Trascinò la sua ex sotto l’auto: chiesti 30 anni

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Napoli. Una condanna pesante: 30 anni di carcere per Giuseppe Varriale. E’ questa la richiesta del pm Valeria Palmieri della Procura di Napoli nel processo che si sta celebrando con il rito abbreviato davanti al gup del tribunale Napoli nord Antonino Santoro. Secondo il magistrato il giovane di Mugnano provocò volontariamente l’incidente che costò la vita alla sua ex fidanzata, la 24enne Alessandra Madonna, trascinandola per alcuni metri con la sua Range Rover. La sentenza è attesa per il prossimo 27 novembre dopo l’arringa del suo difensore Giuseppe Pomponio. Il giovane, che è agli arresti domiciliari dallo scorso anno e che era presente in aula, ha anche rilasciato una dichiarazione spontanea: “E’ stata una tragica fataità, non volevo uccidere Alessandra. Non ho agito con dolo”. I familiari della giovane vittima , che si sono costituiti parte civile, attendono la sentenza e continua a chiedere giustizia. La morte della giovane ballerina di Melito avvenne la notte tra  tra l’8 e il 9 settembre del 2017. Varriale ha sempre raccontato di aver incontrato a una festa di comuni amici la sua ex di averle parlato ma aver detto per l’ennesima volta no. Poi di aver trovato al suo ritorno a casa l’ex nel parco in cui abita, di aver avuto con lei un battibecco, e di averle infine comunicato di non voler piu’ riallacciare alcuna relazione. Varriale ha anche riferito di essersi allontanato con l’auto a velocità molto ridotta, e di non essersi accorto che Alessandra si era aggrappata alla sua vettura. Quando pero’ ha sentito un tonfo a terra e’ sceso e ha visto l’ex in un lago di sangue; a quel punto l’ha caricata in auto e l’ha accompagnata in ospedale dove e’ deceduta. La Procura diretta da Francesco Greco non ha mai creduto a questa versione, ipotizzando invece che Varriale si fosse accorto che Alessandra si era aggrappata alla sua vettura venendone poi trascinata; poteva dunque immagine quanto accaduto ma non ha fatto nulla per impedirlo; una forma di dolo al confine con la colpa, cosiddetto “dolo eventuale”.


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