Cento infermiere filmate nella doccia dell’ospedale

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Sono in corso indagini dei carabinieri a tappeto, con alcune persone gia' sentite in caserma a (Firenze), per cercare chi ha installato una telecamera nascosta, poco piu' di una capocchia di spillo, in una delle docce – sono due – dello spogliatoio femminile dell' cittadino San Giuseppe.

A fine turno le usano le infermiere, le Oss e le altre dipendenti, anche qualche medico donna. Pare che siano 100 le donne ritratte a loro insaputa con questo sistema clandestino. I carabinieri sono stati interpellati dopo che un'infermiera si e' accorta di un piccolo oggetto nero incastonato dentro la struttura della doccia, una specie di cerchietto sotto il miscelatore dell'acqua di cui pareva insolita la presenza e misteriosa la funzione.

Sfilandolo ha poi visto come si trattasse di una microcamera collegata a un cavo di rete presente nel muro. Da li' sono partite le indagini, ormai sono in corso da una settimana, che hanno portato i carabinieri a trovare e sequestrare un monitor, trovato all'altro capo della telecamera nascosta.

    Al momento e' stato possibile scoprire che lo strumento elettronico per riprendere le immagini era stato connesso con uno schermo collocato in una stanza attigua, una sala usata dal personale di alcune aziende che hanno in affidamento appalti per servizi ospedalieri.

    Sia il locale con le docce che quello in cui si trovava il monitor connesso alla telecamera si trovano al primo piano dell'ospedale, e' luogo che si puo' raggiungere bene. Secondo altre informazioni pare che le immagini non venissero registrate ma anche su questo aspetto sono in corso indagini piu' approfondite.

    L'Asl Toscana Centro ha aperto un'indagine interna. C'e' molto sdegno all'interno dell'ospedale, che fra l'altro risente della fatica del personale per il lungo impegno anti-Covid. In parecchi mettono in evidenza la malafede di chi ha organizzato di nascosto un traffico ‘video' di tale tipo. Intanto sulla vicenda si sono mossi anche i sindacati di categoria. Il Nursind, per esempio, ha messo a disposizione delle donne potenzialmente spiate un avvocato penalista.

    Al momento il mondo politico locale ha preferito non rilasciare commenti, mentre inizia a muoversi l'associazionismo. Per Non Una Di Meno in un luogo dove ci si dovrebbe sentire al sicuro, un ospedale, non lo sono neanche le lavoratrici. Questo gesto e' rappresentativo di una violenza di genere che si rivela sempre piu' sistemica”.



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