Napoli, proteste per il Reddito di Cittadinanza: domani presidio davanti alla sede Inps

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Preoccupazione a Napoli per il presidio organizzato per domani mattina alle 10 davanti alla sede Inps di via De Gasperi, da Potere al Popolo, per protestare contro la sospensione del reddito di cittadinanza.

 “Tra qualche ora tante famiglie saranno più ricattabili perché si ritroveranno senza alcuna fonte di reddito”, dicono, anche se il direttore di quell’ufficio (per utenza il secondo d’Italia), Roberto Bafundi, ha già assicurato che “nessuno sarà lasciato solo” ed ha indicato il percorso da seguire.

Occorre fare riferimento ai servizi sociali in caso di disagio (ad esempio tossicodipendenza, emergenza abitativa) o rivolgersi ai centri per l’impiego in caso di abilità al lavoro, per essere avviati a un corso di formazione. E tuttavia, nonostante le rassicurazioni, i centri Inps di Napoli e della Campania saranno domani discretamente monitorati dalle forze dell’ordine per scongiurare sul nascere qualunque incidente.

Ed anche il Comune di Napoli ha predisposto un piano di intensificazione dei controlli all’esterno delle 22 sedi degli uffici dei servizi sociali, dove si pensa si recheranno in massa i cittadini e dove gli operatori sono pochi.

Uno dei problemi, come ha evidenziato Gilda Panico, presidente degli assistenti sociali della Campania, che ha già scritto al governatore De Luca e ai prefetti perchè siano scongiurate “azioni di aggressione”, è che “non sono state individuate delle adeguate linee guida”. Lo dicono anche i sindaci, a partire da quello di Napoli.

“Ci vorrebbe una comunicazione più chiara e trasparente”, afferma Gaetano Manfredi a Repubblica. “Se noi amministratori non abbiamo capito come gestire l’uscita dal reddito di cittadinanza, figuriamoci i cittadini. Dentro questa grande confusione si potrebbero inserire disordini sociali”.

Di poca chiarezza parla anche il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, secondo cui l’sms dell’Inps “ha provocato confusione e disagio”. “Assolutamente inutile – afferma Mastella – dire agli utenti che occorre rivolgersi ai Servizi sociali dei Comuni che non hanno né gli spazi finanziari, né le possibilità materiali per far fronte a difficoltà sociali di questo tipo”.

Gli occupabili “dovranno andare ai centri per l’impiego. È stato sbagliato, auspico dunque sia corretto, tirare in ballo i Servizi sociali dei Comuni per un eventuale presa in carico. Così rischiamo di esporre gli uffici comunali al rischio di essere assaliti inutilmente, visto che non c’è possibilità, su questo versante, di far nulla”.

 Il comune di Castellammare avverte: “Non venite da noi”

E’ quello che temono pure a Castellammare di Stabia: “il Comune e i servizi sociali non hanno alcuna facoltà di riattivare il reddito di cittadinanza sospeso” e quindi, è l’appello ai cittadini, “non venite finchè non sarete convocati” .

A Napoli e dintorni i potenziali orfani del reddito di cittadinanza sono un esercito di 21.500 persone, ci si prepara a una settimana di fuoco. E così tutta la Campania, dove il numero complessivo sale a quasi 37mila.

La Sicilia è la regione con maggiori sospensioni del Reddito di Cittadinanza

Napoli, Roma, Palermo. Sono le province in cui le sospensioni del reddito di cittadinanza sono più numerose. Nonostante il picco di Napoli, non è però in questo caso la Campania la Regione con più esentati dal sostegno. Complessivamente, in base ai dati dell’Inps, con oltre 37.600 stop al reddito, è infatti la Sicilia a risentire di più del passaggio al supporto alla formazione e all’assegno di inclusione, mentre la Campania arriva a circa 36.700 sospensioni.

Tra le province, spiccano infatti anche i numeri di Catania, al quarto posto con quasi 9.000 interruzioni. Poi c’è Caserta a quota 7.635 (praticamente quanto l’intera Lombardia), seguita da Cosenza a 5.234 e da Salerno a 4.806.

A brevissima distanza, all’ottavo posto compare la prima provincia del Nord, quella di Torino, che conta 4.615 sospensioni, seguita di nuovo da un’area del Sud, quella di Reggio Calabria, dove si calcolano 3.714 comunicazioni di stop. La seconda provincia del Nord è quella di Milano, al decimo posto della classifica nazionale: in questo caso sono 3.278 i beneficiari del reddito che dovranno rinunciare al sostegno.

Si torna poi in Sicilia con le province di Trapani e di Agrigento, rispettivamente a quota 3.144 e 2.986. Poco sotto le tremila sospensioni anche Lecce dove se ne contano 2.939. Agli opposti tutte province medio-piccole del Nord Italia: rimangono sotto quota 100 Bolzano che conta appena 29 interruzioni, Belluno, con 59, Aosta, con 71, Gorizia, con 98, e Lecco, con 99.

Tra le province più grandi invece spiccano quella di Bari, con 2.569 stop, quella di Bologna con 1.245 e quella di Genova con 1.001. Scende sotto la soglia di 1.000 comunicazioni di sospensione Firenze, con 955. Venezia è ad appena 444, superata da Perugia a 904.

Ecco una tabella con i dati dell’Inps sulle prime dieci province ordinate in base al maggior numero di sospensioni. Napoli 21.507 ROMA 12.225 PALERMO 11.573 CATANIA 8.974 CASERTA 7.635 COSENZA 5.234 SALERNO 4.806 TORINO 4.615 REGGIO CALABRIA 3.714 MILANO 3.278.

 

 

 



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