Omicidio Giulia Tramontano: tra i testimoni anche l’amante di Impagnatiello

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Il processo ad per l'omicidio di avrà oltre 30 testimoni, tra investigatori, consulenti e famigliari.

La Corte d'assise di Milano ha già fissato ulteriori udienze il 12 febbraio, 7 e 21 marzo per l'istruttoria. Tra tre settimane, i carabinieri che hanno condotto le indagini sul femminicidio, il tentato avvelenamento e il depistaggio saranno chiamati a testimoniare.

Il 7 marzo è prevista l'audizione della collega italo-inglese di Impagnatiello, che ha rivelato la verità sulla loro relazione a Giulia poche ore prima dell'omicidio. Saranno ascoltate anche la madre della vittima, Loredana, e la sorella, , che, costituitesi parti civili, non potranno assistere al processo fino alla loro testimonianza.

    La difesa di Impagnatiello non si è opposta alla richiesta della Procura di interrogare l'imputato, che ha rilasciato dichiarazioni spontanee e ha nominato due testimoni: uno psichiatra e uno psicologo.

    I pubblici ministeri hanno depositato copie forensi dei dispositivi informatici, video e chat delle persone coinvolte, così come i filmati delle telecamere di sorveglianza. Tutte le prove sono state ammesse dalla Corte, composta dalla presidente Antonella Bertoja, la giudice a latere Sofia Fioretta e sei giudici popolari.

    La sorella di Giulia a Impagnatiello: “Le scuse sono una presa in giro”

    Intanto Chiara Tramontano, sorella di Giulia  replica a distanza, su Instagram, alle dichiarazioni spontanee rese in aula dall'imputato che ha chiesto scusa alle vittime e ai familiari.

    “Puoi chiedere scusa se per errore hai urtato lo specchietto della mia . Non puoi chiedere scusa se hai avvelenato e ucciso mia sorella e mio nipote, prendendoci in giro e deridendone la sua figura. Non hai diritto a pronunciare, invocare o pensare a Giulia e Thiago dopo averli uccisi barbaramente. Meriti di svegliarti ogni giorno in galera ripensando a ciò che hai fatto e provando ribrezzo per te stesso.”

    Chiara non ha ascoltato le parole di Impagnatiello, poiché ha abbandonato l'aula quando lui è salito al banco degli imputati presso il Palazzo di giustizia a Milano.

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