Il precariato nello spazio raccontato da the Jackal in Addio Fottuti musi verdi

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Finalmente il gruppo napoletano di filmmaker webstar, che conquista da anni milioni di visualizzazioni con serie e video ironici, arriva sul grande schermo con “Addio Fottuti musi verdi”: una action comedy social fantascientifica diretta da Francesco Ebbasta (all’anagrafe Francesco Capaldo).
I protagonisti sono Ciro Priello, Fabio Balsamo, Alfredo Felco, Simone Ruzzo, in un cast che comprende anche Roberto Zibetti, Beatrice Arnera e cameo di Fortunato Cerlino, Salvatore Esposito e Gigi D’Alessio.
Nella storia, il tema del precariato perenne in Italia, ha una soluzione extraterrestre: sono infatti gli alieni, a offrire un contratto a tempo indeterminato a Ciro, grafico pubblicitario trentenne che si mantiene lavorando a Napoli in un friggitoria gestita da cinesi.
L’avventura tra terra e spazio diventerà una comica battaglia per salvare la razza umana. In Italia non è facile trovare la propria strada, ”ci provi dieci volte, ma se non ci riesci, è giusto partire – dicono Francesco Capaldo e Ciro Priello, facendo un parallelo con la realtà di tanti coetanei -. Bisogna innanzitutto realizzare se stessi e poi forse si può tornare arricchiti dalle esperienze fatte”. Il tema del precariato “perché è molto presente nella società e nel nostro settore, quello della comunicazione. E’ difficile riuscire a raccontare le storie che vuoi. Noi ci siamo riusciti – aggiunge Francesco Capaldo – Avremmo potuto fare un film su Gli effetti di Gomorra sulla gente come ci chiedevano in tanti, invece con Cattleya (che produce con Rai cinema) abbiamo potuto realizzare un progetto in cui credessimo davvero”.
Per il gruppo la fantascienza è una vecchia passione: ”da ragazzini andammo a vedere Independence day il blockbuster per eccellenza, bello e tamarro. Da lì è nata la nostra voglia di giocare sul genere, come avevamo già fatto in Lost in Google”. L’arrivo anche al cinema, spiega Priello ”è venuta dall’esigenza di raccontare una storia più lunga, che rispettasse il linguaggio canonico cinematografico, ma senza tradire ciò che siamo sempre stati, per questo speriamo il nostro pubblico ci segua”. La difficoltà maggiore è stata mantenere il ritmo per un’ora e trenta e correggere via via tutte le cadute di tono: ”Mi sarò visto il film centocinquantasei volte e non è un numero inventato, non vedo l’ora di arrivare alla centocinquantasettesima, con il pubblico. Aver realizzato un progetto in tre anni, e non aver finora ricevuto nemmeno un commento è massacrante” dice sorridendo Priello. Addio fottuti musi verdi ha avuto un budget di circa due milioni e quattrocento mila euro, più alto rispetto alla media delle opere prime in Italia: ”Così è stato possibile realizzare il film che volevamo – dice Riccardo Tozzi di Cattleya – anche grazie a The Jackal, che sono di una precisione svizzera”.
Tra i momenti più divertenti della storia c’è sicuramente il cameo di Gigi d’Alessio, più volte bersagliato in passato dal gruppo: ”gli abbiamo spiegato la trama e il personaggio, lui ci ha pensato un attimo e ci ha detto guaglio’ e pruvamm, facimm’ – racconta Francesco Capaldo -. Si è prestato a ironizzare su se stesso con un’intelligenza fantastica”. Ora the Jackal sta già lavorando a nuovi progetti cinematografici ”ma non di fantascienza. Ci piacerebbe sperimentare nuove storie e generi”.


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