Carlo Ancelotti allenatore del Brasile dal 2024

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Carlo Ancelotti sarà il nuovo allenatore della nazionale brasiliana di calcio a partire dal 2024. Lo ha confermato il presidente della Confederazione calcistica brasiliana (CBF), Ednaldo Rodrigues, come riporta Cnn Brasil.

Ancelotti è attualmente tecnico del club spagnolo Real Madrid e il suo contratto scadrà nel giugno 2024. Per questo assumerà l’incarico di ct del Brasile dalla Coppa America, che si giocherà nell’estate del 2024 negli Stati Uniti. Fino ad allora la nazionale sarà guidata ad interim da Fernando Diniz.

Emiliano di Reggiolo, dove e’ nato 64 anni fa, Carlo Ancelotti, Carletto per tutti gli amanti del calcio italiani, e’ l’uomo dei record. E’ l’unico allenatore ad avere vinto i 5 piu’ importanti campionati europei (Serie A, Bundesliga, Ligue 1, Premier League e Primera Divisio’n).

    E’ l’allenatore ad avere vinto piu’ partite in Champions League oltre a essere quello che ha vinto piu’ Champions League (4); e’ uno dei 6 allenatori, insieme a Ernst Happel, Ottmar Hitzfeld, Jose’ Mourinho, Jupp Heynckes e Josep Guardiola ad aver vinto la Champions League con due squadre diverse, ma l’unico ad averla vinta due volte con entrambe le squadre (Milan e Real Madrid).

    Insieme a Zine’dine Zidane, con 10 titoli e’ il secondo allenatore piu’ vincente della storia del Real Madrid, dietro a Miguel Munoz; e’ uno dei 7 allenatori, insieme a Miguel Munoz, Giovanni Trapattoni, Johan Cruijff, Frank Rijkaard, Josep Guardiola e Zine’dine Zidane ad aver vinto la Champions League sia da calciatore che da allenatore

    E’ l’allenatore ad avere vinto piu’ volte la Supercoppa Uefa (4); e’ l’allenatore ad avere vinto piu’ competizioni Uefa per club (9); e’ l’allenatore che, insieme a Josep Guardiola, ha vinto piu’ volte la Coppa del mondo per club (3); e’ l’allenatore con piu’ presenze in Champions League (190). Nel 2014 e’ entrato nella Hall of Fame del calcio italiano.

    I suoi primi passi da allenatore li compie tra il 1992 e il 1995 come vice alla guida della Nazionale italiana di Arrigo Sacchi, il suo mentore di sempre e allenatore ai tempi delle sue performance da giocatore. Il suo esordio ufficiale e’ nel 1995, appena trentaseienne e senza ancora un patentino per esercitare la professione, in serie B alla Reggiana che grazie al suo contributo torna a militare nel piu’ importante campionato italiano.

    Nel 1996 diventa allenatore del Parma, il club che lo aveva lanciato da calciatore e col quale raggiunge il secondo posto in classifica di A conquistando il pass per la Champions League, un record mai superato dai gialloblu’.

    Dal 1999-2001 approda per due stagioni alla Juve, con cui non avra’ mai un rapporto idilliaco a causa dei suoi trascorsi da giocatore alla Roma e al Milan, ma a cui deve la sua prima esperienza in un grande club. Dal 2001 Carletto approda a Milanello, per otto stagioni caratterizzate da momenti memorabili, come i due scudetti e l’ultima Champions vinta nel 2006-2007, e da altri molto difficili come ‘Calciopoli’.

    Il primo giugno 2009 comincia l’avventura all’estero: al Chelsea, con cui diventera’ il primo allenatore italiano a vincere il campionato inglese e il secondo straniero a farlo alla prima stagione in Inghilterra, dopo Jose’ Mourinho. Nel 2011 e’ il secondo mister piu’ pagato al mondo dopo lo Special One, grazie all’ingaggio da 13,5 milioni di euro lordi l’anno offerti dal Paris Saint-Germain.

    Uno strepitoso investimento per il club francese, che si laurea campione della Ligue 1 con due giornate di anticipo per la terza volta nella storia e 19 anni dopo l’ultimo trionfo. Nel 2020, in occasione dei 50 anni del Psg, viene nominato miglior allenatore della storia del club.

    Dal 2013 comincia la prima fase dei suoi anni spagnoli al Real Madrid, con cui conquista la sua terza Champions League, portando i ‘blancos’ alla storica De’cima. Al Bayern Monaco nel 2016 prende il posto di Guardiola e aggiunge un nuovo trofeo in bacheca con la vittoria del campionato tedesco, entrando cosi’ nella ristretta cerchia di allenatori capaci di vincere il titolo in quattro Paesi diversi.

    Primato che dal 2022 detiene in solitario dopo aver vinto il quinto campionato diverso col Real Madrid. Torna in Italia nel 2018, dopo nove anni dall’esperienza milanista, questa volta scelto dal Napoli in sostituzione di Maurizio Sarri.

    Dopo una sola stagione viene esonerato e sbarca all’Everton, collezionando subito le prime sei vittorie di fila di una stagione, come non succedeva dal 1938-1939. Il primo giugno 2021, a sei anni dalla fine della prima esperienza, viene annunciato il suo ritorno sulla panchina del Real Madrid, con il quale sottoscrive un contratto di tre anni, al posto di Zine’dine Zidane.

    A Madrid vince una Supercoppa, una Coppa el Re, un campionato e una Champions League. Non male come ritorno a casa. Un allenatore immenso, forse il piu’ grande e vincente della storia. Ma Carletto e’ stato anche uno dei piu’ forti centrocampisti italiani.

    Infatti aveva gia’ cominciato a fare la differenza nel calcio, dalle prime esperienze con le scarpette nel rettangolo verde, nel centrocampo del Parma, a soli 16 anni. Nel ’79 e’ autore della doppietta che regala il ritorno in Serie B gli emiliani, poi l’esordio in Serie A nel 1979 con la Roma, con cui vince la sua prima delle 4 Coppe Italia in giallorosso, oltre al suo primo scudetto 1982-1983.

    Al Milan diventa l’uomo nuovo del calcio sacchiano, nonche’ suo miglior interprete e perfetto intermediario tra tecnico e squadra, imponendosi fin da subito e vincendo lo scudetto 1987-1988. Si racconta che Sacchi abbia detto a Berlusconi, scettico perche’ Ancelotti era reduce da un grave infortunio,

    “Se mi prendi Carletto vinciamo il campionato”. Poi la Supercoppa italiana nell’88 e la sua prima Coppa dei Campioni dell’89, della quale si ricorda il gol segnato dalla lunga distanza nella semifinale stravinta per 5 a 0 contro il Real Madrid. E ancora la stagione seguente, il nuovo trionfo europeo, in Supercoppa europea e Coppa Intercontinentale.

    Un personaggio che in panchina ha sempre saputo farsi apprezzare anche sul piano umano, grazie soprattutto alla sua cosiddetta “leadership calma”, incentrata sul confronto diretto e onesto con i suoi atleti, allenando calciatori anche molto diversi tra loro ma con cui e’ sempre riuscito a trovare il giusto equilibrio. Un fuoriclasse che non ha mai ostentato le sue doti, lavorando con serieta’ e umilta’.



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