Processo violenze in carcere: scintille legale-teste in aula

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Scintille oggi, durante il processo per i pestaggi ai detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere avvenuti il 6 aprile 2020, tra avvocati difensori e il teste Marco Puglia, magistrato di sorveglianza che inviò le prime segnalazioni alla Procura. “Vi ho visto uscire dalla stessa stanza voi e i pm… è vero?” ha chiesto a Puglia l’avvocato Carlo De Stavola, difensore di alcuni dei 105 imputati (tra agenti della penitenziaria, funzionari Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e medici dell’Asl di CASERTA).

Una domanda che il legale ha rivolto al magistrato quando l’udienza è ripresa dopo una breve pausa. “Sì, perché ho bisogno di un posto caldo avendo la febbre”, ha replicato con freddezza il magistrato. Atmosfera tesa anche quando le domande hanno riguardato la presenza in carcere dei medici dopo i pestaggi. Durante l’esame da parte del pm nell’udienza del 5 aprile scorso, Puglia aveva affermato che dai detenuti aveva appreso l’assenza di medici dopo la perquisizione e le violenze.

“Eppure – contesta De Stavola – lei nella relazione del 14 aprile scrive che i detenuti avevano detto di non essere stati visitati in infermeria dopo le botte o che al massimo erano stati visti da un medico di turno? Quindi il medico c’era e ha visto qualche detenuto”. “Si però non ha fatto visite”, risponde Puglia. Si è poi parlato del “detenuto con la maglia insanguinata” che Puglia, nell’esame reso mercoledì scorso 5 aprile, aveva detto di aver visto quando si era recato in carcere tre giorni dopo le violenze. “Nell’interrogatorio reso al pm il 19 giugno 2020 – ha poi affermato l’avvocato De Stavola – lei aveva parlato di detenuto con la maglia strappata, e non insanguinata”.



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