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Il soffio di Murano nei saloni di Palazzo Doria D’Angri

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Palazzo Doria D’Angri è una residenza del diciottesimo secolo situata a Napoli in Piazza Sette Settembre, lungo via Toledo. Il suo stile architettonico si intreccia con il tardo barocco e il neoclassico, presentando delle linee pulite ed entrate a volta, sormontate da colonne doriche.

Oggi il palazzo è la sede operativa delle attività dell’Antica Sartoria Positano, rinomato marchio di moda partenopeo che ha intrapreso un’ambiziosa e appassionata operazione di restauro dell’edificio vanvitelliano. Il piano nobile ospita invece un prestigioso ed esclusivo albergo di lusso dove ogni ambiente, arredato con mobili d’epoca e opere d’arte originali, fa rivivere l’atmosfera di una residenza nobiliare. 

Con la finalità di valorizzare in maniera coerente i magnifici spazi interni, il brand di illuminazione Multiforme si è occupato della progettazione, produzione e installazione dei grandi lampadari artistici in vetro di Murano per due interi piani dell’edificio.

Le sale già affrescate con dipinti di Fedele Fischetti, Francesco Solimena e Giacinto Diano – solo per citarne alcuni – si fondono alla perfezione con le nuove installazioni di lampadari.
Il progetto di ammodernamento è durato più di due anni e ha coinvolto, impegnato ed appassionato tutte le maestranze nella realizzazione di grandi lampadari classici in vetro soffiato di Murano e in stile Ca’ Rezzonico.

In un luogo in cui l’arte padroneggia gli ambienti, un’aggiunta di artigianato veneziano osa innalzare il valore di un luogo già pressoché ineguagliabile. E tuttavia, riesce a infondere un’unità espressiva rispettando la magnificenza delle superfici marmoree e la prospettiva a cannocchiale ottico del celebre architetto Vanvitelli.

 

L’evoluzione nel corso dei secoli del Palazzo Doria D’Angri

Il Palazzo Doria D’Angri venne edificato sovrapponendolo a due immobili cinquecenteschi su commissione di Marcantonio Doria. Ciononostante fu il figlio Giovanni Carlo, rimasto orfano del padre, a incaricare Luigi Vanvitelli di completare l’opera architettonica. Ma anche in questo frangente subentrò la morte dell’architetto, il quale venne sostituito dal figlio Carlo Vanvitelli, a cui dobbiamo la configurazione attuale del palazzo.

Il periodo di gloria dell’edificio è da ricondurre a una data precisa. Esattamente quel sette settembre 1860 in cui il generale Giuseppe Garibaldi proclamò l’inizio dello Stato italiano, a seguito dell’annessione del Regno delle Due Sicilie. In quell’occasione il condottiero si affacciò al balcone per dare al popolo la lieta novella.

Durante la Seconda Guerra mondiale l’edificio venne bombardato e subì dei danneggiamenti tra cui lo stemma nobiliare dei Doria, nonché in prossimità della facciata principale dove vennero distrutte sei delle otto statue marmoree posizionate sul cornicione superiore. Per fortuna, tutte le decorazioni interne scamparono miracolosamente al pericolo del fuoco nemico.

 

Il contributo di Multiforme: un innesto di design e arte

La forma trapezoidale del palazzo sovrastato da un terrazzo pensile di riguardo, si allunga su tre piani, divisi in stanze e in ambienti ben specifici, intervallati da due giardini interni, i quali invece seguono una forma esagonale e una rettangolare. La struttura così progettata ricorre a una prospettiva di passaggi a volte, aperti e chiusi da androni. La medesima filosofia prospettica che Vanvitelli utilizzò per edificare la Reggia di Caserta.

Multiforme ha inserito nelle stanze una combinazione di grandi lampadari Ca’ Rezzonico a palco multiplo, lampadari ovali detti in gergo barchetta e lampadari a gabbia tipici della tradizione veneziana.

Progettare l’impianto decorativo luminoso per un importante edificio storico come Palazzo Doria d’Angri è stata un’operazione non banale che ha portato con sé una grande responsabilità. Si tratta di ambienti intrisi di storia, arte e cultura, per i quali è stato necessario trovare le soluzioni più idonee sia a livello illuminotecnico che scenografico, senza perdere coerenza con l’impianto originario.

 

Ogni lampadario veneziano che illumina le magnifiche stanze del Palazzo è stato pensato nel dettaglio non solo per valorizzare il singolo ambiente, ma anche per sottolineare le infilate prospettiche, ossia quei particolari scorci in cui la geometria dell’opera vanvitelliana viene apprezzata in tutta la sua geniale visione.
Le porte di ciascuna stanza sono infatti allineate le une con le altre lungo un unico asse; questo consente di percepire con un solo sguardo l’intera successione di ambienti, dove le elaborate pendaglierie dei lampadari dorati in vetro di Murano sembrano gioielli ricadenti dai soffitti.

Particolari formati di lampadari sono stati appositamente pensati per sposarsi al meglio con le singole stanze e fondersi con le decorazioni originarie:

– tre immensi lampadari rezzonico da 60 luci calano dagli alti soffitti della grande sala da ballo ovale affacciata su piazza VII settembre, resa immortale dagli affreschi del Fischetti e dal celeberrimo episodio con Giuseppe Garibaldi.

– una coppia di enormi lampadari barchetta a pianta ovale troneggiano sulla grande sala dei banchetti.

– un delizioso lampadario Ca’ Rezzonico a più livelli impreziosisce la particolare sala tonda  posta in angolo su Via Toledo, completamente rivestita da boiserie settecentesche in stucchi policromi.

– uno spettacolare lampadario a palmette in vetro di Murano finemente sagomate, in pendant con due grandi appliques con corpo in bronzo, fa da suggestiva presenza nell’atrio di ingresso alla dimora.

Il progetto d’illuminazione in vetro di Murano ha interessato poi anche gli ambienti secondari del palazzo, come gli uffici di Antica Sartoria Positano, le cucine e i corridoi, così da armonizzare l’intera atmosfera che si respira all’interno dell’edificio.

Una speciale miscela di vetro è stata appositamente studiata in modo che i colori si sposassero con l’apparato decorativo che ricopre le superfici, così da garantire un armonioso equilibrio con le antiche manifatture artigianali tardo-settecentesche. Il vetro soffiato, realizzato in tinte minerali con l’aggiunta di foglia oro, presenta una fine lavorazione detta a “baloton”.

I lampadari in stile Rezzonico, dallo spiccato gusto classico, sono stati realizzati su misura per conferire a ciascun ambiente un’estetica corale. Attraversare queste magnifiche sale è ad oggi un intenso viaggio nel bello, nell’artigianalità, nell’arte, nel lusso e nell’eleganza.


Articolo pubblicato da Redazione il giorno 18 Aprile 2024 - 11:41

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