Carabiniere di Salerno ucciso in Aspromonte: indagato il boss Nirta

SULLO STESSO ARGOMENTO

La Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri, ha iscritto Sebastiano Nirta, soprannominato “Scalzone”, 66 anni, di San Luca d’Aspromonte, ma residente a Bovalino, nel registro delle indagini per l’omicidio del Brigadiere dei carabinieri Carmine Tripodi, Torre Orsaia, in provincia di Salerno, assassinato nel paese aspromontano il 6 febbraio del 1985.

L’indagine, a cura dei pubblici ministeri Alessandro Moffa e Diego Capece Minutolo, riguarda “accertamenti tecnici irripetibili di tipo biologico” affidati al Ris di Messina su alcuni reperti rinvenuti nell’Ufficio Corpi di reato del Tribunale di Locri indumenti, sassi, toppe d’asfalto e altro) rinvenuti sulla scena del delitto, finalizzati alla rivelazione di materiale organico (tracce ematiche) utile all’estrapolazione di un profilo genetico per identificare gli autori dell’omicidio del sott’ufficiale dell’Arma.

Secondo quanto si e’ appreso, l’inchiesta riaperta dalla Procura distrettuale di Reggio Calabria, coinvolge anche altre quattro persone, di cui al momento non sono note le generalita’. Lo svolgimento degli accertamenti tecnici di natura biologica sui reperti sequestrati si terra’ nella giornata di domani, a Messina, nei laboratori specialisti dei carabinieri del Ris.

    Carmine Tripodi aveva compiuto 25 anni quando fu assassinato alle porte di San Luca, in Aspromonte, da un commando della ‘ndrangheta. Il giovane sottufficiale dell’Arma, nel 1982, a soli 22 anni, era stato affidato il comando della stazione di San Luca, nel periodo di massima espansione dei sequestri di persona a scopo estorsivo, il primo trampolino di lancio della ‘ndrangheta per realizzare gli ingenti capitali, poi riciclati nel traffico internazionale degli stupefacenti e nelle attivita’ immobiliari lungo i paesi della riviera della Locride.

    Il Brigadiere Carmine Tripodi, nonostante la giovane eta’, dimostro’ ben presto il suo valore, indagando sui sequestri, come quello dell’ingegnere napoletano Carlo De Feo, riuscendo ad arrestare numerosi esponenti e gregari della ‘ndrangheta “santolucota”. La sua vivacita’ investigativa, pero’, non poteva essere sopportata a lungo dalle ‘famiglie’ aspromontane, che alla fine decisero di assassinarlo.

    Carmine Tripodi aveva da poco lasciato il suo lavoro nella caserma di San Luca, per rientrare in famiglia, a Bovalino, percorrendo la strada provinciale, quando, subito dopo l’abitato di San Luca, la sua autovettura fu bersagliata da decine di colpi di fucile a pallettoni ad opera di un gruppo di almeno cinque persone. Nonostante fosse ferito gravemente, trovo’ la forza di difendersi estraendo l’arma d’ordinanza e rispondendo al fuoco della ‘ndrangheta, riuscendo a colpire uno dei killer.

    Proprio il giorno prima dell’agguato, il 5 febbraio del 1985, Carmine Tripodi aveva accompagnato il giudice istruttore di Napoli, Guglielmo Palmeri, in un’ispezione dei luoghi dove l’ingegnere Carlo De Feo, liberato dai sequestratori nel febbraio del 1984 dietro pagamento di circa quattro miliardi di lire, fu detenuto, fornendo un supporto investigativo essenziale.

    Un colpo durissimo per la ‘ndrangheta, che riesci’ ad individuare la ‘gola profonda’ interna che indirizzo’ i Carabinieri negli ovili di prigionia di De Feo: si trattava di un pastore, Giuseppe Giorgi, che verra’ anche lui assassinato per avere riferito alla madre del progetto di assassinare il Brigadiere Tripodi, facendo anche i nomi ai carabinieri.

    Giuseppe Giorgi non era ritenuto dagli inquirenti, nonostante il cognome, membro di ‘famiglie’ di ‘ndrangheta potenti. E cosi’, la sua condanna a morte fu decisa dai capibastone della ‘ndrangheta aspromontana ed eseguita la notte di Capodanno del 1985, mentre a San Luca in Aspromonte crepitavano i colpi di arma da fuoco per festeggiare il nuovo anno: Giuseppe Giorgi fu colpito mortalmente alla testa da un colpo di pistola.

    Le successive indagini della Procura della Repubblica di Locri sugli omicidi del Brigadiere Carmine Tripodi e del giovane pastore, si conclusero senza condanne. Adesso la Procura distrettuale di Reggio Calabria potrebbe aprire scenari nuovi.



    Torna alla Home

    LASCIA UN COMMENTO

    Per favore inserisci il tuo commento!
    Per favore inserisci il tuo nome qui

    Ecco le estrazioni del Lotto di oggi 4 maggio: BARI 02 31 81 52 21 CAGLIARI 39 88 84 01 67 FIRENZE 36 30 70 06 41 GENOVA 59 23 61 22 27 MILANO 05 17 69 57 39 NAPOLI 81 62 82 43 50 PALERMO 73 55 62 45 18 ROMA 76 70 01 64 15 TORINO...
    Fabio Cannavaro, allenatore dell'Udinese, si prepara alla sfida contro il Napoli con determinazione e consapevolezza delle difficoltà che la partita presenterà. In conferenza stampa, ha dichiarato: "Dobbiamo essere bravi a continuare a mantenere le giuste distanze tra i reparti e avere un’attenzione superiore a quella di Bologna, sia in...
    La passione calcistica si intreccia con la nostalgia per Fabio Cannavaro, icona del calcio italiano, che ritorna nella sua amata Napoli, ma questa volta in veste di avversario. Il campione del mondo del 2006, nativo della città partenopea e con una carriera illustre nel calcio, si trova ora a...
    A teatro non si parla di calcio o, meglio, non si recita calcio. E’ una convenzione non scritta ma ferrea: fa parte del ricco bagaglio di scaramanzie che i teatranti si portano dietro. Parlare di calcio in palcoscenico non è di buon auspicio. Questo spiega la ragione per la...
    Il MANN - Museo Archeologico Nazionale di Napoli è pronto ad accogliere un'affascinante esposizione che unisce arte e scienza, grazie alle opere selezionate della competizione nazionale di Art&Science Across Italy. Con oltre 1300 proposte iniziali, i giudici hanno individuato 54 autori e autrici dei lavori più significativi, che saranno...

    IN PRIMO PIANO