanamente il migliore, davvero generoso, dico Lavezzi, una grandissima persona, nonostante tutte le sue intemperanze. Ha una marcia in più. Cavani un po’ silenzioso, apparentemente introverso, imperscrutabile. Per concludere, credo che Mazzarri debba ridare anima alla squadra”.



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