False intimidazioni dal clan, giornalista condannato a 3 anni

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Un inseguimento. Un agguato fallito. E poi lettere di minacce. Proiettili e bombe carta contro casa. Ma era tutto falso e costruito a tavolino.

Oggi e’ stato condannato a tre anni e dieci mesi il giornalista casertano Mario De Michele, che ha deciso di ammettere l’inganno e di patteggiare. Tra la fine del 2019 e la prima meta’ del 2020,

De Michele ha simulato di essere rimasto vittima di alcuni attentati legati alla sua attivita’ da cronista per un sito d’informazione locale che si occupava della zona dell’agro aversano, tra Napoli e Caserta. De Michele lavorava sui Casalesi e su diverse cosche satellite, racconto’ ai pm della Dda che aveva avuto minacce e avvertimenti e di essere sfuggito a un agguato.



    I reati legati alla condanna sono falso, detenzione illegale di arma, una Glock calibro 9X21 che lui stesso avrebbe ulizzato per sparare contro la sua abitazione e la sua auto, calunnia e simulazione di reato. De Michele, difeso dall’avocato Mario Griffo, denuncio’ anche i presunti responsabili dei presunti raid, persone che poi, dopo le indagini dei carabinieri, si sono rivelate completamente estranee ai fatti.

    “In quel periodo mi sentivo immortale, chiedo venia a tutti e lo faccio per egoismo: devo togliermi un peso dallo stomaco. Ho simulato un reato e per questo devo pagare ho scelto di patteggiare. Ora sono un padre, un marito, un figlio diverso”, ha scritto sul web.



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