Scafati, estorsioni per conto del boss Matrone, il ras Palma dava ordini dal carcere

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Scafti.Proseguono gli interrogatori degli arrestati dopo l’esecuzione della misura cautelare in carcere del GIP di Salerno, dott.Pellegrino. Domani comparirà dinanzi al GIP di Frosinone, che interviene per rogatoria, un altro degli indagati, Antonio Palma (difeso dall’avvocato Gennaro De Gennaro)detenuto nel carcere di Frosinone, che risponde, per questa specifica ordinanza, di violazione della normativa sulle armi e dell’aggravante del metodo mafioso. Secondo la Pubblica Accusa, il Palma apparteneva alla squadra delle estorsioni del clan Matrone ed era stato lui unitamente al Panariello Pasquale ed al cognato Patrone Nicola a compiere l’estorsione al supermercato IPerG di Angri. È lo stesso soggetto che, anni addietro, era stato arrestato perché ritenuto il responsabile della morte del Tenente dei Carabinieri,Pittoni ma, successivamente, era stato scagionato perché estraneo a quell’omicidio. Il detenuto, ristretto nel carcere di Frosinone per altro filone di indagine di questa stessa procedura seguita dalla DDA di Salerno, dott. Russo, ovvero quello inerente alla tentata estorsione al punto vendita IPerG ha coinvolto, sotto il profilo investigativo, anche la moglie Patrone Monica, il fratello Pasquale Palma e Patrone Nicola. Le intercettazioni ambientali nel carcere di Frosinone hanno dimostrato che il Palma si serviva dei suoi familiari per operare spostamenti di armi e per richiedere la mesata all’organizzazione di appartenenza. Ed era proprio il fratello del Palma Antonio, Pasquale che eseguiva le direttive dal carcere, recuperando le armi che servivano all’organizzazione per intimidire i commercianti scafatesi nel nome di Franchino a’ belva ed i soldi. Il PM aveva chiesto la detenzione in carcere per entrambi gli indagati, Patrone Nicola e Palma Pasquale ma il GIP ha rigettato la richiesta che restano indagati a piede libero con l’accusa di appartenere ad una associazione camorristica. La posizione di Palma Antonio risulta speculare con quella di Panariello Pasquale, avendo i due soggetti operato in sintonia nel campo estorsivo, intimidendo i loro interlocutori nel nome del clan Matrone.

Tesi che viene confermata dalle intercettazioni ambientali in carcere dove i due indagati davano direttive ai rispettivi fratelli di interagire con Giuseppe Buonocore, 44 anni, genero di Franchino Matrone.
Al Panariello Pasquale (difeso dall’avvocato Gennaro De Gennaro) la Procura contesta un ruolo egemone, essendo una figura di primo piano nell’organizzazione scafatese, attivo nelle estorsioni, nella droga e nelle armi.
L’indagato è stato interrogato nel carcere di Larino di Campobasso, assistito dal suo difensore, e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Strategia difensiva seguita dagli altri indagati sin ad ora interrogati.Nella giornata di mercoledì si chiuderanno gli interrogatori degli arrestati quando verrà sentito Giovanni Barbato Crocetta nel carcere di Lanciano.


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