Pompei Misteri del Tempio di Iside di Federico L.I. Federico in libreria

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Pompei Misteri del Tempio di Iside – Le radici liquide della Terza Pompei l’opera seconda del giornalista e architetto F.L.I. Federico, in anni passati Coordinatore Tecnico della Soprintendenza Archeologica di Pompei.

Per i tipi di FLAVIUS Editore a Pompei è stata stampata. Giovedì 15 ore 19,00 presso Comune di Pompei il libro sarà presentato da Stefano De Caro. Il saggio, dedicato alla Terza Pompei, è caratterizzato da un lungo titolo: Pompei Misteri del Tempio d’Iside. Le radici liquide della Terza Pompei.
Lo stesso autore ne ha scritto la Introduzione, in cui egli prende per mano il lettore e lo conduce in viaggio a ritroso nel tempo nel tempo, seguendo le “tracce” lasciate dal percorso dell’antica rete fluviale del Sarno, intellegibili ancora oggi sul territorio moderno della città nuova e poi in quello antico degli Scavi.

Pompei Misteri del Tempio d’Iside

La destinazione del viaggio sono infatti le viscere dell’antica Pompei oscocampana e preromana, dove il lettore penetra attraverso il Canale Sarno.
E così il lettore scopre che lo stesso nome di Pompei sembra derivare dalla lingua osca, quando essa si chiamava Pumpàia, per le sue case alte sull’orizzonte, prima di latinizzarsi in Pompeii.

Pompei Misteri del Tempio d’Iside

Prima ancora, i Campani chiamavano Pumpèia quel piccolo nucleo urbano, arroccato in alto con le sue case sulla colata lavica preistorica, il quale attingeva l’acqua, necessaria alla vita, da un canale derivato dall’antico Sarno e scavato sulla roccia e nella terra.



    Un sito sacro, allora extra urbano, dedicato a Iside, svettava in quell’epoca arcaica sulla rupe lavica con funzioni religiose astrali, alimentate dall’acqua dello stesso canale, che soltanto dopo qualche millennio fu chiamato Canale Sarno, dopo essere stato riattato in parte da Domenico Fontana in epoca tardorinascimentale.
    In quel sito, poi occupato dal Tempio di Iside, sopravvive – secondo l’Autore – il pozzo sacro Isiaco, oggi irriconoscibile perché estraniato e semidistrutto, misteriosamente.

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    Esso ha nutrito per millenni le radici liquide della Terza Pompei la quale, vantando radici così antiche e sacre, può reggere il confronto con la Pompei Archeologica e con quella Religiosa, universalmente famose.




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