Evasione fiscale per 5 anni: sequestro beni per un milione di euro

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Avevano evaso il fisco per 5 anni: sequestro beni per oltre un milione di euro a due imprenditori edili della penisola sorrentina.

In data 27 maggio i finanzieri del Gruppo di Torre Annunziata hanno provveduto ad eseguire due decreti di sequestro preventivo – emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica – nei confronti di due imprenditori sorrentini attivi nel settore edile, indagati per avere evaso oltre 1 milione di euro mediante il ricorso alla fraudolenta utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti nelle dichiarazioni fiscali per gli anni di imposta dal 2014 al 2018.

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I provvedimenti cautelari reali suindicati s’inquadrano nell’ambito di più ampie indagini sviluppate, sotto il coordinamento della stessa Procura della Repubblica, dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Massa Lubrense e scaturite dalla denuncia presentata da un altro imprenditore stabiese, il quale aveva ricevuto la notifica di un avviso di accertamento dall’Agenzia delle Entrate per omessa dichiarazione di alcune operazioni commerciali da parte della sua ditta individuale.

    In realtà, come è poi emerso dall’attività investigativa condotta dalla Guardia di Finanza, uno dei suddetti indagati destinatari della misura cautelare reale aveva artatamente riprodotto e contabilizzato le fatture dell’impresa del denunciante allo scopo esclusivo di frodare il Fisco, ricorrendo a documentazione fiscale e commerciale difforme per format e stampigliatura da quella originale effettivamente utilizzata dal titolare della ditta.

    Inoltre, dall’analisi dei registri contabili dell’impresa edile utilizzatrice delle false fatture, è emerso un saldo passivo pari a circa 800.000 euro verso la ditta del denunciante, senza che quest’ultimo avesse mai rivendicato il pagamento dell’ingente importo.

    Gli ulteriori accertamenti esperiti dalle Fiamme Gialle hanno permesso, altresì, di rilevare come lo stesso imprenditore indagato avesse adottato il medesimo modus operandi illecito, utilizzando fatture fittizie di un’altra ditta individuale ormai da tempo cessata.

    Sulla base delle verifiche effettuate sui rapporti finanziari tra l’imprenditore indagato e le due ignare ditte individuali fatte comparire come fornitrici (per operazioni ammontanti ad un totale di imposta evasa pari ad oltre 583.000 euro), è emerso che gli assegni strumentalmente emessi dalla società utilizzatrice delle false fatture non transitavano sui conti correnti delle due ditte, ma tornavano nella disponibilità dell’indagato, in parte, mediante il deposito degli assegni sul suo conto corrente personale e, in parte, mediante il cambio degli assegni allo sportello per l’incasso in contanti.

    L’ulteriore analisi delle scritture contabili della società edile del predetto indagato ha inoltre consentito di riscontrare anche il carattere fittizio dei lavori falsamente documentati dalla medesima impresa nei confronti del suo principale cliente (altra società operante anch’essa nel settore edile), consentendo a quest’ultima di avvalersi di relative fatture per operazioni inesistenti e maturare l’indebito profitto derivante da un’evasione d’imposta pari a 457.000 euro.

    In esecuzione del suddetto decreto di sequestro preventivo, la Guardia di Finanza ha proceduto al sequestro:
    – nei confronti di uno dei due imprenditori indagati, di 457.361,25 euro di denaro liquido rinvenuto sui conti correnti della società allo stesso facente capo;
    – nei confronti dell’altro imprenditore indagato, di 71.657,58 euro in denaro liquido rinvenuto sui conti correnti allo stesso intestati, di 2600 euro in denaro contante, e di 4 veicoli del valore complessivo di 44.000 euro, per un totale di 118.257,58 euro.



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