Napoli, equipaggio 118 aggredito al Borgo Sant’Antonio: “Vi apro la testa”

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Momenti di terrore per un equipaggio del 118 chiamato alle 21 dello scorso 28 dicembre per un intervento di emergenza al Borgo Sant’Antonio.

Secondo quanto denunciato dall’associazione Nessuno tocchi Ippocrate, i componenti dell’equipaggio sono stati ripetutamente minacciati di morte dai parenti della persona da soccorrere che si sono messi a filmare con il cellulare l’intervento dei sanitari. ‘Se papà muore non uscite da qui’ e ‘vi apro la testa e vi lascio a terra, non ho paura di farmi 30 anni di galera’.

Queste le frasi pronunciate all’indirizzo di medico e infermieri. Solo l’intervento di una pattuglia della Polizia allertata da un componente dell’equipaggio è riuscita a riportare l’ordine dopo un tentativo di aggressione fisica.

Ma l’apice si è toccato quando una signora afferma: “già avete ucciso mia sorella” evidentemente riferendosi ad un precedente intervento del 118.

Nel trambusto esce il figlio del signore, con tipica barba talebana che rivolgendosi al medico esclama: “io ti apro la testa e ti lascio a terra, tanto non ho paura di farmi 30 anni di galera!” , dopo tale frase inizia a filmare con lo smartphone tutte le fasi del soccorso e pubblica il video integrale sui social media.
Intanto l’equipaggio- come racconta l’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate- procede con le manovre di rianimazione cardiopolmonare, ma purtroppo per l’uomo non c’è nulla da fare (ASISTOLIA).Una donna presente ha cercato persino di aggredire l’infermiera che è riuscita a fuggire fuori l’appartamento.
Dopo poco giunge la polizia ,chiamata dall’autista soccorritore il quale era riuscito ad allontanarsi, alla vista delle divise blu i parenti esclamano : “c’era bisogno di chiamare la polizia?”

 

    “Ancora un episodio gravissimo ai danni del personale medico che opera in emergenza per il quale chiedo sanzioni esemplari nei confronti degli aggressori – ha commentato il deputato di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli – un clima inaccettabile che rende davvero arduo il lavoro di chi deve salvare vite umane.

    Siamo a 67 aggressioni denunciate ufficialmente senza contare tutti gli episodi che accadono quotidianamente nei pronto soccorso e nelle corsie degli ospedali. Dobbiamo tutelare gli operatori sanitari non solo in termini di prevenzione attraverso l’utilizzo di telecamere e la presenza di forze dell’ordine nei presidi sanitari, ma anche attraverso segnali chiari a chi aggredisce che il suo crimine non resterà impunito.

    Troppo spesso i violenti la fanno franca e sono seriamente preoccupato da questa escalation di violenza”.



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