Roma, lo youtuber che uccise il bimbo patteggia 4 anni e scoppia la polemica sulla condanna mite

Matteo Di Pietro, il ventenne fondatore del collettivo youtuber Theborderline, è stato condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione per omicidio stradale e...

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, il ventenne fondatore del collettivo Theborderline, è stato condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione per omicidio stradale e lesioni.

L'incidente si è verificato il 14 giugno 2023 a , quando Di Pietro, alla guida di un Lamborghini a noleggio, ha travolto una Smart in cui viaggiavano una donna e i suoi due figli, di cinque e sette anni. Il piccolo Manuel, di cinque anni, è morto sul colpo, mentre la e la sorella sono rimaste ferite.

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma ha riconosciuto le attenuanti generiche a Di Pietro, che si è dichiarato colpevole e ha chiesto scusa alla famiglia della vittima.

    La madre di Manuel ha commentato la sentenza dicendo di essere “preparata” e che “resterà la tragedia per una famiglia”.

    L'incidente si è consumato nel corso di una ‘sfida' social del collettivo di youtuber.

    In base all'ordinanza cautelare cui il gip dispose i domiciliari per Di Pietro, l'auto viaggiava a oltre 124 km/h “immediatamente prima dell'impatto” con la Smart. A bordo del Suv erano presenti altre quattro persone che stavano effettuando riprese con il cellulare.

    Il gip ha scritto nell'ordinanza che il ventenne aveva preso a noleggio il potente suv “con l'unico ed evidente fine di impressionare e catturare l'attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità”.

    La vicenda ha suscitato un forte dibattito sull'uso dei social network e sulla sicurezza stradale.

    Il ministro dell'Interno ha commentato la sentenza dicendo che “4 anni per avere ucciso un bimbo di 5 anni? Una riforma della giustizia è quantomai necessaria”.

    ”In merito alla pubblicazione del video che riprende le fasi dell'incidente da parte di alcuni siti di informazione, ritengo che sia una scelta poco opportuna e da cui prendo le distanze. Personalmente in accordo con il mio assistito abbiamo sempre ritenuto di dover mantenere il massimo riserbo a tutela di tutti in considerazione della drammaticità dell'evento”.

    E' quanto afferma l'avvocato Antonella Benveduti, difensore di Matteo Di Pietro.



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    1 commento

    1. fino a quando ci troviamo di fronte a sentenze del genere in Italia le cose andranno sempre peggio. ma quali attenuanti possono esistere per un individuo che fa una cosa di questo genere. è una sentenza vergognosa. ma ci rendiamo conto dell’enormità del gesto compiuto? con sentenze cosi purtroppo quanti ne dovranno ancora succedere di questi incidenti. per certi reati, il patteggiamento, il rito abbreviato o altre scorciatoie simili non dovrebbero neppure essere prese in considerazione

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