Camorra d’esportazione a Genova: 6 arresti. C’è anche il figlio del boss latitante Renato Cinquegranella

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I militari del Comando provinciale di Genova della guardia di finanza e il personale della squadra mobile hanno eseguito 6 arresti per trasferimento fraudolento di valori originariamente contestato con l’aggravante di associazione di stampo mafioso.

I sei sono tutti domiciliati a Genova. Si tratta di Angelo Russo, unico per il quale è stata disposta la carcerazione, agli arresti domiciliari invece Francesco Cinquegranella (figlio del boss Renato Cinquegranella, latitante da oltre 20 anni) Mario Russo e Antonio Novelletti e l’obbligo di dimora con presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria per Liberato Soriente e Antonietta Russo, sorella di Angelo Russo.

Sono accusati di aver rilevato l’esercizio commerciale “Libeccio” (bar, gelateria, commercio e somministrazione di alimenti e bevande), sul Lungomare di Pegli, nel ponente genovese, e di averlo fittiziamente intestato a soggetti prestanome allo scopo di nasconderne la riconducibilita’ al reale proprietario Angelo Russo.

L’uomo, originario del Rione Traiano a Napoli, attualmente detenuto, segnalato come condannato dalla Corte d’Appello di Napoli nel 2011 per traffico di sostanze stupefacenti e arrestato a Genova nel 2019, nel corso di un’operazione antidroga condotta dalla Procura della Repubblica di Napoli, in quanto facente parte di una rete di narcotrafficanti con base nel capoluogo campano.

In particolare, dalle indagini sinergicamente condotte dalla Squadra Mobile di Genova e dalla S.I.S.C.O. della Polizia di Stato e dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Genova e dallo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza, è emerso che Angelo RUSSO ha acquisito la titolarità di fatto del locale “Libeccio” attraverso l’intestazione di comodo a Liberato Soriente, originario di Torre Annunziata, ma da tempo residente a Genova dove ha sempre svolto l’attività di barista.

    Nonostante la formale intestazione al Soriente, l’attività di gestione del “Libeccio” è risultata sempre personalmente diretta da Angelo Russo, il quale, celato dietro al prestanome, mediante l’utilizzo di capitali ritenuti di dubbia provenienza ha anche provveduto alla completa ristrutturazione del locale, che era stato oggetto di un incendio di natura dolosa nel 2016 quando l’attività era gestita dai precedenti proprietari.

    Per condurre l’esercizio commerciale il Russo si è avvalso anche di altre persone di propria fiducia, tra le quali il figlio Mario, appositamente trasferitosi a Genova da Napoli, rimasto recentemente ferito in un agguato perpetrato con colpi di arma da fuoco nel Rione Traiano.
    Sono inoltre intervenuti nella gestione del “Libeccio”, sempre per conto di Angelo Russo, anche altre persone, a questi ritenute vicine, tra cui Francesco Cinquegranella, figlio di un esponente di spicco della camorra, latitante dal 2002, Antonio Novoletti e una sorella dello stesso Angelo Russo, Antonietta.

    La fittizia intestazione dell’esercizio commerciale a soggetti di comodo ha consentito ad Angelo Russo di gestire il locale del Lungomare di Pegli ininterrottamente dal 2018, celando la riconducibilità dell’investimento alla propria persona ed evitando così possibili sequestri dell’attività economica derivanti dai gravi reati in materia di stupefacenti, per i quali è stato anche condannato in via definitiva.

    Inoltre l’esercizio commerciale “Libeccio” è stato sottoposto a sequestro preventivo e proseguirà l’attività sotto la gestione di un amministratore giudiziario.
    Contestualmente alle misure cautelari, la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato stanno dando esecuzione a perquisizioni delegate dalla Autorità Giudiziaria di Genova a Napoli ed in provincia di Udine.



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