Castellammare, le opposizioni incalzano il sindaco su Terme e Fincantieri

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‘’Per affrontare i problemi di Fincantieri e Terme – scrivono i rappresentanti delle opposizioni in Consiglio Comunale di Castellammare – occorre mettere in campo un lavoro serio, un ampio coinvolgimento in primo luogo dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, delle Istituzioni a tutti i livelli, della città.
Basta con gli annunci, con i toni alti, con riunioni che rinviano le decisioni ad altre riunioni.
Se è vero che si tratta di problemi aperti da qualche tempo, è altresì non contestabile che in questi mesi siano mancate una strategia , proposte e iniziative adeguate alla complessità e alla gravità per tentare di risolvere le problematiche relative a queste due attività decisive per le sorti della Città.
È questa convinzione che ci ha spinti a ricercare il massimo delle convergenze, senza distinzioni tra maggioranza e opposizione e nel solo interesse dei lavoratori e della città.
Per le TERME ormai non sappiamo più che pensare e dire. Abbiamo ascoltato e letto di tutto: dal programma di mandato del sindaco, alle proposte e ai bandi falliti; dai mancati adempimenti secondo quanto previsto dalla riforma Madia, agli annunci farlocchi su investitori interessati (provenienti dalla Penisola Sorrentina alla Cina); o su quelli relativi alle Antiche Terme “riaperte” nel 2016 ( riapertura segnalata come fatto di portata storica ) che sarebbero state gestite dalla Regione in attesa degli sviluppi del P.F.: cosa puntualmente non accaduta questa estate, come gli stabiesi hanno avuto modo di constatare!!!
Adesso aspettiamo di conoscere la delibera per mettere in sicurezza la SINT e il piano industriale che l’advisor dovrebbe consegnare a giorni.
Se risultassero fondate le indiscrezioni apparse sulla stampa concernente i contenuti del “Piano Industriale”, ciò certificherebbe la portata del fallimento della giunta Pannullo: albergo, Antiche e Nuove Terme, non possono che essere legati da una strategia comune, tenendo ben presente che per il rilancio del settore, insieme alla scelta della privatizzazione ,sarebbe indispensabile ricorrere, anche per la portata degli investimenti richiesti, a strumenti e risorse pubbliche.
Se poi dovessero essere queste alcune delle indicazioni contenute nel piano, il Sindaco e la sua maggioranza dovrebbero spiegare alla città perché su “comando” scapparono dal consiglio Comunale per bloccare la discussione, quando queste proposte erano contenute nella mozione delle opposizioni, presentata un anno fa.
La strada del coinvolgimento della Regione diventa , dunque, di fondamentale importanza per dare credibilità allo stesso processo di privatizzazione; per ottenere il trasferimento delle convenzioni e delle concessioni, necessarie per poter riaprire intanto le Antiche Terme, considerato i tempi lunghi occorrenti per le Nuove Terme.
Su Fincantieri occorre fare chiarezza!
A parole sembra che tutti diciamo la stessa cosa, i fatti, invece, e le opzioni in campo sembrano indicare che ci siano differenze.
Occorre difendere e rilanciare il Cantiere , e per fare ciò è necessario che Governo, Regione , Fincantieri, Autorità Portuale, Sindacati, Comune si mettano intorno ad un tavolo per definire il percorso, la funzione del Cantiere nella strategia più complessiva del Gruppo, gli investimenti necessari.
E’ indispensabile il bacino di costruzione se non vogliamo che il nostro diventi un “cantiere di supporto”, senza una fisionomia e una missione specifica, destinato negli anni a esaurire la sua funzione e a essere svuotato.
Il tema oggi è questo: rispettare gli impegni per le commesse, già assunti nei confronti di lavoratori che hanno fatto fino in fondo la loro parte, e varare un piano vero per il Cantiere , per non ritrovarci domani a dover prendere atto che è inevitabile la chiusura perché le opzioni pseudo turistiche sono più stimolanti.
Il carico di lavoro esistente, che nessuno sottovaluta, oggi comunque, vi lavorano tra diretti e appalti più di mille lavoratori, non è sufficiente a garantire il futuro.
Il Cantiere non può reggere se si pensa di utilizzare l’area portuale a fini turistici, eliminando nei fatti lo scalo e senza fare il bacino.
Occorre una strategia per assicurare alla città lo sviluppo del Cantiere e il rilancio del settore turistico legato al termalismo, ai beni culturali, a quelli ambientali (Sarno, mare, Faito).
È una scelta che la città ha già fatto con l’adeguamento del Piano Regolatore e con l’approvazione del Documento Strategico. Quelle due scelte, da rivedere e da aggiornare, guardavano però al futuro e non a vecchie contrapposizioni.
Servono investimenti per le Terme, per il Parco archeologico e per la Reggia, per riorganizzare il fronte a Mare, ma occorre che si abbia la consapevolezza che la ZES – che deve includere anche Castellammare – il progetto Grande Pompei , i Fondi Europei ,quelli derivanti dalle aree di crisi e dalle iniziative private (Terme, recupero del Centro Antico e dei quartieri, parcheggi, riconversione di strutture esistenti per accrescere i posti letto), rappresentano, a fronte di un progetto e di una strategia di sviluppo che ancora non si intravede , occasioni per dare sostanza a obiettivi che sono alla portata della nostra città.
Abbiamo sostenuto come città, in tutte le sedi dove si discute di sviluppo, anche la necessità di sostenere le TERME E IL CANTIERE con la realizzazione del BACINO? Non lo abbiamo capito
Il bacino diventa, in questo quadro, una scelta strategica per l’intera Regione che deve essere portata avanti con chiarezza.
Il pubblico s’impegni a realizzare questa importante infrastruttura e sfidi Fincantieri a chiarire i suoi programmi e i relativi investimenti per il Cantiere di Castellammare. A partire dalla Regione si cominci a fare sul serio su Fincantieri e su Terme.
Se si compie questo passo, si spazzano via ambiguità e si rilancia in direzione dello sviluppo.
Anche per queste ragioni, per definire uniti un percorso utile per la nostra città, abbiamo richiesto e spinto, in questi mesi, affinché si convocasse il Consiglio Comunale, la conferenza dei capigruppo.
Ci siamo scontrati con un muro di gomma.
Siamo, comunque, pronti, mettendo da parte il giudizio per le cose non fatte dall’Amministrazione, a fare fino in fondo e in tutte le sedi la nostra parte.
I consiglieri di opposizione.

Ciro Serrapica


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