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Mi manca un venerdì: il tour del fantasiologo Carrese, dedicato ai bambini, parte da Caserta

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“Mi manca un venerdì” è il titolo del nuovo tour dedicato ai bambini dai 7 ai 9 anni, ideato e curato dallo studioso Massimo Gerardo Carrese, esperto di Storie e caratteristiche della fantasia e dell’immaginazione. Il fantasiologo Carrese torna a incontrare i bambini con un tour fantasiologico che presenta molte novità. Esercizi, giochi, riflessioni su fantasia, immaginazione, creatività: dalla matematica alla linguistica, dalla scienza alla letteratura, il bambino spazia tra le varie discipline e la vita quotidiana con giochi e percorsi ideati dal fantasiologo per stimolare l’emotività e l’intelligenza dei bambini. “Mi manca un venerdì – spiega Carrese – è un incontro che dura due ore in cui insieme ai bambini facciamo esercizi, giochi, relazioni logiche e collegamenti bizzarri tra le varie discipline e la vita quotidiana. Porto con me molte tematiche inedite e altre nasceranno sul campo, secondo la pratica della performance interattiva che caratterizza i miei incontri. Insieme rifletteremo sulle caratteristiche pratiche e teoriche della fantasia, dell’immaginazione e della creatività per esplorarne gli aspetti semplici e quelli più complessi. Il gioco, continua il fantasiologo, permette di stimolare la curiosità e principalmente, se praticato con particolare attenzione, il dubbio. È il dubbio mette in discussione le cose che si credono definite e ne rivela le (altre) potenzialità: è questa condizione mentale che più mi interessa solleticare nei bambini anziché insegnare loro come fare questo o come fare quello”. Anteprima nazionale con “Mi manca un venerdì” è alla libreria Che Storia di Caserta in via Tanucci 83 sabato mattina, ore 10:30, per un gruppo riservato di bambini che incontreranno il fantasiologo Massimo Gerardo Carrese. “Ci sarà da pensare e da divertirsi, spiega Carrese, anche perché ci chiederemo qual è la relazione che passa tra il numero “cinque” e il numero “sette”, come si crea un binocolo con la forma delle mani usando una palla da basket e tante altre cose, con riferimenti bibliografici e percorsi fantasiologici pensati al momento”.


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