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I selfie dello scandalo nel carcere di Airola: chiesta la rimozione del direttore

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“Ma come è possibile che nessuno, ai vertici regionali e nazionali dell’Amministrazione della Giustizia Minorile, ha preso concreti provvedimenti per avvicendare l’attuale direttore facenti funzioni della struttura, che non ha affatto il controllo della situazione?”. E’ un atto di accusa durissimo quello di Donato Capece segretario generale del SAPPE (il sindaco della guardie penitenziarie) che ieri ha portato alla ribalta l’ennesimo caso che vede come protagonista il carcere minorile di Airola dove alcuni detenuti legati ai clan della camorra napoletani hanno pubblicato dei selfie su loro profili facebook direttamente dal carcere. Il quotidiano Il Roma in edicola stamane ne pubblica anche alcune foto (presenti all’interno di questo pezzo) e spiega che dai profili facebook dei detenuti si legge “Airola Livee”. Come se fosse un evento in diretta.  La chat utilizzata con disinvoltura dai detenuti e dai amici fuori dal carcere e’ stata utilizzata fino a pochi giorni fa, in sostanza fino a quando non e’ scattata la denuncia del Sappe. Tra complimenti e gli apprezzamenti, anche da parte di ragazze, spiccano frasi in dialetto del tipo: “Sei la mia vita”, “Amore di mamma, ti amo”. Nei post anche decine di emoticon, di baci, abbracci e ok, anche testa poliziotto con pistola rivolta alla tempia. La polizia penitenziaria  ha sequestrato quattro cellulari e una scheda telefonica sim, anonima, ovvero attiva ma senza intestazioni. Si possono acquistare su internet e loro, dal carcere, si collegavano ad internet così da dare dimostrazione di forza su quello che riuscivano a fare anche da reclusi. Hanno pubblicato foto il sei luglio e il 26 luglio. Sono ragazzi di Secondigliano, Quartieri Spagnoli, Ponticelli. Soggetti che hanno tante pene da scontare. Alcuni di loro rispondono anche di omicidio e tentato omicidio. Altri di traffico internazionale di sostanze stupefacenti e camorra. La scorsa settimana c’è stato anche un ferimento: un ragazzino è stato picchiato da un detenuto molto più grande di lui e sono state necessarie le cure mediche e punti di sutura. Protagonista era uno dei babyboss che avevano organizzato la rivolta del 5 settembre proprio ad Airola. “Il carcere e’ completamente fuori controllo dell’impiegato civile che svolge funzioni di direttore, che dopo i costanti e continui eventi critici avrebbe dovuto cambiare completamente l’organizzazione interna del carcere minorile”, denuncia  ancora Donato Capece. E ora si attende una risposta da parte delle istituzioni prima che la situazioni precipiti.

 

 

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