Napoli, restano in carcere i due autori dell’omicidio di Agostino Di Fiore. LE INTERCETTAZIONI

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Sara’ l’esame del guanto di paraffina (stub) a svelare chi ha sparato e ucciso Agostino Di Fiore, il 28enne del quartiere di Secondigliano, assassinato all’alba di lunedi’ scorso con colpi d’arma da fuoco nella zona di Coroglio, nel quartiere Bagnoli di Napoli. Con l’accusa di concorso in omicidio e porto e detenzione di arma da fuoco, sono ora chiusi nel carcere di Poggioreale e nell’istituto penale per Minori di Nisida, Francesco Esposito, 19 anni, e un 17enne legato da stretti vincoli di parentela con un elemento di spicco di un clan del cosiddetto Pallonetto di Santa Lucia. Almeno quest’ultimo, e’ emerso, era gia’ tenuto d’occhio dalle forze dell’ordine. La lite in discoteca, poi sfociata nell’omicidio di Di Fiore, sarebbe stata innescata dalla sua intromissione, non gradita, in una lite scoppiata tra Francesco Esposito e la sua fidanzata. Ne e’ nato un alterco che ha visto Esposito soccombere durante un’aggressione a cui hanno preso parte un gruppo di ragazzi di Secondigliano, di cui faceva parte anche la vittima. Esposito dopo l’accaduto, ha chiamato, piu’ volte, nel cuore della notte, l’amico diciassettenne, per chiederne l’intervento. Nel corso di queste telefonate sia la fidanzata di Esposito che altre ragazze, hanno cercato di evitare che il diciassettenne intervenisse, soprattutto cercando di convincere Francesco ad andare via: “‘o chiatto (questo il soprannome di Esposito, ndr) non lo chiamare, stammi a sentire a me”). Ma Esposito insiste: “ho litigato, ho litigato…”, “Mi puoi venire a prendere fuori al locale?”, e ancora “quelli sono di Secondigliano, sto fuori al locale”. Il minorenne, dopo le insistenze dell’amico, prende un taxi e si reca a Coroglio, dove l’amico lo stava aspettando. Poco prima dell’omicidio una pattuglia della polizia si reca nella discoteca di Bagnoli per eseguire dei controlli; alle 5,30, quando erano gia’ a bordo delle proprie vetture, i poliziotti sentono colpi d’arma da fuoco e urla in lontananza. Corrono sul luogo da cui provenivano le urla e trovano, su una strada in salita che va verso Posillipo, non molto lontano dalla discoteca, un’auto nera impattata contro il muro destro, con lo sportello del lato passeggero aperto e, all’interno, Agostino Di Fiore, accasciato, privo di vita. Gli agenti vedono anche un giovane, di circa 20 anni, poi identificato in Francesco Esposito, allontanarsi con una pistola infilata nella cintola. Il ragazzo, malgrado il tentativo di fuga, viene bloccato. Ma dell’arma nessuna traccia. Verra’ trovata poco dopo in un cespuglio. A terra vengono trovati anche tre bossoli calibro 9, dello stesso calibro della pistola trovata dai carabinieri a cui vengono delegati gli accertamenti. Subito dopo l’omicidio uno dei poliziotti accorsi sul luogo della tragedia, e’ costretto a soccorrere un giovane, verosimilmente il 17enne, che all’agente riferisce di essere stato investito: ed effettivamente il ragazzo aveva delle ferite alle gambe e i pantaloni strappati. Il giovane, pero’, fugge. Viene successivamente rintracciato, portato nell’ospedale Vecchio Pellegrini, per essere medicato e poi viene fermato
Inutilmente la ragazza che era in compagnia di Francesco Esposito, Fabiana, aveva cercato di evitare che arrivasse a Coroglio il 17enne imparentato con i boss Elia. “Sto qua io, tutto a posto, ora ce ne andiamo. Quelli di Secondigliano non ci stanno più”. Ma l’altra notte a Coroglio è stato tutto inutile. Ecco alcuni passaggi delle conversazioni tra gli indagati che sono state intercettate. Si capisce che il primo litigio tra il 19enne soprannominato “o’ chiatto” e “quelli di Secondigliano” è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato. Mentre tra domenica e lunedì si è verificata la tragedia.

17enne: «Chi è?» Francesco: «Uè…» 17enne: «Uè» Francesco: «Dove stai?»
17enne: «Cos’è successo?» Francesco: «Mi puoi venire a prendere ora. Sto fuori al Riva» 17enne: «Come vengo fino a là?» Francesco: «Mi hanno dato venti di loro addosso. Mi devi morire tu..» Si sente in sottofondo una ragazza che dice: «o’ chiatto”, non lo chiamare, stammi a sentire» 17enne: «Ma chi?» Francesco: «E non lo so chi sono»
Sempre la ragazza in sottofondo: «stammi a sentire, non chiamare nessuno, non ti muovere, non dargli retta» Francesco: «Puoi venire? Sì o no?» 17enne: «Loro stanno qua fuori da te?»
Francesco: «Sì, fuori al parcheggio»
Sono le 4 e 55. Pochi minuti dopo le 5 il 17enne, che ha preso un taxi al Pallonetto, arriva a Coroglio. Ecco altre conversazioni intercettate.
17enne: «Io sto nel taxi. Non fate niente. Aspettate me» Francesco: «Ok. Ti aspettiamo.- Ciao»
Poco dopo lo stesso Esposito richiamava il 17enne (il cui telefo- nino era sotto controllo per un’al- tra indagine). Francesco: «Oh, sto qua fuori» 17enne: «Da che parte stai? Io sto qua fuori, sono quasi arrivato» «Francesco: «Eh, sto qua fuori» 17enne: «Ma ci stanno o no?» Francesco: «Eh, stanno qua» 17enne: «Stanno qua?» Francesco: «Eh» 17enne: «Sto venendo»



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