Napoli: primissimo bilancio dell’era Ancelotti

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Tempo di bilanci in casa azzurra dopo la prima settimana di ritiro a Dimaro-Folgarida, sette giorni in cui il nuovo di Carlo Ancelotti inizia lentamente a prendere forma. Una squadra camaleontica, che all'inizio non si discosterà molto da quella forgiata da Maurizio Sarri nell'ultimo triennio, nel segno di quella continuità di progetto che Ancelotti ha sempre utilizzato nella sua lunga carriera di club, dal Parma fino al Bayern Monaco, passando per Milan, Chelsea, e .L'ARMONIA – Parola d'ordine: serenità. Al netto dei discorsi tecnico-tattici, è questa forse la grande novità rispetto alla passata stagione, contraddistinta da grande lavoro sul campo ma poca trasparenza verso l'ambiente esterno. Merito senza dubbio di Carlo Ancelotti e del suo staff, abituato a lavorare sul lato umano dei calciatori e creare sin da subito una grande armonia con l'ambiente, con i tifosi e soprattutto nel gruppo. Ed è in questa ottica che rientrano le serate di karaoke (con risate e applausi per tutti, compreso) e i simpatici siparietti in mezzo al campo con i nuovi acquisti, gesti all'apparenza banali, ma che in realtà aiutano molto a cementificare i rapporti tra compagni.LE NOVITÀ – Tornando all'elemento tecnico, la prima forte indicazione avuta dagli allenamenti, e poi confermata dall'amichevole contro il Gozzano, è l'utilizzo della cosiddetta difesa mista sui calci piazzati: tre giocatori in marcatura a uomo, altri cinque a creare densità nell'area piccola e due fuori area di rigore (uno spesso è Insigne) per ripartire subito in contropiede. L'altra grande novità sostanziale è il cambiamento in “regia”: ceduto Jorginho al Chelsea, le chiavi del centrocampo sono state affidate a Marek Hamsik nel suo nuovo ruolo “alla Pirlo” come mediano di costruzione. Il primo impatto è stato decisamente positivo (dopotutto qualità e visione di gioco non mancano allo slovacco), un esperimento che sarà riproposto anche in futuro e che sarà la nuova grande novità della stagione 2018-19.GLI OUTSIDER – Scorrendo la rosa azzurra, tre nomi su tutti saranno chiamati ad una grande stagione di rivalsa: Maksimovic, Diawara e Rog. Il difensore serbo era uscito totalmente dai radar e l'anno scorso era persino volato in Russia allo Spartak Mosca per ritrovare titolarità e riconquistare la Nazionale in ottica Mondiale, senza però riuscirci. Ora, invece, sembra rinato in questa prima settimana a Dimaro ed è pronto a lottare con Albiol e Koulibaly per una maglia da titolare nelle tre competizioni. Discorso simile va fatto per Rog e Diawara, utilizzati col contagocce da Maurizio Sarri e che invece saranno centrali nel nuovo progetto tattico azzurro. Il dinamismo di Rog da un lato, la regia e l'eleganza di Diawara dall'altro: due giocatori pronti a riconquistare fiducia, entusiasmo e soprattutto la fiducia del tecnico e dei tifosi.



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