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Napoli, il raid di piazza Nazionale nato per vendicare il pestaggio del figlio del boss

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Napoli. Sussistono “gravi indizi di colpevolezza”. Non solo. “Deve ritenersi sufficientemente dimostrato che alla guida del Benelli rubato (usato per l’agguato, ndr) vi fosse Armando Del Re”: restano in carcere Armando e Antonio Del Re, i fratelli di 28 e 18 anni ritenuti dalla Procura di Napoli coloro che lo scorso 3 maggio hanno organizzato e attuato il tentato omicidio del 32enne Salvatore Nurcaro, in piazza Nazionale, durante il quale é stata gravemente ferita la piccola Noemi, di appena 4 anni. A deciderlo sono stati il gip Alessandro Buccino Grimaldi, del Tribunale di Siena, e il gip di Nola, Daniela Critelli. Il gip di Siena, come anche quello di Nola, ha disposto la misura cautelare ritenendo sussistenti nei riguardi di Armando Del Re e del fratello Antonio, “gravissimi indizi di colpevolezza”. Nell’ordinanza di convalida affiora anche quello che potrebbe essere il movente, riconducibile, forse, a un pestaggio subito a metà aprile da Stanislao Marigliano figlio del boss Armando del quartiere San Giovanni a Teduccio. Le attività investigative interforze coordinate dalla Procura di Napoli intanto proseguono. L’obiettivo è incamerare quanto più materiale probatorio e blindare l’accusa di tentato omicidio premeditato di Nurcaro portato a termine con tipiche modalità mafiose. Al lavoro anche i legali dei due indagati, gli avvocati Claudio Davino (per Armando) e Leopoldo Perone e Antonietta Genovino (per Antonio).

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