Inchiesta Juve: il club impose silenzio sull’accordo stipendi

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Tutti i calciatori bianconeri coinvolti nelle ‘manovre stipendi’, nelle ricostruzioni che fecero mesi fa, sentiti dai magistrati di Torino che indagano sui conti Juventus, confermarono quello che ufficialmente non si doveva sapere.

E cioè che in realtà la prima squadra si era ridotta un solo stipendio e non quattro (marzo, aprile, maggio e giugno 2020) come annunciato durante l’emergenza Covid. E la società aveva imposto ai calciatori di non parlarne con la stampa. A parlarne è la Procura di Torino nel passaggio della richiesta di misure cautelari, avanzata a giugno.

Il club impose il silenzio sugli stipendi: il messaggio di Chiellini

Al pool di magistrati che un anno fa ha aperto le indagini, chiuse il 24 ottobre, due calciatori Matthijs De Ligt (oggi al Bayern Monaco) e Mattia De Sciglio hanno consegnato le conversazioni del gruppo Whatsapp denominato ‘JuventusTeam’, di cui fanno parte i giocatori della prima squadra.

    E’ qui che capitan Chiellini aggiorna i suoi compagni sull’accordo stretto con il presidente Andrea Agnelli “per cercare di aiutare il club e tutti i dipendenti in questo momento di difficoltà” derivato dalla pandemia.

    “Ci mancano 4 mesi di salario: 3 mesi pagati nel caso riusciamo a finire il campionato, 2 mesi e mezzo in caso di stop – spiegava Chiellini – Il presidente ha garantito il pagamento di una mensilità il 1 luglio ed il resto nella stagione 20/21″. Infine la ‘direttiva’: “Per questioni legislative di Borsa la comunicazione che uscirebbe è solo della rinuncia ai 4 mesi, è chiesto di non parlare nelle interviste sui dettagli di questo accordo”.

    Inchiesta Juve, le conferme di Rugani, Chiesa e Sarri

    “Il comunicato doveva uscire così e non si doveva parlare con la stampa”, affermò Daniele Rugani. Ma Chiellini negò ai pm le raccomandazioni sul silenzio con i media. “Paratici mi ha proposto di rinunciare a 3 stipendi, che però comunque avrei recuperato nella stagione successiva”, sottolineò Federico Chiesa.

    Anche Maurizio Sarri, l’allenatore dei bianconeri 2019-2020 confermò l’accordo: “Ne parlai al telefono con Paratici e mi disse che c’era già l’accordo con i calciatori e che sarebbe stato opportuno che anche io mi accodassi”, disse ai magistrati sulle ‘manovre stipendi’ si sono focalizzati gli interventi per la ri-approvazione del bilancio consolidato al 30 giugno, con una perdita aggiornata a 239,3 milioni di euro.

    Nei ‘dati storici’ del progetto di bilancio 2021/22 il rosso era di 253,1 milioni poi diventati 193 con i dati pro-forma riscritti nella comunicazione data il 20 novembre accogliendo la richiesta contenuta nella direttiva Consob.

    La società bianconera aveva riportato gli adeguamenti pro-forma che illustrano gli effetti che avrebbe prodotto la contabilizzazione secondo le indicazioni dell’autorità dei vigilanza della Borsa.

    Nel nuovo progetto di bilancio, diffuso nella tarda serata di ieri, la Juventus, “in via di adozione di una prospettiva di accentuata prudenza, ha ritenuto di rivedere alcune stime e assunzioni che comportano rettifiche delle stime di oneri di competenza a fine giugno 2020, fine giugno 2021 e fine giugno 2022”.



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