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Scafati. Lungo Consiglio comunale, Russo: ‘Sulle Farmacie comunali solo una nota letta di 3 mesi fa’

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“Una lunga seduta di ”, scrive leader della coalizione civica ‘Insieme per '.

 

Si è celebrato ieri, mercoledì 22 luglio 2020, l'Assemblea cittadina del Comune di Scafati. Quattordici gli argomenti all'ordine del giorno nella prima seduta aperta al pubblico, post Covid, tra cui la nota faccenda delle Farmacie comunali.

E proprio sulle Farmacie comunali, Michele Russo dichiara che si sarebbe aspettato qualcosa di più rispetto alla semplice “lettura da parte del Sindaco di una nota del dottor Martellaro risalente a circa tre mesi fa”.

“Resta non chiarito – prosegue Russo – quando e come si regolarizzerà la gestione delle farmacie attualmente ancora in capo al Consorzio senza alcun atto ufficiale e senza riscontri contabili da oltre un anno.

Resta non chiarito quando e come si procederà alla vendita e come si affronterà il tema dei dipendenti anche in relazione al bando di vendita.

Restiamo, inoltre, perplessi di fronte al ristoro che il Comune dovrebbe corrispondere al Consorzio prima quantificato in oltre 1.700.000 euro e poi ridotto miracolosamente a circa 800.000. In entrambi i casi, non riteniamo sia stata rispettata la modalità di quantificazione determinata dall'art. 6 dello statuto del Consorzio.

Sono stati determinati i valori degli importi da pagare ai fini IMU per le aree fabbricabili. Abbiamo contestato e votato contro. Valori stimati nel 2018, che non tengono conto assolutamente della crisi avutasi nel mercato immobiliare. Valori che comunque già per l'epoca erano sovrastimati con l'effetto di far pagare più imposte ai cittadini. Basti pensare alle zone D4 tipo il PIP di via Sant'Antonio Abate. Per il comune il valore su cui pagare l'IMU è 97,30 euro a mq, quando le sentenze a favore degli espropriati si aggirano sulla media di 70-75 euro. Una evidente contraddizione.”

Guarda anche: https://www.facebook.com/michelerussopolitico/

Sottolinea inoltre: “Sul versante regolamento tari e tariffe le opposizioni hanno proposto emendamenti per agevolare i ceti sociali più deboli e per esentare dal pagamento le attività commerciali costrette alla chiusura, per il periodo dell'emergenza COVID.
Tutte le proposte sono state respinte dalla maggioranza, che non accettando il dialogo si è trincerata dietro pareri tecnici e presunti impedimenti contabili.”


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