IL CASO

Calcagno risponde a Sarri: “Polemica sui calendari? Aic sempre in prima linea sull’argomento”

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“Sono d’accordo con mister Sarri, ma mi dispiace che lui non abbia seguito tutto ciò che abbiamo fatto in questi anni”. Così il Presidente Aic Umberto Calcagno ha voluto replicare, ai microfoni di Radio Sportiva, all’allenatore della Lazio che aveva chiamato in causa Fifa, Uefa e Lega Serie A per il calendario troppo fitto, che determina tanti infortuni ai calciatori.

“Da anni l’Associazione Calciatori, insieme al sindacato mondiale FifPro, sta portando avanti una vera e propria battaglia contro l’attività agonistica esasperata; nel maggio scorso abbiamo fatto un convegno medico-scientifico esaminando dati importanti a supporto della nostra tesi. Insieme all’Aiac, siamo gli unici che da tempo in Italia stiamo cercando di porre rimedio a questo problema”.

“Il dato di partenza – ha proseguito Calcagno – è la salute del calciatore: i dati scientifici ci dicono che giocare così tante partite senza un adeguato riposo, troppo spesso con meno di cinque giorni tra un impegno e l’altro, causa un sensibile aumento degli infortuni. Ci sono calciatori, soprattutto i top player, impegnati oltre che con i rispettivi club anche con le rappresentative nazionali, che arrivano a disputare 70 partite all’anno percorrendo più di 90mila chilometri per gli spostamenti. È evidente che non si può immaginare di continuare con questo trend”.

    “Purtroppo sull’argomento c’è sempre la tendenza a banalizzare. Quest’anno ad esempio è stata tolta la sosta invernale e non si è capito che quella settimana di riposo che avevamo fino ad oggi preservato era necessaria per il recupero fisico e mentale dei calciatori. Sono ragazzi giovani che, come tutti, hanno una loro vita privata e hanno bisogno di staccare e recuperare energie. Abbiamo portato le nostre istanze in Lega dopo un confronto con i nostri associati”, ha continuato il Presidente Aic.

    “Il tema è molto sentito e abbiamo fatto proposte in maniera costruttiva ponendo l’accento sul fatto che se non preserviamo la salute della parte apicale del nostro mondo a risentirne sarà anche lo spettacolo offerto. Nell’ultima assembla della FifPro Europe abbiamo avuto un confronto con la Uefa sull’aumento delle competizioni internazionali che stanno portando maggiori impegni agonistici: non ci sfugge certamente che le partite di alto livello producono benefici economici al nostro sistema, ma dobbiamo trovare un punto di incontro per preservare la salute di chi lo spettacolo lo fornisce. Dobbiamo capire insieme – ha concluso Calcagno – se, ad esempio, stabilire un numero massimo di partite o di minutaggio per i nostri calciatori possa essere una soluzione”.



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