Ricordando Giogiò, serata al Teatro Mercadante il 2 ottobre

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Si terrà al Teatro Nazionale Mercadante, a pochi passi dal luogo del suo omicidio, una serata in ricordo di Giogiò.

Il 2 ottobre alle 20:30, il Comune di Napoli – Napoli città della musica e Campania legge – Fondazione Premio Napoli, in collaborazione con il Teatro Nazionale e la Nuova Orchestra Scarlatti, organizzano l’evento “Di sera, Giò Giò. La musica che resta” che comprenderà un dibattito e un concerto.

All’incontro prenderanno parte Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, Maurizio de Giovanni, presidente di Campania legge – Fondazione Premio Napoli, Roberto Andò, direttore artistico del Teatro, Gaetano Panariello, prossimo direttore del conservatorio San Pietro a Majella, la cantautrice Flo e Gaetano Russo, direttore della Nuova Orchestra Scarlatti, con la moderazione di Titti Marrone.

    Il concerto sarà a cura della Nuova Orchestra Scarlatti e vedrà la partecipazione degli allievi del conservatorio “San Pietro a Majella” e del liceo musicale “Margherita di Savoia”, con la partecipazione di Marco Zurzolo. Al termine, in un cortile del teatro, si esibirà un quartetto di fiati, tra cui un cornista, come lo era Giovanbattista Cutolo.

    Il costo del biglietto è di 8 euro e il ricavato verrà devoluto all’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli, formazione a cui Cutolo era molto legato (era infatti un docente dell’ensemble).

    “Con Maurizio de Giovanni e la Fondazione Premio Napoli-Campania legge abbiamo deciso di creare un momento di riflessione pubblica ed un evento artistico che possano servire come appello alla coscienza civica di una città che si ribella alla violenza della criminalità e vuole valorizzare i suoi giovani di talento”, dichiara Manfredi.

    De Giovanni riflette: “Se la cultura è un’arma contro l’ignoranza, l’inciviltà, il dolore, le armi da fuoco, le armi da taglio, e contro la situazione in cui si trova parte dei giovani della nostra città, allora questa serata in memoria e in sostegno di Giò Giò e della sua terribile, assurda e incomprensibile fine, diventa un atto di guerra. È quello che dobbiamo fare oggi”.

    Per Andò, “chi parteciperà cercherà di riaccendere nel lutto il filo della speranza e il senso di una comunità smarrita”.



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