Melito, noto tik toker denunciato per atti persecutori a un minorenne

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Videogame e social media sono sempre più interconnessi, aprendo la frontiera del gioco online e del multiplayer. di videogiocatori si sfidano quotidianamente in un ambiente virtuale, utilizzando avatar personalizzati e interagendo in comunità sempre più coinvolgenti.

Tuttavia, dietro ai pixel di un noto gioco multiplayer emerge una storia di persecuzione che attraversa il confine tra il mondo virtuale e quello reale.

Tutto ha inizio con una discussione: un 16enne litiga nel videogioco con un altro utente e viene successivamente bersagliato da e minacce. Questi messaggi denigratori diventano una costante della sua esperienza di gioco, generando un crescente senso di isolamento.

    Messo alla berlina prima da un singolo giocatore e poi da altri, il minore decide infine di abbandonare il gioco e di parlare con i genitori.

    A promuovere la campagna denigratoria nei confronti del minore è un 25enne di , noto su TikTok con migliaia di followers, che è stato identificato e denunciato dai Carabinieri.

    Qualche giorno prima, presso la stazione dei Carabinieri di , era giunta una denuncia per atti persecutori. Il giovane, accompagnato dal padre, aveva raccontato che le ostilità dei videogiocatori, probabilmente guidate e alimentate dal tiktoker 25enne, erano continuate anche nel mondo reale.

    Al 16enne anche messaggi minatori e insulti telefonici

    Messaggi minatori, insulti telefonici e un bombardamento sui social media avevano generato nel 16enne il timore di ritorsioni ancora più gravi.

    I Carabinieri hanno quindi identificato il 25enne e lo hanno denunciato per atti persecutori.

    Questa vicenda solleva interrogativi sulla cultura digitale e sottolinea la necessità di affrontare il bullismo in ogni sua forma. L'intervento dei Carabinieri aggiunge una nota di speranza, dimostrando che la giustizia può penetrare anche nel mondo digitale. È fondamentale segnalare qualsiasi segnale di allarme, specialmente quando coinvolti minori, affinché venga preso seriamente e denunciato.



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