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Scafati, Fiorenza Calogero in ‘NapulAnnúra’

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Fiorenza Calogero in NapulAnnúra, concerto con con Marcello Vitale (chitarra battente) e Carmine Terracciano (chitarra napoletana). Giovedì 10 giugno 2021 ore 20.30 al Teatro San Francesco | Cavalcavia Longobardi 84018 – Scafati (Sa)

 

Teatro San Francesco_Scafati
IL CONCERTO

NapulAnnúra è il progetto di Fiorenza Calogero che mette a nudo l’anima di Napoli facendola vibrare di passione. Fiorenza rivisita, secondo lo stile peculiare che da tempo la contraddistingue, le opere dei grandi Maestri del passato che hanno contribuito a rendere “immensurabile” il patrimonio musicale napoletano: Renato Carosone, Sergio Bruni, Angela Luce, Concetta Barra, solo per citarne alcuni, spingendosi fino al Settecento Napoletano, ovvero quel periodo di grande vivacità culturale che ha contribuito a rendere Napoli la capitale europea dell’arte, del teatro e soprattutto della musica.

“Ho scelto questo mestiere per esplorare, scoprire e portare in scena l’identità della mia terra”

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L’ARTISTA

Nata e cresciuta a Castellammare di Stabia, Fiorenza è una delle voci di Napoli. La sua ventennale esperienza affonda le radici negli insegnamenti del maestro Roberto De Simone e nella tradizione del canto melodico, che si apre a nuovi percorsi, linguaggi e suggestioni comuni alle donne e agli uomini di tutto il mondo. La sua carriera è un cammino tra le passioni ardenti del teatro e della canzone popolare.
La versatilità della voce, l’approccio sanguigno alla scrittura e l’espressività scenica fanno di Fiorenza una delle più profonde interpreti della canzone tradizionale italiana. Una profondità verticale che trapassa la terra natìa – Napoli e la Campania – e spunta negli emisferi opposti, nelle selve, tr gli spiriti e i popoli che li abitano. Tra world music, canzone popolare e teatro la sua carriera sembra uno studio di etnografia che va ben oltre l’esperienza artistica.

MUSICA E TEATRO

“Ho scelto questo mestiere – dice Fiorenza – per esplorare, scoprire e portare in scena l’identità culturale della mia terra. Al di là del rituale artistico, l’arte per me è movimento, trasformazione, contaminazione. Dagli esordi in poi ho cercato di evitare i repertori monolitici e stagnanti, preferendo soluzioni sempre aperte alle conoscenze che via via maturavo nel tempo. Il linguaggio è una delle massime componenti della mia musica, grazie alle relazioni umane con musicisti di tutto il mondo (da Cristina Branco a Pino de Vittorio, da Amal Murkus a Mbarka Ben Taleb, da Maria Mazzotta a Urna, da Vittorio Grigolo a Ernest Daniel Smidth) e l’interminabile serbatoio di parole, storie e suoni a cui attingo”.

Il legame tra il teatro impegnato e la musica tradizionale è la naturale evoluzione del suo percorso di crescita, che le ha permesso di entrare in contatto con artisti e maestri del calibro di Enzo Avitabile, produttore artistico del suo quarto disco “Nun tardare sole”, finalista della sezione interpreti del Premio Tenco.


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