‘Dedalo’ per la regia di Mario Gelardi, debutta al Nuovo Teatro Sanità

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Venerdì 20 maggio ore 21.00, al Nuovo Teatro Sanità, debutta ‘Dedalo’, spettacolo scritto da Chiarastella Sorrentino e Mario Gelardi. Musiche originali di Carlo Vannini, disegno luci di Alessandro Messina.

 

In scena, la storia di una famiglia anticonvenzionale: Michelino è affetto da Xeroderma Pigmentoso, una malattia della pelle che gli impedisce di esporsi alla luce del sole; il padre Tito, che ha lasciato il lavoro dopo la morte della moglie, si è confinato in casa in una condizione di isolamento e di “studio”: è convinto che sarà lui a trovare il farmaco miracoloso che libererà Michelino dalla malattia.

    Michelino è relegato allo stato di malato permanente, non può vivere come i suoi coetanei i momenti di aggregazione e di svago, ha solo un grande desiderio: vedere le rondini che ogni primavera arrivano sul tetto a formare il nido. Il giorno del suo sedicesimo compleanno, il padre, in balìa del delirio di aver messo a punto una pomata in grado di proteggere il figlio, gliela regala, assicurandogli di poter passare un intero pomeriggio sul tetto.

    Nella quotidianità, la sorte di questa famiglia è affidata allo zio, Pasquale, uno scapolo che dedica le sue giornate alla cura della casa e del nipote, quasi come se si fosse sostituito alla sorella, scomparsa da molti anni. Pasquale ha sogni artistici, vorrebbe recitare, cantare, e lo fa nei momenti di quotidianità, strappando l’arte alla realtà. Questi due personaggi sono un omaggio a due figure apicali del teatro napoletano, Luca e Pasquale Cupiello, e nello spettacolo più di uno è l’omaggio che la drammaturgia fa ai personaggi originali di De Filippo.

    Nella mitologia classica Dedalo è l’inventore geniale, colui che costruisce lo strumento da cui però, dipenderà la sorte del suo stesso figlio. Nella storia di questa famiglia – spiegano gli autori –, i rapporti tra padre e figlio e tra reclusione e libertà vengono indagati proprio partendo dall’esempio di Dedalo e Icaro.

    Cosa vuol dire essere liberi? Cosa vuol dire ubbidire? Questo testo vuole indagare il senso più ampio della parola famiglia, ossia quell’intero complesso di ruoli, abitudini, caratteri, competizioni che nascono nei piccoli grandi cosmi delimitati dalle mura domestiche; è per questo che, nonostante lentamente si consumi una tragedia, il tono e il linguaggio per gran parte delle scene sono leggeri e surreali, come a raccontare sia la consuetudine del dialogo familiare e quotidiano, sia un sentimento di evasione dalla realtà e dal destino che la scienza sembra aver già scritto“.

     


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