Iraq e repressione contro i civili curdi, il fotoreporter Arkan Sharif pugnalato nella sua abitazione

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Iraq. Un fotoreporter curdo di una televisione che sostiene il leader della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Masoud Barzani, è stato pugnalato a morte nella sua abitazione durante la notte nella contesa e ricca provincia petrolifera di Kirkuk. Lo ha detto oggi una fonte di sicurezza locale. Quattro uomini armati sono entrati nella casa di Arkan Sharif, un giornalista di 54 anni che lavorava per Kurdistan TV, alle 2:30 (00:30 italiane di oggi) nella zona di Daquq, a Sud della città di Kirkuk, ha detto la fonte. Sharif, padre di tre figli, è stato pugnalato cinque volte dopo che la sua famiglia era stata rinchiusa in un’altra stanza, ha aggiunto la fonte. Secondo uno dei famigliari delle vittime citato dalla tv satellitare curda Rudaw, “gli aggressori parlavano in turcomanno”, minoranza di origine turca che vive a Kirkuk.
A metà ottobre, le forze di sicurezza irachene sostenute dai paramilitari di al Hashed al-Shaabi (Alleanza di milizie sciite) hanno ripreso dai curdi il controllo della provincia di Kirkuk, a seguito di un voto di indipendenza curdo tenuto lo scorso settembre in aperta sfida a Baghdad. I media curdi accusano l’alleanza composta principalmente da milizie sciite di condurre una campagna di repressione contro i civili curdi. Ieri, il presidente della regione autonoma curda, Masoud Barzani, architetto del controverso referendum, ha annunciato le sue dimissioni.
Una situazione incandescente in Iraq, infatti, ieri sera un gruppo di manifestanti ha assaltato ieri sera la sede del parlamento della Regione del Kurdistan iracheno a Erbil, nel nord dell’Iraq, dopo l’annuncio delle dimissioni del presidente curdo Masoud Barzani per palesare il loro sostegno al leader curdo e alle milizie peshmerga nello scontro in corso con il governo centrale di Baghdad. Il gruppo di manifestanti, circa 60, è riuscito ad entrare nell’atrio del parlamento nonostante il dispiegamento di forze di sicurezza che per fermare l’assalto. I manifestanti hanno esternato la loro indignazione per le dichiarazioni di un deputato curdo, Rabun Maruf, secondo il quale quanto avvenuto nei giorni scorsi rappresenterebbe “il fallimento della politica di Barzani”.
Il presidente del parlamento della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Yousif Mohammed Sadiq, ha espresso in un messaggio inviato alle missioni diplomatiche di Stati Uniti e Unione Europea la sua preoccupazione per quella che viene definita “una purga” contro le istituzioni di Erbil. Sadiq ha denunciato le violenze avvenute in seguito alle dimissioni del presidente Massoud Barzani aizzate da alcuni esponenti del Partito democratico del Kurdistan (Pdk) e dall’Unione patriottica del Kurdistan. “Siamo molto preoccupati per l’attacco contro il parlamento del Kurdistan da parte di un gruppo di rivoltosi senza alcun rispetto dei diritti umani e con l’incoraggiamento di un partito politico”, ha sottolineato Sadiq nel messaggio. “Questi gruppi che incoraggiano violenze e violazioni della legge, distruggono l’immagine della regione del Kurdistan nel mondo di fronte agli occhi dei nostri alleati. Queste persone sono responsabili dei danni arrecati a giornalisti, deputati e dipendenti del parlamento”, ha aggiunto Sadiq.


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