Cronaca Giudiziaria

Processo Olimpo, la difesa cerca di smontare l’accusa di estorsione per Adolfo Greco

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Castellammare di Stabia. A quasi un anno dal suo arresto Adolfo Greco per l’ennesima volta decide di non partecipare all’udienza che si è celebrata ieri mattina nell’Aula Siani del Tribunale di Torre Annunziata dove le parti si sono riunite per il controesame dell’ispettore Diego Albrizio della sezione anticorruzione della squadra Mobile di Napoli che per un periodo di tempo ha coordinato le indagini dell’operazione Olimpo. Sono proprio le condizioni di salute di Adolfo Greco ad influire sulla scelta di non partecipare, seppur in videoconferenza, all’ udienza di oggi alla quale hanno assistito gli imputati Raffaele Carolei, Michele Carolei, Luigi Di Martino, Umberto Cuomo, Attilio Di Somma, Di Somma Attilio e Carolei Michele detenuti nella stessa casa circondariale. Presente, in viedeoconferenza, Luigi Di Martino detenuto nel carcere di Milano in regime di 41 bis, ovvero carcere duro. Presenti in aula il pm Cimmarotta, gli imputati Raffaele Carolei e Umberto Cuomo. La difesa degli imputati ha svolto il proprio controesame nel quale è stata trattata in modo dettagliato la vicenda relativa all’estorsione all’imprenditore caseario Giuseppe Imperati che si vide rubare due camion carichi di merce e chiese aiuto all’amico Greco. Ed è proprio questo episodio che ha portato l’accusa a sostenere che il comportamento dell’imprenditore Adolfo Greco avrebbe portato un vantaggio al clan degli Afeltra. Una circostanza che sembrerebbe essere smontata già dalla figlia di Giuseppe Imperati, Emilia, che nel corso della precedente udienza aveva affermato che il rapporto tra le due famiglie era, in un primo momento, di natura commerciale per poi diventare anche personale dopo che Greco avrebbe fatto da testimone di nozze ad una delle figlie di Imperati. Nell’episodio in questione Adolfo Greco aveva consigliato – come emerge dall’informativa – ad Imperati di versare una somma di circa 5mila euro prima e 50mila poi a Raffaele Afeltra e a Giovanni Gentile, esponenti del clan locale. Secondo la Procura Greco avrebbe agevolato l’attività del clan Afeltra. Durante il dibattimento è emerso che Adolfo Greco da questo episodio non avrebbe tratto alcun beneficio sia di natura economica che di altra natura.


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