Casamicciola, Legnini: “Entro 10 giorni il quadro definitivo per il rientro degli sfollati”

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“In dieci giorni daremo il quadro definitivo dei rischi, sulla base di acquisizioni scientifiche più avanzate, e della destinazione alloggiativa dei cittadini, sul rientro o non rientro”.

Lo ha detto ieri Giovanni Legnini, commissario per l’emergenza a Ischia, in un punto stampa tenuto insieme al capo della Protezione civile Fabrizio Curcio.

“Le analisi e gli studi sono in via di elaborazione – ha aggiunto Legnini – poi questo sarà il tempo utile anche per fare il primo piano operativo per l’eliminazione dei rischi. La parola d’ordine è sicurezza, garantire la sicurezza ai cittadini e il minor disagio possibile ai cittadini. Stiamo procedendo ora dopo ora”.

Nell’incontro con la stampa Curcio ha dichiarato: “Con il commissario Legnini e la commissaria prefettizia Calcaterra stiamo lavorando alla seconda ordinanza di protezione civile; vogliamo rendere più celeri le procedure per avere il quadro definitivo della situazione.

L’alluvione è stato un evento importante ed il relativo quadro scientifico ha bisogno di essere approfondito, poi potremo dedicarci ad altre attività come lo smaltimento del fango. Sono terminate le operazioni di soccorso tecnico urgente.

    Adesso c’è la fase di ricognizione complessiva dello scenario in cui ci troviamo ad operare ma ad Ischia ci sono complicazioni in più poichè si dovrà operare in un quadro di dissesto idrogeologico preesistente ed in quello già avviato della ricostruzione post sisma 2017 e dovremo perciò allineare le varie fasi di gestione emergenziale”.

    Per gli sfollati l’obiettivo “è quello di fare in fretta ma fare anche bene, anteponendo la sicurezza dei cittadini alle altre esigenze; rivolgo perciò un appello alla sensibilità delle persone che attualmente si trovano fuori dalle loro abitazioni, di cui comprendiamo le problematiche. Sulla situazione di Casamicciola sono al lavoro i migliori tecnici specializzati d’Italia per fornire le risposte scientifiche che permetteranno alle varie amministrazioni coinvolte nella gestione dell’emergenza di agire”.

    “Oggi siamo qui ma abbiamo seguito fin dall’inizio, che io sia qui fisicamente è incidentale, siamo qui per testimoniare che non ci fermiamo un secondo e anche oggi abbiamo messo in fila le priorità che sono note. Il Coc e il Ccs non si sono mai fermati, il commissario è qui dalla sua nomina.

    Oggi abbiamo previsto insieme alcuni percorsi, è stata emanata la prima ordinanza, stiamo lavorando sulla seconda e credo che le priorità siano sempre quelle: il cittadino al centro e come rendere più celeri le procedure per avere il quadro della situazione”.

    “Stiamo entrando nel pieno dell’inverno, quindi avremo fenomeni di maltempo che si susseguiranno. Questo studio ci permetterà di avere la consapevolezza delle procedure da mettere in piedi. La preoccupazione c’è ma dobbiamo occuparcene prima.

    E’ evidente – ha aggiunto Curcio – che ogni evento meteorologico di questo tipo aumenta il rischio, per questo va approfondita la conoscenza scientifica di come sono messi certi versanti, che percentuale di acqua hanno questi versanti, che tipologia di interventi si possono fare, magari mettere delle soglie pluviometriche per fare attività preventive. E’ uno studio che stanno facendo i centri di competenza , le università, che forniranno questi studi poi alle strutture, al commissario Legnini, al commissario prefettizio e a ognuno di noi che nella catena svolge il proprio ruolo per prendere le decisioni migliori”.

    La frana di Casamicciola dello scorso 26 novembre “si inserisce in un quadro di dissesto idrogeologico e di ricostruzione preesistente, non è un evento che si può analizzare da solo ma va inserito in questo quadro più complesso”.

    “E’ un evento drammatico e difficile – ha spiegato Curcio – ora sono terminate le operazioni di soccorso tecnico urgente, quelle che sono alla base di ogni tragedia in cui c’è la ricerca di dispersi, quella fase triste drammatica complicata si è chiusa e adesso c’è la fase successiva, che è la fase di presa di coscienza dello scenario. Avviene in tutte le attività emergenziali, ovviamente qui c’è una complicazione perché ciò che è avvenuto si inserisce in un quadro di dissesto idrogeologico e di ricostruzione preesistente”.


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