Rosetta Cutolo, funerali pubblici vietati. Storia e segreti della sorella del fondatore della Nco

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Il Questore di Napoli Maurizio Agricola ha negato l’autorizzazione. Domani, dunque, niente funerali pubblici per Rosetta Cutolo, la sorella del defunto boss della Nuova camorra organizzata Raffaele Cutolo, anche lui morto a febbraio 2021.

La donna, che negli anni ’90 ha scontato una condanna definitiva per camorra, è morta, portando via con sé i segreti del fratello capoclan.

“Una volta liberi, inviate un fiore a Rosetta”. L’ordine del boss non si discuteva e gli affiliati, appena scarcerati, non mancavano di farle arrivare denaro. Quel denaro che serviva ad alimentare le casse del clan e ad assicurare assistenza legale e ‘mesate’ alle famiglie dei detenuti.

Una percentuale di tutte le attivita’ illegali della Nuova camorra organizzata indispensabile per finanziarne l’esistenza, l’attivita’ armata, e la vita quotidiana delle famiglie. Rosetta Cutolo era questo e molto altro.

Sorella maggiore di Raffaele, il boss morto nel 2021 senza mai pentirsi e al 41 bis, e di Pasquale, altro esponente di primo piano della cosca che da Ottaviano sfido’ il potente cartello della Nuova famiglia che tentava di limitarne l’espansione, ha vissuto apparentemente sempre un passo indietro a ‘o professore, in realta’ condividendone appieno la dimensione criminale, in particolare gestendo le estorsioni sempre, tanto da essere condannata e scontare anni di carcere e persino affrontando una lunga latitanza.

Pur non venendo mai meno alle ai suoi doveri di ‘buona cristiana’, andando regolarmente a messa tutte le domeniche fino a quando la salute glielo ha consentito. E non a caso la sua latitanza negli anni ’80 fu favorita anche da un prete.

Domenica Rosa Cutolo era nata a Ottaviano il 1 gennaio del 1937 e a Ottaviano e’ morta questa mattina, assistita dalla nipote Denise. Nella sua lunga vita, oltre alla modesta abitazione della famiglia, ha dimorato anche in un castello, quello mediceo, ma sempre ad Ottaviano, acquistato dal boss per farne la residenza di famiglia e ora acquisito al patrimonio del Comune.

Quello stesso castello da qui fuggi’ nel 1981 per sottrarsi ad una misura cautelare in carcere e nel quale assistita dal ‘maggiordomo’ Francesco Violento teneva la contabilita’ del clan in una nicchia scavata in una parete e coperta da un quadro, trovata poi dagli inquirenti che perquisirono le 50 stanze in cui Cutolo governava il suo feudo.

Tutto quello che fu sequestrato il 12 settembre di 42 anni fa ebbe un rilevante interesse per gli investigatori, perche’ nelle stanze di Rosetta c’erano persino mappe che documentavano la spartizione del territorio del Napoletano tra i diversi clan.

Rosetta Cutolo fu aiutava a fuggire da un prete e si nascose in un convento

Rosetta fuggi’ nel bel mezzo di un vertice proprio tra le varie cosche, al quale si disse che partecipasse anche un esponente della DC. Fuggi’ anche grazie a don Giuseppe Romano il prete suo confessore e confessore anche di una buona parte degli affiliati.

E pure nel 1990 sfuggi’ alle ricerche delle forze dell’ordine, questa volta lasciando un convento che l’aveva ospitata e protetta. Dopo tre anni dopo e lunghe trattative nelle quali si impegnarono anche servizi segreti, acconsenti’ a scontare una condanna a nove anni inflittale dal tribunale di Napoli in via definitiva, passandone pero’ in carcere soltanto sei.

A Sollicciano recitò anche Filumena Marturano con altre detenute

Nel 1999, con le altre detenute del carcere di Sollicciano, recito’ anche in Filumena Marturano di Eduardo De Filippo al Teatro della Pergola, interpretando il ruolo della protagonista.

”Con la morte di Rosetta Cutolo – afferma Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra – cala il sipario su una delle pagine più buie della nostra storia contemporanea, caratterizzata dalla ferocia e dalla violenza dei clan camorristici che ha mietuto centinaia di vittime.

Condivido pienamente la scelta del Questore di Napoli, Maurizio Agricola, di non autorizzare la celebrazione del funerale pubblico, come accaduto per il fratello. La celebrazione avrebbe rischiato solo di alimentare nuove inaccettabili ‘nostalgie’ in un tessuto criminale purtroppo ancora fortemente presente nel vesuviano.

 L’attenzione del deputato Borrelli alla celebrazione su Tik Tok

Vergognosi alcuni tentativi di riabilitarne la figura, un vero e proprio sfregio a tante vittime innocenti di quegli anni di fuoco. Saremo vigili nel denunciare ogni celebrazione di questo personaggio criminale su tiktok”.



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