Approvato il trattato tra Italia ed Emirati Arabi: presto rientrano in Italia i boss e i faccendieri latitanti

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Potrebbero tornare presto dalla loro latitanza dorata negli Emirati Arabi, faccendieri, boss e narcotrafficanti, ricercati e condannati in Italia. Il Consiglio dei ministri infatti, su proposta del ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Angelino Alfano, ha approvato oggi un disegno di legge di ratifica ed esecuzione del trattato di estradizione tra l’Italia e gli Emirati Arabi Uniti, fatto ad Abu Dhabi il 16 settembre 2015 – con scambio di note nella capitale degli Emirati il 27 novembre 2017 e il 17 gennaio 2018 – e del trattato di mutua assistenza giudiziaria in materia penale tra l’Italia e il paese del Golfo, fatto ad Abu Dhabi il 16 settembre 2015. Lo rende noto la presidenza del Consiglio dei ministri in un comunicato. Il trattato sull’estradizione impegna le parti, reciprocamente, a consegnarsi persone ricercate che si trovano sul proprio territorio, per dare corso a un procedimento penale o per consentire l’esecuzione di una condanna definitiva. L’estradizione sara’ concessa quando il fatto per cui si procede o si e’ proceduto nello Stato richiedente e’ previsto come reato anche dalla legislazione dello Stato richiesto (principio della doppia incriminazione). Tale principio trova un temperamento in materia fiscale, laddove e’ stabilito che l’estradizione potra’ essere accordata anche quando la disciplina dello Stato richiesto sia differente da quella dello Stato richiedente. L’estradizione processuale richiede, poi, che il reato per cui si procede sia punito da entrambi i paesi con la pena della reclusione per un periodo di almeno un anno. L’estradizione esecutiva richiede, invece, che la pena residua ancora da espiare corrisponda a un periodo minimo di sei mesi. Infine, sono previsti specifici casi in cui l’estradizione sara’ obbligatoriamente negata e altri in cui si avra’ la facolta’ di negarla.

Il trattato dovrà però essere ratificato dal nuovo Parlamento per diventare operativo e permettere il rientro in Italia di una dozzina di latitanti. Si tratta, tra gli altri, dell’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, di Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini e riparato a Dubai, del narcotrafficante  di Castellammare di Stabia, Raffaele Imperiale, detto Lelluccio o’ parente colui che ha indonadato di droga l’Italia negli ultimi anni e che ha finanziato la prima guerra di camorra tra gli Scissionisti degli Amato pagano a cui era legato, e i Di lauro, e diventato famoso lo scorso anno perché teneva nascosti nella casa dei suoi genitori alla periferia di Castellammare due Van Gogh rubati rubati in Olanda nel 2002. E poi ancora di Samuele Landi, ex ceo di Eutelia, condannato in primo grado a nove mesi nel 2015 per il crac della società e il costruttore Andrea Nucera, autore di presunti abusi in una lottizzazione. “Un altro passo che va nella direzione giusta – commenta il deputato Pd Davide Mattiello, che da tempo si batte per questo provvedimento -. Ringrazio il presidente del Consiglio Gentiioni e il ministro Orlando: ora sarà anche possibile porre fine alle latitanze spudorate che si consumano negli Emirati alla luce del sole. L’assenza di una cooperazione ha fino a qui reso molto difficile per le autorità italiane intervenire “


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